Recensione Progeny - il figlio degli alieni (1999)

Uscito nel 1999, questo titolo porta la firma di uno fra i cineasti più importanti nel genere horror: Brian Yuzna.

Il figlio alieno di Yuzna

Uscito nel 1999, questo titolo porta la firma di uno fra i cineasti più importanti nel genere horror, produttore di Re-animator, film cult di Stuart Gordon, e regista del seguito Re-Animator 2, nonchè regista di Society, horror controverso, osannato da molti e denigrato da altrettanti. Stiamo parlando di Brian Yuzna.
Se dovessimo trovare un paragone a questa pellicola, potrebbe venire in mente Rosemary's Baby, il capolavoro di Roman Polanski anche se il film di cui parliamo affronta il tema della "contaminazione aliena" in maniera pseudo-scientifica, con leggere digressioni nella fantascienza.
Il soggetto è abbastanza semplice: una giovane coppia è convinta di non poter avere figli a causa della scarsa fertilità del marito e, nonostante la felicità del matrimonio, il desiderio di diventare genitori è molto forte. Un giorno la ragazza scopre di essere incinta, e così comincia l'odissea della coppia, che riporta alla memoria uno strano accadimento, e un angoscioso sogno della moglie, in cui ella veniva fecondata da esseri alieni.
Per fortuna, da queste premesse viene sviluppato un prodotto abbastanza godibile, che gioca sulla paura e sulla tensione data dalla strana gravidanza e dalla paura del "diverso", di ciò che non si comprende e del quale non si conoscono le intenzioni (a proposito è eloquente l'affermazione che si sente ripetere molto spesso durante il film: "perché tu sei importante per noi..."). Il plot è di buona fattura, con dialoghi mai troppo banali, un discreto alternare dei punti di vista nella narrazione e in ultima analisi un progressivo srotolarsi delle situazioni che porterà a un finale decisamente imprevisto. Eh già, perché non manca neppure il colpo di scena a chiudere, che stende un velo di incertezza su tutta la vicenda narrata e contribuisce per buona parte alla bontà del giudizio sul film stesso.
Buona regia di Yuzna che riesce a imbastire delle sequenze interessanti giocando a volte anche sul non-visto ma soprattutto su un azzeccato connubio tra audio e video, pilotando la camera in maniera molto diversificata di volta in volta, con scambi frequenti fra camera tradizionale e camera a mano, al fine di rendere più efficace l'immedesimazione e la vivacità dell'azione filmica. Nella media le interpretazioni degli attori principali, Arnold Vosloo e Jillian McWhirter, che imprimono la giusta dose di sofferenza e straniamento dalla realtà ai loro personaggi, già caratterizzati in maniera più che sufficiente.
Degne di nota gli effetti speciali, affidati ancora una volta a Screaming Mad George, che crea un'atipica figura aliena, dalle sembianze un po' diverse rispetto a quanto siamo abituati a vedere sugli schermi.
Per finire, un prodotto da recuperare, specie per gli appassionati del genere, che troveranno tutti gli elementi a loro cari, ma utilizzati in maniera intelligente e non banale, come spesso è successo in questo genere di produzioni a budget estremamente ridotto.