È consuetudine dei grandi studi di animazione affiancare la lavorazione dei grandi progetti, dei lungometraggi che si apprestano a sbancare i botteghini mondiali, a dei lavori meno impegnativi ma non per questo meno interessanti. Pensiamo per esempio a Frozen Fever di Disney Animation, che ha accompagnato l'uscita in sala del fiabesco Cenerentola, o Paperman, che anticipava Ralph Spaccatutto. Sono l'occasione per riprendere personaggi popolari dei propri franchise, per sperimentare nuove tecnologie o, in alcuni casi più isolati, per proporre sequenze rimaste fuori dal cut originale di un film di punta.
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Maestra di questo settore è la Pixar, che sin dalle sue origini ha sfornato veri e propri capolavori, gemme che hanno impreziosito il già corposo tesoro composto dalla ricchissima filmografia dello studio di John Lasseter. Un tesoro i cui primi gioielli erano proprio dei corti, uno dei quali ha per protagonista una piccola lampada che gioca con una palla, talmente dirompente da diventare emblema e simbolo della Pixar. È proprio da lì che parte il nostro viaggio, con un fuori concorso d'eccezione che ha gettato, letteralmente, la sua luce sulla storia del cinema d'animazione. È una classifica il cui ordinamento è stato sofferto e che si basa solo sui corti dal concept originale: niente Il mio amico topo, per esempio, che si basa su Ratatouille, o le Vacanze hawaiane di Barbie e Ken di Toy Story 3 - La grande fuga, e soprattutto Jack-Jack Attack, scena rimasta fuori da Gli incredibili che avrebbe scalato posizioni su posizioni avvicinandosi pericolosamente al podio di questa nostra top 10 dei migliori corti Pixar.
Aggiornamento del 23 Settembre 2016: Entra in classifica Piper, abbinato a Alla ricerca di Dory, e scivola fuori Stu - Anche un alieno può sbagliare
Fuori concorso: Luxo Junior - (1986)
La storia della Pixar comincia da una lampada, un oggetto comunissimo e semplicissimo che il genio degli artisti in gioco hanno reso qualcosa di unico e iconico. Il piccolo protagonista di Luxo Jr, infatti, si è guadagnato una nomination agli Oscar come miglior corto animato, ma soprattutto è rimasto nel cuore degli spettatori di tutto il mondo con la sua tenerezza e poesia, diventando simbolo dei nascenti Pixar Animation Studios a cui il suo autore e regista John Lasseter aveva dato il via. È un primo seme di una pianta che crescerà rigogliosa, ma è anche la prima indicazione di un genio che va oltre la tecnica. Lo abbiamo detto altrove, lo ripetiamo: in altre mani, Luxo Jr sarebbe stata una mera demo tecnica di quello che si poteva fare con la CGI. Nelle mani di Lasseter è storia del cinema.
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10. Parzialmente nuvoloso (Partly Cloudy) - (2009)
A firmare il cortometraggio che accompagnava in sala Up è il regista del prossimo Il viaggio di Arlo, Peter Sohn. Si tratta di Partly Cloudy, delicato racconto di come vengono portati i bambini dalle cicogne, un procedimento di cui tutti siamo al corrente. Quello che non sappiamo è dove questi eleganti pennuti reperiscono i bambini (o cuccioli, nel caso di animali) da consegnare: vengono creati dalle nuvole che li affidano loro per la consegna. Protagonisti sono la cicogna Peck e la nuvoletta nera ed insicura Gus, incaricati di creare e consegnare un certo tipo di neonati, quelli più pericolosi e selvaggi. Un incarico che mette in difficoltà Peck mano mano che la pericolosità dei cuccioli affidatigli aumenta. Da notare, come sempre, l'elevato livello tecnico del corto ed il modo esemplare con cui sono realizzate le soffici nuvole e le piume delle cicogne che svolazzano in giro consegnando bambini di ogni tipo.
