I figli del mare, recensione: un’opera complessa e riflessiva

I figli del mare, la recensione dell'anime nelle sale il 2, 3 e 4 dicembre grazie a Nexo Digital: un film complesso e suggestivo frutto di una lunga e meticolosa lavorazione.

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I figli del mare: una sequenza del film

Presentato all'Annecy International Animation Film Festival, dopo un rapido passaggio al Lucca Comics and Games, arriva finalmente nelle sale italiane il 2, 3, 4 dicembre I figli del mare (Children of The Sea), nuovo lungometraggio animato, distribuito qui da noi per il cinema da Nexo Digital e realizzato dallo Studio 4°C e diretto da Ayumi Watanabe (Uchuu Kyoudai- Fratelli nello Spazio, Dopo la Pioggia). Come molti film appartenenti a questo genere, è tratto dall'omonima opera cartacea in 5 volumi di Daisuke Igarashi, autore noto per la sua tendenza ad ispirarsi al folclore e alla natura, creatore di storie sempre in bilico tra spiritualità e surrealismo. Sono proprio queste caratteristiche, che traspaiono anche nell'anime, a rendere questa recensione de I figli del mare per nulla semplice. Come vedremo il film di cui parliamo risulta avere diverse anime e non racchiude in sé né una sola verità né una morale assoluta; l'interpretazione finale dell'opera è lasciata allo spettatore, dono e responsabilità di un prodotto che ha richiesto una lunga lavorazione, ben cinque anni, centinaia di animatori e migliaia di disegni.

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I figli del mare: una scena del film anime

Un trama criptica come i suoi personaggi

Protagonista de I figli del mare è Ruka, una studentessa delle medie problematica. Dopo essere stata esclusa dal suo club scolastico a causa di un incidente causato da lei a un'altra compagna, si trova a dover decidere come trascorrere le sue vacanze estive, possibilmente tornando a casa il meno possibile, turbata da una situazione familiare decisamente non semplice. Deciderà così, quasi d'impulso, di andare all'acquario, dove lavora suo padre, dove finisce per fare la conoscenza di uno strano ragazzo, Umi, nuotatore provetto che sembra più vicino a una creatura marina che a un essere umano. Dopo poco la ragazza farà anche la conoscenza di Sora, fratello maggiore di Umi, anch'egli con le stesse caratteristiche del fratello, ma di più debole tempra.

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I figli del mare: una scena del film

L'incontro con i due ragazzi provocherà profondi cambiamenti nell'animo di Ruka che verrà coinvolta in avvenimenti al di sopra dell'umana comprensione ma ai quali Umi e Sora sembrano essere in qualche modo legati. È da qui che lo spettatore intraprende un viaggio per mare e per terra che probabilmente non riuscirà a comprendere ma che, proprio come alla protagonista, lascerà qualcosa dentro, quel senso di meraviglia e sgomento amplificato dalle maestose e curatissime immagini di quel mondo quasi alieno che è l'oceano.

La crescita emotiva e spirituale come punto cardine

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I figli del mare: un momento del film

Sono, appunto, queste potenti e suggestive immagini a guidarci lungo lo svolgimento di una storia che, a un certo punto, effettua una virata inaspettata lasciando lo spettatore attonito ma rapito di fronte a quell'ignoto a cui è difficile attribuire un significato, davanti a una narrazione che si destruttura mantenendo come unico punto cardine la crescita emotiva e spirituale di Ruka, giovane ragazza che dopo aver perso le certezze dell'infanzia, rappresentate appunto dai genitori, ne acquisisce di sue grazie alle esperienze compiute in un'estate che sancirà per lei una concreta maturazione.

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I figli del mare: un'immagine del film

Non possiamo, a questo punto, non fare un appunto sull'adattamento dal manga al film. Ovviamente nel processo di conversione del plot da un mezzo espressivo all'altro la scelta di cosa tenere e cosa abbandonare è sempre rischiosa e, in questo caso, vista la particolarità degli sviluppi della storia, ancora di più. Tutti coloro che hanno avuto l'opportunità di leggere il manga non potranno non accorgersi di qualche stranezza dovuta ad alcune scelte di adattamento, ad alcuni dettagli omessi che se inseriti avrebbero aiutato a rendere l'esperienza dello spettatore un po' meno criptica e più completa di quanto risulta.

Non c'è un'interpretazione universale

Non esiste comunque un'interpretazione universale di questa pellicola, ognuno in base alle proprie attitudini, conoscenze ed esperienze di vita può trovare una miriade di significati, e probabilmente non ce ne sono nemmeno di giusti o sbagliati. Lo scopo ultimo de I figli del mare non sembra quello di elargire una morale o un qualsiasi insegnamento, ma piuttosto far riflettere, far rimanere lo spettatore "nel film" anche una volta che questo è terminato. Ci riesce? Per quanto riguarda noi sicuramente sì, ma molto dipende dallo spettatore e dalle sue aspettative. Quello che ci sentiamo di consigliare, che ci appare il modo migliore per godere di questo anime, è di abbandonarsi alla sua corrente narrativa, seguirla abbandonando ogni preconcetto e aspettative, lasciarsi sorprendere, deliziare dalle belle immagini e al termine porvi le vostre domande e conclusioni. Buon viaggio e buona nuotata!

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Conclusioni

Come già affermato nella recensione de I figli del mare questo lungometraggio non è affatto di facile visione. Le meravigliose immagini e il focus sulla crescita emotiva e spirituale della protagonista permettono di intraprendere un viaggio criptico e spettacolare dal quale non è possibile trarre una conclusione universale, ma piuttosto un insieme di riflessioni che non vi abbandoneranno nemmeno al termine del film. Unica pecca? Qualche mancanza nell’adattamento dal mezzo cartaceo rende la trama, già di per sé complessa, ancora meno comprensibile.

Movieplayer.it
4.0/5
Voto medio
3.6/5

Perché ci piace

  • Una cura per le immagini quesi maniacale.
  • Una trama che sorprende, confonde e intriga.
  • La mancanza di una morale e di una chiara conclusione offre allo spettatore una vasto spazio di riflessione.

Cosa non va

  • La mancanza di una chiara spiegazione e conclusione potrebbe confondere alcuni spettatori.
  • Un adattamento che, rispetto alla controparte cartacea, risulta in alcune parti meno completo e comprensibile