"I think I love you so what am I so afraid of I'm afraid that I'm not sure of a love there is no cure for I think I love you isn't that what life is made of Though it worries me to say that I never felt this way"
Iniziamo con il testo della canzone che chiude il film questa recensione de I Croods 2: Una nuova era, dal 14 luglio al cinema con Universal Pictures. Scegliamo di farlo perché le parole del brano racchiudono il senso della saga preistorica DreamWorks, tanto della prima pellicola quanto, in modo più ampio, anche di questo secondo capitolo. I sequel sono sempre rischiosi e pericolosi perché spesso tentano di replicare il successo del primo senza un vero senso e pretesto narrativo. Qui ci troviamo a metà strada, ma il risultato è una gioia per gli occhi.
NUOVA ERA, NUOVA FAMIGLIA
I Croods raccontava di come una famiglia di Neanderthal poco avvezza al cambiamento incontrasse un giovane Homo Sapiens pronto a sconvolgere il loro mondo e le loro certezze, mandando in brodo di giuggiole la figlia Hip, con buona pace del padre burbero, Grug. I Croods 2 amplia il discorso "familiare" e così i Croods insieme a Guy (oramai parte della famiglia e della "formazione ronfante" notturna) in viaggio verso il tanto agognato Domani (rappresentazione del futuro dell'umanità) si incontrano/scontrano con i Superior. Questi, Filo e Speranza e la figlia Aurora, sono gli Homo Sapiens Sapiens che hanno fatto dell'acume di Guy il proprio motto di vita per rendere la sopravvivenza più confortevole.
Ma il progresso evolutivo è sempre un bene? È una delle domande che tra le righe si pone questo sequel, strizzando l'occhio al mondo contemporaneo pur parlando ancora di un'era lontana lontana. Crescono anche i giovani protagonisti, Hip e Guy, che passata la curiosità della scoperta per ciò che è là fuori, sono pronti a scoprire se stessi, da veri e propri adolescenti, il proprio posto nel mondo e accanto all'altro, ma anche fare ragazzate come tornare tardi a casa ubriachi.
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HOMO SAPIENS SAPIENS
C'è poi il simbolismo della grotta che ancora una volta fa capolino nella storia. Il mito della caverna di Platone, della paura per l'ignoto e della cocciutaggine nel volere che tutto rimanga sempre uguale, si acuisce ed evolve ancora di più in questo film, compresa la stessa allegoria, dato che anche i Superior hanno costruito una casa-grotta per proteggersi e proteggere Aurora dal mondo esterno, pur essendo "così evoluti". È uno dei motivi per cui proprio Aurora, vecchia amica di Guy, lo costringerà a dividersi fra due ere e realtà, e diventerà subito amica di Hip, per i tanti aspetti in comune della loro vita "relegata" dai rispettivi genitori. Senza dimenticare una non troppo velata critica alla nostra società dell'immagine, con la finestra-tv-ipad che ossessionerà Tonco o la discriminazione verso chi non è come noi. Come a dire che più ci evolviamo più diventiamo meno tolleranti invece che il contrario.
Oltre alla conferma di un'animazione fluida e coloratissima, che valorizza gli spazi aperti protagonisti e in questo secondo capitolo la frutta selvatica mai così invitante, ci sono tante trovate narrativo-visive geniali in questo sequel, quasi fin troppo moderne per la Nuova Era raccontata, ma che non possono non far sorridere anche gli spettatori adulti, soprattutto per la caratterizzazione dei Superior, attenti alla tematica green e dall'aspetto hipster, compreso un buffo ciuffo di capelli. La comicità slapstick la fa da padrone, e non solo per la postura che cambia nell'evoluzione ma anche per le new entry animali. Alla fine quello che forse vuole insegnare I Croods 2: Una Nuova Era è che, come diceva Mary Poppins "il troppo stroppia" e quindi ci vuole sempre equilibrio anche nel cambiamento, fra ciò che era e ciò che sarà, e la chiave per l'evoluzione è imparare a convivere fra specie diverse, anche umane non solo animali. Anzi, soprattutto umane.
Conclusioni
Chiudiamo la recensione de I Croods 2: Una nuova era, sottolineando come questo sequel, pur non presentando un vero e proprio pretesto narrativo ma un prosieguo “naturale” dell’evoluzione umana del primo capitolo, si pregi di nuove trovate d’animazione e visive che ben si amalgamano con la comicità slapstick e con la caratterizzazione dei nuovi personaggi. Un sequel che parla molto più dell’era contemporanea di quanto si pensi e che offre interessanti spunti di riflessione mentre fa divertire, facendoci chiedere a fine visione “quanto ci siamo davvero evoluti?”.
Perché ci piace
- La conferma dell’animazione fluida e coloratissima, unita alla comicità slapstick e alla caratterizzazione azzeccata dei nuovi personaggi.
- La riflessione non poi così velata sull’evoluzione umana e sulla società contemporanea.
Cosa non va
- La storia del film poteva essere un po’ più solida e fluida a livello narrativo, con un pretesto più “forte” a dare il via.