Un'amicizia che dura da una vita, di quelle in cui si è così legati da potersi permettere di scherzare su tutto, anche sulla morte: sarà perché sono soci e amici da anni, ma i registi e sceneggiatori Alexandre de La Patellière e Matthieu Delaporte sono riusciti a infondere in Il meglio deve ancora venire tutto ciò che sanno di questo legame indissolubile.
Presentato alla Festa del Cinema di Roma 2019, Il meglio deve ancora venire è finalmente in sala dal 17 settembre, distribuito da Lucky Red. Protagonisti due divi del cinema francese: Fabrice Luchini e Patrick Bruel, nei ruoli rispettivamente di Arthur e César, che a sessant'anni suonati ancora scherzano come bambini e si scambiano consigli su come conquistare le donne. Uno dei due ha però un brutto male: l'altro lo scopre e non sa come dirglielo.
Abbiamo incontrato i due registi a Roma, dove gli abbiamo chiesto se, come i protagonisti, sul set scherzano sempre. Matthieu Delaporte ha ammesso: "Non riusciamo mai a restare seri troppo a lungo, ci proviamo. Il bello di lavorare in due è che c'è sempre l'altro pronto a ridere alle tue battute. Non riesci a finire una frase che l'altro già ride: è una cosa meravigliosa." D'accordo Alexandre de La Patellière: "Facciamo un mestiere straordinario: ci ritroviamo tutti e due la mattina in ufficio a raccontare delle storie, come quando da ragazzini giocavamo a essere poliziotti o negozianti. Sicuramente la nostra vita è raccontare delle storie e lo facciamo divertendoci."
La video intervista ad Alexandre de La Patellière e Matthieu Delaporte
Il meglio deve ancora venire, la recensione: quando l'amicizia supera ogni ostacolo
Lettere e consigli su come conquistare le donne
In Il meglio deve ancora venire uno dei due protagonisti scrive all'altro una bellissima lettera prima della fine. Visto che l'hanno scritta insieme, i registi hanno pensato che, quando sarà il momento, uno dei due potrebbe effettivamente rivivere la scena del film? Una domanda forse un po' macabra, a cui però Matthieu Delaporte ha risposto così: "Il film affronta il tema dell'amicizia, come quella che c'è tra di noi. Quando si racconta una storia del genere non si può fare a meno di pensare alla nostra vita personale, visto che siamo non solo, appunto, soci, ma siamo molto amici da tanto tempo. Sicuramente, mettendoci nei panni dei personaggi, non abbiamo potuto evitare di immedesimarci e sicuramente quindi anche la lettera a cui ti riferisci un po' ci appartiene. Ci siamo posti questa domanda: preferiresti essere quello che la scrive o quello che la riceve? Che equivale a dire: preferiresti essere quello che se ne va per primo? E non ho voglia di rispondere a questa domanda." Alexandre de La Patellière invece: "Scrivere insieme questo film è stato come scrivere una serie di testimonianze di amicizia. Scriviamo film insieme da tanto tempo per testimoniare continuamente la nostra amicizia."
Nel film Arthur e César si scambiano consigli su come conquistare le donne. Un classico del cinema francese. È vero che i francesi conoscono tutti i segreti della seduzione, o il cinema ci ha dato aspettative irrealistiche? Per de La Patellière: "Noi francesi abbiamo sempre avuto l'impressione di aver imparato moltissimo dell'arte della conquista dagli italiani e dal cinema italiano. Quindi diciamo che è una cosa reciproca. Nel film i due amici si danno dei consigli su come conquistare le donne e sembrano proprio dei bambini che giocano, si danno dei consigli molto infantili, scherzano. L'unico vero consiglio importante è quello contenuto nell'ultima lettera: è un consiglio che viene dal cuore. Un consiglio che dice: segui l'amore, segui il cuore. Quindi sicuramente più che dare dei consigli su come rimorchiare le donne giocano tra loro, perché si alleggeriscono dal peso del problema."