9. Presto - (2008)
Un prestigiatore, il suo cappello e il suo coniglio affamato sono al centro della spumeggiante e rocambolesca serie di trovate che dà vita a Presto e dimostrano come anche uno spunto semplice come il classico coniglio che esce dal cilindro possa diventare artificio narrativo geniale nelle mani dello studio di Lasseter ed in particolare nelle mani del regista Doug Sweetland. Il Presto del titolo è appunto il mago protagonista, che prima di andare in scena dimentica di nutrire il suo compagno di scena scatenando la sua ira ed i suoi dispettosi sabotaggi nel corso dello spettacolo. Quella di Presto è animazione di altissimo livello tecnico, moderna e dinamica ma al servizio di un impianto da cartoni anni '40, fatti di fisicità e comicità che potremmo avvicinare allo slapstick. Era il corto Pixar associato in sala a WALL·E e, indovinate un po', fu candidato all'Oscar nel corso dell'edizione del 2009.
8. Lava - (2014)
È l'ultimo in ordine cronologico (lo vedremo in sala il 16 Settembre insieme ad Inside Out), ma di certo non per qualità ed appeal: il cortometraggio Lava è la storia, poetica e toccante, del vulcano tropicale Uku, del suo canto che scivola via per millenni mentre osserva solitario gli altri esseri viventi che vivono le proprie storie d'amore. Mentre versa la sua lava nell'Oceano Pacifico, affondando lentamente e incessantemente, Uku non sa che nelle profondità marine un altro vulcano, Lele, lo ascolta e poco per volta si è innamorato di lui. Lava è la loro storia, di Uku e Lele, raccontata come un piccolo musical lungo una sola canzone (scritta dallo stesso regista James Ford Murphy e cantata in Italia da Giovanni Caccamo e Malika Ayane) e con la solita, inconfondibile, delicatissima grazia Pixar.
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7. Pennuti spennati (For the Birds) - (2000)
Sono passati quindici anni dall'uscita di Pennuti spennati (in sala precedeva il capolavoro Monsters & Co.) e a guardarlo ora un po' si nota, se ci si limita al mero livello tecnico e la maggior semplicità della CGI rispetto a quella dei recenti lavori Pixar. Ma quello che resta invariato, pur dopo tutti questi anni, è la capacità di essere complesso nella sua semplicità, il modo unico con cui le personalità dei singoli pennuti protagonisti emerge dalle loro espressioni e versi. Il corto firmato da Ralph Eggleston, uno dei veterani dello studio e collaboratore di Brad Bird che con ruoli diversi ha messo mano a tutti i grandi titoli dello studio, è un piccolo gioiello di immediatezza e vivace divertimento, premiato giustamente con l'Oscar per il miglior corto animato nel corso dell'edizione 2002.
6. Piper (2016)
La Pixar ci ha abituato ad un tale livello tecnico che non dovremmo più stupirci per le meraviglie della loro computer graphic ad ogni nuova occasione. E invece succede a guardare i primi passi stentati del piccolo beccaccino Piper, che lasciano nette quanto delicate orme sulla soffice sabbia della costa californiana. Ci stupiamo per la realistica grazia con cui sono rese le sue piume, per l'acqua cristallina e le onde rese minacciose da un'animazione accorta. Ma poi tutto sparisce, perché i pochi minuti del corto abbinato ad Alla ricerca di Dory riescono a travolgerci di emozioni, immergendoci nella storia dell'uccellino che deve vincere le proprie insicurezze e paure per imparare a vivere. Piper è un corto senza dialoghi, che parla direttamente al cuore e ci lascia colmi di emozione, sorridenti e soddisfatti, più di quanto tanti altri riescano a fare con storie più articolate e complesse.
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5. L'ombrello blu (The Blue Umbrella) - (2013)
Un'altra storia d'amore dall'inconfondibile marchio Pixar, vissuta tra poetica tenerezza, bizzarra anomalia ed un livello tecnico sorprendente. Incredibile, soprattutto, la capacità di fondere i due cartoonistici ombrelli protagonisti con dei fondali al limite dell'iperrealismo senza che questo sbalzo stilistico risulti in qualche modo stonato o spiazzante. The Blue Umbrella è toccante, emozionante, in qualche modo teso e coinvolgente, e rappresentava la perfetta apertura per un film come Monsters University che lavorava su sensazioni e temi molto diversi. Ancora una nomination agli Oscar per questo corto firmato Saschka Unseld che ha anche il sapore di demo tecnica per nuovi software dello studio. D'altra parte questo tipo di lavori serve anche a sperimentare e lanciare ponti verso un roseo ed evoluto futuro.
