I mostri di Cracovia, la recensione: un viaggio nel mondo misterioso delle credenze slave

La recensione de I mostri di Cracovia, la serie polacca che ci permette di scoprire l'affascinante folcrore slavo.

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I mostri di Cracovia: una scena della serie

Uno dei pregi di Netflix, la piattaforma con il catalogo in assoluto più ampio, è quello di mettere a disposizione del suo pubblico un'offerta vastissima, con prodotti provenienti da tutto il mondo. Una delle filosofie principali del colosso dello streaming è quella di produrre film e serie che affondino le loro radici nei diversi contesti locali, ma che possano essere apprezzati anche a migliaia di chilometri da dove sono nate. Come vedremo in questa recensione de I mostri di Cracovia, diretta da Kasia Adamik e Olga Chajdas, anche in questo caso l'intento è spiccatamente "glocal" (termine che unisce le parole global e local) ma purtroppo il risultato è fin troppo ancorato allo specifico conteso in cui questa serie polacca e stata scritta e girata. Il pubblico, a nostro parere, rischia di perdersi nelle mille sfaccettature e anfratti di un folclore che gli è sconosciuto e lontano: si tratta di un quadro senza dubbio affascinante, e che in parte è capace di catturare e trascinare chi guarda, ma purtroppo mancano le giuste chiavi di lettura per poterlo apprezzare appieno.

Il misterioso passato di Alex

Al centro di questa storia la giovane Alex (Barbara Liberek), una studentessa di medicina dal passato difficile alle spalle, tormentata ogni notte da sogni terrificanti. Dopo aver conosciuto in un locale un ragazzo affascinante ma misterioso, Lucky (Stach Linowski), la giovane viene trascinata in un mondo fatto di esoterismo, rituali e credenze slave: insieme a un professore universitario e ai suoi studenti più fedeli, Alex scoprirà che già dall'infanzia era legata alla magia di antiche divinità, che l'hanno sempre seguita e protetta.

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I mostri di Cracovia: una foto di scena

Nella fredda e piovosa Cracovia si sta però risvegliando qualcosa di ancestrale e malvagio: un bambino viene posseduto dallo spirito di un demone e una profezia sembra giunta a compimento. Il compito di Alex sarà quello di salvare la città, ed insieme a lei il resto del mondo, dall'incombente rovina, ritrovando sua madre ed riallacciando il legame con un passato molto antico, con la sacerdotessa Wanda, protagonista di famosissime leggende.

Una storia fin troppo intricata

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Una scena de I mostri di Cracovia

Dalle poche righe sulla trama de I mostri di Cracovia che vi abbiamo fornito è evidente quanto questa serie possa risultare particolare ed affascinante: attingendo a una mitologia così lontana ci trasporta in un mondo nuovo, misterioso e indubbiamente interessante. Purtroppo, però, come vi anticipavamo, la storia si fa velocemente molto intricata e vi vengono fin da subito inseriti elementi del folclore slavo di non facile comprensione, sopratutto se si è completamente a digiuno di questo tipo di credenze. Ogni episodio viene arricchito di sempre più elementi e da una parte questo va a discapito dello sviluppo della trama, i cui passaggi sono spesso confusi ed intricati, e dell'approfondimento dei personaggi, di cui non capiamo il perché di certe scelte.

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Una scena de I mostri di Cracovia

I mostri di Cracovia è, ribadiamo, una storia dalle premesse particolarmente interessanti, ma fallisce nel trovare il giusto ritmo narrativo (alcuni episodi danno l'impressione di essere troppo lunghi e "trascinati") e a coinvolgere lo spettatore emotivamente a quanto accade alla protagonista, tanto è il bisogno di infarcire la trama di elementi magici, folclore e misteri (che non sempre trovano soluzione). Se alla serie seguirà una seconda stagione, e queste visto il finale dovrebbero essere le intenzioni, ci auguriamo che alla sceneggiatura venga data una diversa impostazione, cercando di venire incontro anche a chi - come noi - non conosce il pantheon delle divinità e dei demoni slavi, i loro poteri e le loro debolezze. Detto questo, comunque, il mondo che è stato portato su schermo è così unico ed interessante che, anche se questa prima stagione non ci ha soddisfatto appieno, siamo pronti a dare una seconda possibilità alla serie scritta da Kasia Adamik, Magdalena Lankosz, Anna Sieńska e Gaja Grzegorzewska.

Conclusioni

Concludiamo la nostra recensione de I mostri di Cracovia sottolineando come si tratti di una storia interessante e affascinante, che ci trasporta in un mondo unico e nuovo. Purtroppo però la narrazione si concentra molto sul folclore slavo e sulle sue particolarità, facendosi a tratti piuttosto ostica.

Movieplayer.it
2.0/5
Voto medio
4.0/5

Perché ci piace

  • L'affascinante folclore slavo al centro della trama.

Cosa non va

  • La storia è molto intricata in certi punti, e si fa troppo riferimento ad una mitologia per noi di difficile comprensione.
  • i personaggi non vengono particolarmente approfonditi.