Il mese degli dei, la recensione: una storia di crescita con una morale

La recensione de Il mese degli dei, nuovo film anime distribuito da Netflix dall'8 febbraio 2022 adatto ad un pubblico di bambini, che porta su schermo una storia di perdita ma sopratutto di crescita.

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Il mese degli dei: un'immagine del film animato

Un nuovo film d'animazione è appena arrivato su Netflix, di questo parleremo in questa recensione de Il mese degli dei, una pellicola diretta da Takana Shirai e sviluppata dallo studio Cretica Universal grazie ad una campagna di raccolta fondi. Inizialmente l'uscita prevista era per il 2020 ma il difficile periodo vissuto a livello mondiale ha fatto sì che anche questo titolo subisse la sorte di tanti altri suoi simili, ovvero uno slittamento di più di un anno. Finalmente disponibile in Italia sulla popolare piattaforma streaming dall'8 febbraio 2022 , Il mese degli dei ci viene fin da subito presentato come un film per famiglie ed in effetti tale è. Non c'è dubbio che sia adatto anche ai bambini più piccoli e che, anzi, il suo target di riferimento sembri essere proprio quello grazie ad una storia piuttosto lineare, una vicenda di coraggio calata pienamente nel folclore del Sol Levante, che ha lo scopo di insegnare una morale.

Una trama vivace

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Il mese degli dei: una scena del film animato

Le vicende raccontano le avventure di Kanna, una bambina che da quando ha perso la madre non riesce più a dedicarsi alla sua grande passione: la corsa. La ragazzina, infatti, ha nella memoria tanti ricordi che grazie a questo sport la legano al genitore scomparso e, senza di lei, il dolore sembra essere talmente forte da schiacciarla. Durante una gara scolastica, infatti, Kanna in preda ad una crisi non riesce a completare il percorso e sconvolta corre via recandosi al più vicino santuario stringendo un braccialetto ricordo di sua madre. Sarà lì che scoprirà di aver ereditato dalla donna il ruolo di Idaten: provenendo da una stirpe divina, sarà compito suo portare dei tributi ad un raduno di divinità che si terrà nella città di Izumo. Prima di lei anche sua madre aveva assunto questo ruolo ed ora tocca alla ragazzina adempiere al difficile compito, solo che per farlo dovrà correre, contro se stessa e contro il tempo. Ad aiutarla il coniglio Shiro e lo scorbutico oni Yato, un ragazzo demone deciso ad assumere esso stesso il ruolo di Idaten per riscattare la sua famiglia.

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Perdita e crescita

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Il mese degli dei: una sequenza del film

Come abbiamo già accennato, questo anime è diretto principalmente ad un pubblico di bambini, ma non per questo rinuncia a trattare temi importanti e difficili, primo tra tutti la perdita di una persona cara, nello specifico la perdita di un genitore. Kanna all'inizio è schiacciata da questo dolore, incapace di metabolizzarlo rinuncia alla cosa che più di altre amava e la faceva stare bene, qualcosa che condivideva con sua madre e che ora sembra riportare a galla solo ricordi dolorosi. È infatti il dolore il fulcro di tutto, qualcosa che la piccola dovrà imparare a gestire per poter di nuovo godere di ciò che ama ma sopratutto ricordare che non ci sono solo ricordi negativi. Per spiegare tutto questo il film si affida alla storia e alla delicatezza delle immagini. Il viaggio che la protagonista intraprende è una catarsi che la porterà a crescere un po' di più, a fare un passo ancora verso l'età adulta, un viaggio che anche narrativamente richiede i suoi tempi, tempi che la pellicola non gestisce sempre in modo equilibrato ma che sono fondamentali per la resa.

Qualche pecca sull'animazione

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Il mese degli dei: una scena del film

Questa mancanza di equilibrio si fa sentire principalmente nella parte centrale de Il mese degli dei e potrebbe costituire un piccolo ostacolo alla visione, specialmente per i più giovani che sempre più spesso sono abituati a prodotti caratterizzati da un'alta dinamicità. A gravare un po' sulla resa finale, purtroppo, ci sono anche le animazioni, non sempre fluide, troppo spesso macchinose, dietro alle quali c'è la mano della Liden Films, studio noto per aver lavorato a Cells at Work! Code Black, Terra Formars e Tokyo Revengers, che però qui sembra non aver dato il massimo per una produzione forse a budget troppo basso. Nel complesso però non possiamo negare che nel complesso il film funzioni e sia più che godibile per il suo pubblico di riferimento che, in fin dei conti, necessita di una storia delicata e avvincente con una morale finale chiara e riconoscibile che possa scaldare il cuore e insegnare che è anche attraverso la sofferenza e la perdita che si cresce e si diventa persone migliori.

Conclusioni

Per concludere la nostra recensione de Il mese degli dei possiamo affermare che questo film animato, distribuito in Italia da Netflix, sembra essere ideato esplicitamente per un pubblico di famiglie ed in particolare di bambini. La presenza di tematiche, anche difficili, che portano ad una morale e la delicatezza con cui il tutto viene affrontato lo rendono veramente adatto a tutti. Qualche pecca è presente nell’equilibrio narrativo e nella realizzazione delle animazioni.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
4.0/5

Perché ci piace

  • Le tematiche trattate in modo efficace e delicato.
  • La presenza di una morale che lo rende adatto ad un pubblico di più piccoli.

Cosa non va

  • L’equilibrio narrativo non sempre perfetto.
  • Le animazioni, non molto fluide e a volte macchinose.