4. La Luna - (2012)
Facciamo un passo indietro di un anno, quando in sala arrivava quel Ribelle - The Brave che per la prima volta dopo anni lasciava qualche ombra nei giudizi di parte della critica. Non accadeva però al corto abbinato, quel piccolo capolavoro che è La luna, diretto dall'italiano Enrico Casarosa. È la storia di un bambino genovese per la prima volta al lavoro con padre e nonno e di come deve scegliere tra i punti di vista opposti dei due per trovare la propria voce interiore. È un altro impareggiabile esempio di come si possa usare la grafica al computer per ottenere un'animazione calda e avvolgente come quella tradizionale, avvicinandosi a grandi maestri del settore come Miyazaki. Delle nomination agli Oscar della Pixar è quella che ci lascia di più l'amaro in bocca per un essersi concretizzata in un premio, ma siamo sicuri che Casarosa (anche soggettista del prossimo Il viaggio di Arlo) avrà modo di rifarsi.
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3. One Man Band - (2005)
La piazza deserta di un villaggio, due uomini orchestra, da cui il titolo, che si sfidano per conquistare la moneta in elemosina di una bambina di passaggio. Non c'è bisogno di parole, bastano musica (di Michael Giacchino) e le insuperabili espressioni dei tre volti per comunicare tutto quello che serve. Folgorante nella sua semplicità, brillante nella messa in scena, travolgente nel ritmo, One Man Band è un altro dei piccoli capolavori di casa Pixar che non è andato oltre la nomination all'Oscar ma che ne avrebbe meritati dieci. La regia questa volta è di Mark Andrews e Andrew Jimenez ed essendo abbinato in sala a Cars - motori ruggenti, possiamo dire che in questo caso l'extra era di gran lunga superiore allo spettacolo principale.
2. Il gioco di Geri (Geri's Game) - (1997)
Se il titolo precedente conquistava a dispetto della sua semplicità ed i suoi tre soli personaggi, con Il gioco di Geri ci si spinge oltre limitandosi a due... anzi uno! Si tratta di Geri, che gioca una agguerrita partita a scacchi con sé stesso, spostandosi da un lato all'altro della scacchiera, mettendo e togliendo gli occhiali. Uno scontro che si fa via via più drammatico, avvincente e teso, con i due Geri sempre più coinvolti e trasfigurati dalla battaglia. Gli animatori Pixar danno il massimo sotto la guida del regista Jan Pinkava, e questa volta vincono eccome il meritato Oscar per il corto animato. Era solo il 1997, l'anno di A Bug's Life, e lo studio di Lasseter metteva fin da subito in chiaro quali sarebbero stati approccio, temi e qualità delle sue opere. A quasi vent'anni di distanza, dobbiamo ammettere che questa piccola promessa iniziale è stata ampiamente mantenuta.
1. Quando il giorno incontra la notte (Day & Night) - (2010)
Per la vetta della nostra classifica facciamo un deciso passo in avanti all'anno che fu di Toy Story 3. A distanza di tredici anni da Geri, la qualità, in termini puramente tecnici, era decisamente aumentata, ma il geniale, poetico approccio si era mantenuto intatto: Quando il giorno incontra la notte è un'opera d'arte in tutto e per tutto, che gioca con gli spazi nel raccontare la diffidenza e la paura dell'ignoto, l'incapacità di comprendere ciò che è diverso da noi e la forza che si può trovare in esse. Sono protagonisti il giorno e la notte, entità opposte attraverso le quali, letteralmente, vediamo e percepiamo il mondo in modo diverso. Una diversità che le rende diffidenti l'una dell'altra almeno fin quando non capiscono la ricchezza che si può trovare nelle rispettive diversità. Un'idea emozionante e viva valorizzata da una messa in scena perfetta, che ci mostra frammenti di mondo attraverso le sagome dei due personaggi ritagliate sul quadro nero, sfruttando l'ampiezza dello schermo, i contrasti, il 3D e la sua profondità. Se non ci fossero stati i primi 10 minuti di Up, la prima metà di Wall-e, la genialità di Monsters & Co. e i meravigliosi personaggi di Nemo, sarebbe bastato questo corto a farci amare la Pixar.