Hoops, recensione: pallacanestro e parolacce su Netflix

La recensione di Hoops, nuova serie animata di Netflix a base di sport e turpiloquio, con la voce di Jake Johnson.

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Hoops: il protagonista della serie

C'è qualcosa di strano nell'assistere alla nuova produzione animata di Netflix, di cui parliamo in questa recensione di Hoops, e la stranezza deriva da una scritta nei titoli di testa: "A 20th Century Fox Television Production". Una reliquia d'altri tempi, poiché la terzultima parola è stata rimossa dal nome della casa di produzione (una scelta obbligata per la Disney, attuale proprietaria del brand, per evitare di essere associati a una realtà scomoda come Fox News, rimasta entità a sé dopo l'acquisto delle unità cinematografiche e televisive). Ma anche perché, in circostanze diverse, e con qualche piccola modifica al contenuto (ossia la rimozione delle parolacce tramite suoni appositi), sarebbe stato uno di quei prodotti che il canale catodico Fox regolarmente cerca di sfruttare per rimpolpare il palinsesto noto come Animation Domination, dove tutto ciò che non riguarda i Simpson, i Griffin o la famiglia di Bob Belcher tende ad avere vita breve. Ed è la seconda volta, nel giro di pochi mesi, che quel tipo di produzione finisce su un servizio di streaming, dopo Central Park che da maggio fa parte del catalogo di Apple TV+. N.B. La recensione si basa sulla visione in anteprima di tutti e dieci gli episodi.

Il liceo, che fatica

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Hoops: una scena della serie

Al centro di Hoops c'è Ben Hopkins, allenatore di basket in un liceo americano. Irascibile e altamente parolacciaro, il suo sogno è di arrivare agli alti livelli della professione, nonostante la scarsissima qualità della squadra che gli è toccata. Tra un allenamento e una partita deve anche fare i conti con la preside, che sopporta a fatica il suo atteggiamento scurrile, l'ex-moglie (che lui continua a chiamare moglie perché ancora non è stata apposta la firma definitiva per il divorzio) che ora va a letto con un collega di lui, e la figura ingombrante del padre. Quando non inveisce contro l'arbitro davanti a tutti si diverte a escogitare stratagemmi assurdi per non compromettere la formazione della squadra, come quando i vari giocatori sono tutti a rischio a causa delle loro medie accademiche. D'altronde, secondo Ben, che sarà mai un esame sul concetto di etica?

Minimo risultato col massimo sforzo

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Hoops: un'immagine della serie

La fattura tecnica c'è tutta, con uno stile grafico che ricorda appunto quello di Bob's Burgers e Central Park, e l'impegno a livello di premessa è presente al di là dell'escamotage di una classica produzione da network con abbondanti dosi della parola fuck. Eppure, forse anche per la presenza nei credits dei nomi di due produttori come Phil Lord e Chris Miller, il sentore che la serie non vada quasi mai oltre il minimo indispensabile c'è, soprattutto se si conosce il background del creatore Ben Hoffman: questi è infatti noto negli USA con lo pseudonimo di Wheeler Walker Jr., e in tale veste ha firmato vari brani country caratterizzati da un tono comico e testi molto scurrili su argomenti di attualità. Un elemento che si fa parzialmente sentire nei titoli di coda, con la sigla sul Kentucky e sulla quasi certezza che Ben ci rimarrà fino alla morte, ma per il resto lo show va un po' troppo sul sicuro, avvalendosi di un ritmo che facilita il bingewatching senza preoccuparsi troppo di ciò che accade nei singoli episodi (salvo occasionali vette come la già menzionata storyline sull'etica).

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Hoops: un'immagine della serie animata

Detto questo, si ride, spesso di gusto, e la motivazione principale - se si guarda la serie in versione originale - fa anch'essa parte di quell'impressione di stare guardando qualcosa d'altri tempi: la voce di Jake Johnson. Dal 2011 al 2018 egli è stato Nick Miller nella serie New Girl, altra produzione Fox a cui Hoffman ha partecipato (questa volta solo come attore, nel quindicesimo episodio della prima stagione). E il sarcasmo che Johnson esibiva tra le mura dell'appartamento che ci ha deliziati per sette stagioni trova qui la sua evoluzione naturale, raggiungendo livelli parossistici che fanno dell'attore una scelta ideale per questo tipo di progetto animato, affiancato da colleghi del calibro di Natasha Leggero e Rob Riggle. La speranza, a questo punto, è che eventuali stagioni future sappiano sfruttare appieno il potenziale comico di tutte le persone coinvolte.

Conclusioni

La recensione di Hoops giunge al termine, e così ci congediamo dalla nuova produzione animata di Netflix che, al netto dell'ottimo impianto tecnico e l'evidente talento di tutti i partecipanti, spesso risulta un po' troppo normale, lasciando intravedere solo alcuni stralci del genio caustico del suo autore. Si ride parecchio, ma era lecito aspettarsi di più.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
3.2/5

Perché ci piace

  • La voce di Jake Johnson è strepitosa.
  • L'apparato tecnico è impeccabile.
  • Le gag sono per lo più simpatiche.

Cosa non va

  • A parte alcune trovate davvero brillanti, la serie non osa abbastanza sul piano comico.