Hitman, dalla console al grande schermo
L'Agente 47 (Timothy Olyphant) non ha nessun nome perché è stato allevato sin dall'infanzia da una misteriosa "Organizzazione", conosciuta da tutti i governi, che trasforma le persone in assassini professionisti.
Quando verrà ingaggiato per uccidere il presidente russo Belicoff (Ulrich Thomsen), non lo mancherà. Inspiegabilmente, qualche istante dopo, lo stesso uomo sarà ancora vivo e vegeto. 47 si ritroverà nel bel mezzo di una congiura internazionale, con l'Interpol sulle sue tracce, capitanata dal duro Whittier (Dougray Scott).
In fuga insieme alla prostituta Nika (Olga Kurylenko), schiava sessuale del fratello del presidente, 47 dovrà evitare di farsi uccidere da decine di killer addestrati quanto lui e riuscire a tirarsi fuori dalla trappola in cui è stato spinto.
Chi l'ha incastrato?
Hitman - L'assassino è sicuramente l'evento che gli appassionati della serie stavano aspettando. Vi divertirete a cogliere tutti i piccoli richiami al videogame: 47 che usa la siringa, si apposta come un cecchino e nasconde gli oggetti. Perfino alcuni personaggi del videogioco come l'agente della CIA Smith e Diana, la voce che guida il protagonista, fanno una breve apparizione nel film.
Piuttosto convincente a livello visivo, il film è diretto dal francese Xavier Gens, che gira con fermezza tutte le scene d'azione, facendo un gran lavoro di coreografie che a volte ricordano i film di Hong Kong: il personaggio, ad esempio, viene mostrato con due pistole mentre uccide i nemici muovendosi al rallenti.
Il regista si sforza di mettere in scena uno spettacolo in chiave noir e grazie a Dio non ha il tocco distruttivo di Uwe Boll; bensì è più vicino a Paul W.S. Anderson, creatore della saga di Resident Evil e del primo Alien Vs. Predator. Sebbene, infatti, Gens sappia creare ottime scene d'azione, quello che non sa fare è approvare un buon script: per quanto sia uno spettacolo d'intrattenimento, Hitman è un film dalla storia debole, dove non mancano difetti e buchi di trama. Si poteva pure sfruttare meglio il passato del personaggio, riassunto in una manciata di minuti.
Il produttore Luc Besson, che solitamente si diverte a inserire tanta ironia nei suoi progetti, questa volta finisce per prendersi troppo sul serio.
La sceneggiatura di Skip Woods (Codice Swordfish) presenta una storia abbastanza piatta: un killer che fallisce una missione per poi scoprire d'essere stato incastrato e fuggire con una bellissima donna che gli starà costantemente al fianco... non vi ricorda un po' The Bourne Identity?
Contrariamente a quanto annunciato precedentemente, Hitman è marchiato dalla censura con la R di Restricted (vietato ai minori di 18 anni): la pellicola mette in scena tantissima violenza, turpiloquio, un'attrice protagonista senza veli e tanto, tanto sangue (realizzato in digitale).
Due parole sul protagonista: quando è stato annunciato che Vin Diesel non avrebbe più interpretato il ruolo di 47, molti sono rimasti delusi: forse l'attore è ormai talmente conosciuto per i suoi simpatici eroi un po' tamarri che la sua scelta non avrebbe giovato a questo misterioso personaggio.
Timothy Olyphant, invece, fa del suo meglio per rimanere glaciale e allo stesso tempo dare un briciolo di umanità al protagonista.
Recentemente visto in una performance piuttosto deludente nel recente Die Hard - Vivere o morire, Olyphant usa bene il suo sguardo, cavandosela anche nelle sequenze d'azione dove lo vediamo perfino in un insolito duello con le spade contro altri agenti come lui.
Quello che forse non perdonerete a 47 è la sua fragilità interiore nel momento in cui incontra la bellissima Nika, rimanendo affascinato dal sensuale tatuaggio di un drago che questa porta sul viso.
Il personaggio non si dovrebbe innamorare, tuttavia questo è uno degli spunti più interessanti della trama: con lui la donna si sente al sicuro e decide di offrirsi anche fisicamente, ma 47 tenta fino all'ultimo di mantenere le distanze da lei. Olyphant non sarà duro come ci aspettavamo, però la scelta di assumere un attore non troppo conosciuto non è stata uno sbaglio.
I film tratti dai videogiochi difficilmente diventano un qualcosa di memorabile; non ci riesce nemmeno Hitman, che comunque è una delle trasposizioni migliori. Nonostante una trama superficiale, il film supera le aspettative: allacciate le cinture e divertitevi, pur sapendo che non potrete collegare il vostro joypad allo schermo.
Rimane comunque un quesito: se lo scopo di queste operazioni è solo passivo intrattenimento, qual è il punto nel realizzarle?