Ho visto un re, intervista a Giorgia Farina: “La mia favola delicata che dialoga con il presente”

"Ora che sono diventata mamma sono più dolce". La nostra intervista alla regista, che al Torino Film Festival ha portato in anteprima il suo quarto lungometraggio. Al cinema? Primavera 2025.

Una scena di Ho visto un re

Una storia straordinaria, eppure reale. Anzi, vera. Incredibilmente vera. A suo agio in ogni tono e in ogni genere, Giorgia Farina torna alla regia con Ho visto un re. Una favola, in un certo senso, artigliata in un'epoca oscura che, però, viene illuminata dallo sguardo di un bambino. Scritto insieme a Franco Bernini e Valter Lupo, il film ci porta nel 1936: un Principe africano, Abraham Imirrù, viene catturato e rinchiuso in una voliera. Ma il piccolo Emilio, nonostante un papà Podestà fascista, vede in lui qualcosa di meraviglioso, molto simile a un eroe. Protagonisti, Edoardo Pesce, Sara Serraiocco, Marco Fiore, Gabriel Gougsa, Blu Yoshimi, Lino Musella e Gaetano Bruno.

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Ho visto un re: il cast al photocall del Torino Film Festival

Fin dall'esordio rivelazione del 2015, ovvero Amiche da morire, le opere della Farina meritano sempre una certa attenzione. Per questo, nella nostra intervista (anzi, potremmo dire chiacchierata), organizzata in occasione della presentazione del film al Torino Film Festival, partiamo con lei parlando dalle storie che sceglie di raccontare. "Ho visto un Re ha avuto una gestazione leggermente più lunga di quella che pensavo, perché sono diventata mamma! Quindi ho avuto anche il bebè e sono andata sul set che lui aveva 6 mesi. Ho fatto tutta la preparazione incinta con questa pancia gigantesca. Secondo me, arriva il momento di girare quando tutto è al proprio posto. In realtà adesso sto già iniziando a girare il mio prossimo film".

Ho visto un re: intervista a Giorgia Farina

Ho Visto Un Re Scena
Gabriel Gougsa è Abraham Imirrù

Ho visto un re, con dolcezza e umorismo, riflette sul ruolo dell'eroe - Emilio crede che Abraham sia Sandokan -, in un'epoca in cui il concetto di eroismo è spesso travisato. "Adesso l'eroe, se pensi al cinema, riguarda i film Marvel che ci hanno propinato negli anni, che in realtà non hanno questa funzione catartica per i bambini. La cosa che mi piace molto del mio eroe, del mio film, è che un uomo che non ha i superpoteri. Il supereroe di quell'epoca era Sandokan, un uomo normale, non aveva nulla di straordinario. Grazie alle sue virtù diventava straordinario. E credo che questa cosa si sia un po' dimenticata", spiega Giorgia Farina.

La femminilità secondo una regista dallo sguardo attento

Nel film sono poi interessanti le figure femminili (pensiamo al personaggio di Blu Yoshimi). "Sono figure anche molto contraddittore, se penso sia a Blu sia a Sara Serraiocco. Hanno queste doppie facce. Ma ho voluto raccontare come è veramente la femminilità. Nei miei film racconto le donne, e mi sarebbe sembrato strano raccontare solamente una parte. E mi è piaciuto anche raccontare delle donne che non sono per forza buone o cattive a tutto tondo, per esempio Blu parte che sembra quasi una villain e poi diventa invece una figura innamorato".

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Marco Fiore, Sara Serraiocco ed Edoardo Pesce

Quatto film in dieci anni per Giorgia Farina, ma come si è evoluta, secondo lei, la nostra industria? "C'è stato un cambiamento, soprattutto per quanto riguarda il mondo della commedia. Ricordo che dieci anni fa la commedia doveva essere seguendo un certo ritmo, invece ora si stanno aprendo verso un pubblico diverso, più giovane. Siamo andati avanti in un territorio inesplorato, sperimentiamo di più. Ad esempio, se penso a Sara Serraiocco, nessuno penserebbe mai in un film più leggero. Anche lo stesso Edoardo Pesce, più autoriale. Prima non si sarebbe potuto fare un cast del genere. Chiaro, sto parlando per me. Ovviamente si potrebbe fare di più".

Una favola che dialoga con il presente

Ho visto un re, tra l'altro, riesce a dialogare con il presente: la paura del diverso, e la paura verso coloro che possono intaccare una latente canonicità di pensiero e di opinione "Il film l'ho pensato tantissimi anni fa, al tempo di Amiche da Morire. È cresciuto dentro me, cambiando. Io credo che parli nel presente perché parla di rappresentazione, di come l'altro entra nel nostro campo di integrazione. Credo che sia una storia universale. È La storia di un alieno che viene da Marte, visto con gli occhi di un bambino".

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Lo sguardo dei bambini

A proposito di bambini, se Giorgia Farina è appena diventata mamma, quanto è importante coltivare l'empatia, il giusto, e il bello, ora che l'educazione è costantemente minacciata? "Da piccoli i bambini sono nel loro mondo positivo", racconta la regista, "Poi la società, quando crescono, guarda con perplessità ai buoni. In realtà Ho visto un re ci dice il contrario. Forse è una visione favolistica, o quello che mi piacerebbe fosse la vita. Sì, sono diventata mamma, e sono diventata più dolce".