Vogliamo iniziare la nostra recensione de I Luminari - Il destino nelle stelle descrivendo questa miniserie neozelandese in sei episodi come un duplice tuffo nel passato. Lo è per l'ambientazione ottocentesca, che inserisce i personaggi e le tematiche principali della trama in un contesto di costume. Ma lo è anche nel tono e nelle dinamiche, che richiamano racconti di puro escapismo, leggero, chiaro e semplice. Distante dalla complessità delle serie televisive più contemporanee (che vengono definite il più delle volte come cinema sul piccolo schermo), la serie diretta da Claire McCarthy e con protagoniste Eve Hewson ed Eva Green presenta un'estetica raffinata e cerca in tutti i modi di affascinare lo spettatore. In onda su Sky, oltre che disponibile su NOW, a partire dal 7 luglio.
Alla ricerca dell'oro
È il 1865. Anna Wetherell sta viaggiando verso la Nuova Zelanda per dare una svolta alla propria vita. È diretta a Dunedin per partecipare a quella corsa all'oro che sembra portare parecchia fortuna. Poco prima di sbarcare dalla nave con cui ha viaggiato, Anna conosce Emery Staines, un avventuriero con gli stessi obiettivi di lei. Tra i due nasce subito un legame misterioso e imprevedibile, attraverso una veloce chiacchierata, tanto da promettersi di rivedersi a cena qualche ora più tardi. Emery lascia in un biglietto per Anna l'indirizzo del suo hotel. Anna, però, non sa leggere e, una volta scesa a terra, viene derubata da un ragazzino. Farà così la conoscenza dell'affascinante chiromante Lydia che, accortasi presto dell'ingenuità della ragazza, inizierà ad approfittarsene. Ed è anche il 1866, nove mesi dopo. Anna si risveglia senza memoria di fianco a un cadavere, quello del marito di Lydia. Viene arrestata con l'accusa di essere un'assassina. Inizierà per lei un viaggio a ritroso nella speranza di risolvere il mistero. Chi l'ha incastrata? Perché ha perso la memoria? Dove si trova Emery?
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Escapismo in costume
Una miniserie che in sei episodi cerca di racchiudere tutto l'intrattenimento più facile e semplice per lo spettatore: c'è il mistero dell'omicidio da svelare e una storia da ricostruire, sapientemente alternata tra passato e presente in modo da costruire, attraverso la scrittura e la presentazione dei personaggi, qualche colpo di scena; c'è una storia romantica legata al destino, a come il cosmo crei la fortuna (intesa nell'accezione latina di buona e cattiva sorte) tra le persone e ne intrecci i fili, elemento messo in scena sia attraverso il personaggio interpretato da Eva Green che dalla sigla; infine, c'è il racconto composto da intrighi e complotti, di personaggi pronti a fare il doppio gioco per seguire gli interessi personali alle spalle di ignare vittime inconsapevoli. Ci sarebbero tutti gli ingredienti necessari per catturare l'attenzione dello spettatore che non desidera altro che una buona storia coinvolgente, eppure I Luminari - Il destino nelle stelle trova la sua maggiore forza nell'aspetto visivo. L'ambientazione ottocentesca, unita ai costumi di scena e ad alcune sequenze più rarefatte particolarmente riuscite (ci riferiamo ai momenti meno illuminati), cattura lo sguardo sino a diventare l'elemento che più colpisce dell'opera. Lo stesso trio di attori protagonisti composto da Eve Hewson, Himesh Patel ed Eva Green riesce a donare ai personaggi l'estetica giusta, attraverso dei volti perfetti per il ruolo che devono interpretare.
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Le decisioni del destino
È la stessa autrice del romanzo da cui la serie è tratta a curarne l'adattamento. Eleanor Catton tralascia la struttura particolare del romanzo, basata sui dodici segni zodiacali, per abbracciare una narrazione più lineare che lascia tutto in superficie. Se il tema portante della serie si ritrova sul potere dell'astrologia e di come le stelle determinano le scelte individuali di ognuno di noi lasciando un senso di predestinazione, la maniera in cui il tutto è portato in scena è davvero troppo rapida e immediata. Basterebbe prendere ad esempio una delle prime scene: il primo incontro tra i due protagonisti, Anna e Emery, in cui la simpatia e il feeling particolare nasce in maniera troppo veloce, senza trovare almeno un motivo davvero forte per cui dovrebbe crearsi. Sin dalla prima inquadratura viene esplicitato che Anna ed Emery sono due anime gemelle i cui destini sono intrecciati, una scelta da deus ex machina, da scrittura che controlla esageratamente i personaggi senza darne la forza drammaturgica necessaria per nascondersi dietro l'intreccio narrativo. Il risultato è una serie che, nonostante la voglia di regalare colpi di scena e rivelazioni, non regala forti emozioni, nonostante abbia tutti gli ingredienti necessari per poterlo fare. Lo spettatore è costretto a una visione passiva, al susseguirsi di eventi più interessati a svolgersi che a raccontarsi. Così, I Luminari, nella speranza di raggiungere l'oro e illuminare la propria storia, risulta al contrario fredda e distante come le stelle.
Conclusioni
Concludiamo la nostra recensione de I Luminari – Il destino nelle stelle appagati dal punto di vista estetico e visivo (compresi gli attori scelti, perfetti per ciò che devono rappresentare) ma delusi dal coinvolgimento mancante di una storia che, semplicemente, si svolge di fronte a noi senza particolari emozioni. Gli ingredienti ci sarebbero tutti: è una storia di mistero in cui bisogna far luce su un omicidio, è una storia romantica di destini che si intrecciano, è un racconto di intrighi e complotti. La promessa è quella di illuminare il proprio pubblico, ma la fiamma che ne scaturisce è davvero troppo fioca per ammaliare.
Perché ci piace
- Ambientazione ottocentesca, costumi e attori rendono la serie visivamente appagante.
- Tra misteri, intrighi e storie romantiche la serie avrebbe tutte le carte in tavola per intrigare e coinvolgere…
Cosa non va
- …ma la scrittura si ferma troppo in superficie rendendo il tutto poco coinvolgente.
- Si ha spesso la percezione di un racconto che semplicemente deve svolgersi, non emozionando quanto dovrebbe.