Per la prima conferenza di questa nuova edizione della Berlinale un variopinto mix di lingue e razze si riversa in sala stampa: sono presenti il regista Régis Wargnier, francese, gli interpreti britannici Joseph Fiennes, Kristin Scott Thomas, Iain Glen e Hugh Bonneville e i due straordinari attori al centro del film, Lomama Boseki e Cécile Bayiha, rispettivamente discendente di una vera tribù pigmea e camerunese.
Come mai un film su tematiche così forti? Non credete ci possa essere il rischio anche di ricevere accuse di razzismo?
Joseph Fiennes: Credo che alla fine sia solo il pubblico a dover giudicare e a decidere una propria interpretazione della pellicola. Si tratta certo di un tema forte e ci aspettavamo quindi reazioni altrettanto forti visto che viviamo in un'epoca moderna fondamentalmente diversa da quella rappresentata nel film. Il film parla della mentalità di un'epoca, quella Vittoriana, ormai lontana ma penso ponga molte domande ancora attuali.
Ed è stato difficile tornare a lavorare su un dramma storico?
Régis Wargnier: Personalmente non credo di aver girato un dramma storico, anche se sicuramente ci sono elementi molto reali. Non credo poi nelle etichette e nei generi, stesso nel mio film ci sono anche elementi d'azione o più divertenti. Non credo nemmeno di aver fatto un film sul razzismo, il mio scopo voleva essere quello di rappresentare un dramma umano, un mutamento.
Nel film due dei ruoli principali sono stati affidati a non professionisti, com'è stato lavorare con loro?
Joseph Fiennes: Decisamente affascinante, Lomama e Cécile hanno una spontaneità da far invidia a colleghi ben più blasonati. E soprattutto credo che anche il film così ne guadagni in intensità e realismo.
Kristin Scott Thomas: Lavorano con una tale semplicità e immediatezza che fa sembrare ridicolo tutto il lavoro e i metodi utilizzati dai professionisti.
E come è stata questa prima esperienza con il cinema?
Lomama Boseki: E' stata un'esperienza bellissima e molto istruttiva, mi ha fatto capire che non ero poi diverso dagli altri e nonostante la paura iniziale sono molto fiero di quello che ho fatto.
Cécile Bayiha: Anche io mi sono molto divertita e poi c'è da dire che lavorare in un film è sicuramente più interessante che lavorare nei campi.