Hell's Paradise, nel corso della sua prima stagione, ha conquistato il suo pubblico perché sapeva dosare azione con riflessione, lussuria con affetto; era un piacevole scambio tra ciò che volevamo e ciò che non ci aspettavamo. Dopo un esordio che ha catturato il pubblico con una fusione di azione brutale, atmosfera mistica e riflessioni profonde sulla vita e sulla morte, si ritorna con la seconda stagione su un'isola che è allo stesso tempo paradiso e condanna.
La storia di Hell's Paradise si regge su un equilibrio poetico tra desiderio di immortalità e accettazione del destino, tra ferocia spietata e compassione nascosta. La prima puntata dell'arco successivo promette di immergere lo spettatore nuovamente in questo teatro di ombre e luce.
Il ritorno al Paradiso infernale
Hell's Paradise nasce dal manga di Yūji Kaku, pubblicato su Shonen Jump+ e divenuto una delle opere più inquietanti e meditate degli ultimi anni nel panorama seinen, grazie alla combinazione di elementi action, horror, folclore e introspezione filosofica. La prima stagione dell'anime, prodotta da Twin Engine e dallo studio MAPPA sotto la direzione di Kaori Makita, è stata accolta con entusiasmo per la sua capacità di restituire l'atmosfera cupa dell'opera originale, esplorando non soltanto battaglie brutali, ma anche i dilemmi interiori dei personaggi, in particolare quelli di Gabimaru, ninja condannato a morte, e di Yamada Asaemon Sagiri, sua boia e compagna di viaggio.
MAPPA è tornato con gran parte dello staff creativo, confermando il ritorno del regista Kaori Makita, dello sceneggiatore Akira Kindaichi, del caratter designer Akitsugu Hisagi e del compositore Yoshiaki Dewa, e questa continuità di visione è fondamentale per garantire una transizione fluida tra le stagioni, attenuando il rischio di dissonanze stilistiche o narrative rispetto alla prima.
La seconda stagione si propone di adattare i cruciali archi narrativi "Lord Tensen" e "Hōrai", parti del manga che approfondiscono non solo la mitologia dell'isola di Shinsenkyo, ma anche i retroscena dei personaggi, le dinamiche di potere e le tensioni filosofiche tra il desiderio di vita e l'accettazione della mortalità. Questi archi promettono un'incursione ancora più profonda nelle pieghe del mondo narrativo costruito da Kaku, e la costruzione del primo episodio sembra riflettere questa doppia intenzione: quella di restituire familiarità e quella di generare un senso di pericolo imminente.
La stagione riprende esattamente dal punto in cui la prima si è interrotta: con Gabimaru e Sagiri immersi nell'isola di Shinsenkyo, affrontando la sua fauna letale, i misteri ancestrali e le dinamiche sempre più complesse tra i condannati in cerca dell'Elisir di vita. Nel corso dell'arco "Lord Tensen", il gruppo si troverà di fronte a nuove fazioni di guerrieri immortali, le cui tecniche e motivazioni superano la semplice sopravvivenza e si spingono verso vere e proprie sfide esistenziali.
Il primo episodio appare quindi costruito non come un'esplosione immediata di violenza, ma come una narrazione di preparazione e di tensione progressiva: si alternano spunti di dialogo, piani per nuove incursioni, riflessioni sui legami tra i personaggi e anticipazioni di nuove minacce. In questo senso, il tono richiama la stratificazione lirica del manga stesso, che non teme di rallentare per approfondire i pensieri e i sentimenti dei protagonisti prima di gettarli nuovamente nella mischia.
Stile e animazione: l'identità visiva di MAPPA al servizio della tensione
Lo studio MAPPA ha consolidato la sua reputazione nel corso degli anni come uno dei principali artefici dell'animazione contemporanea ad alto impatto visivo. Da L'attacco dei giganti a Jujutsu Kaisen, passando per Chainsaw Man, lo studio ha saputo coniugare dinamismo d'azione con una forte esigenza estetica e una cura delle scenografie digitali. Hell's Paradise si iscrive in questa tradizione, ma con una sfida peculiare: fondere estetica dark‑fantasy, horror e poesia visiva in un'opera che si muove tra foreste inquietanti, creature mostruose e spazi che sembrano sospesi tra realtà e allucinazione.
Dal trailer della stagione 2 emerge una key visual che richiama decisi contrasti cromatici - rossi del sangue, neri dell'oscurità, bianchi delle nebbie - e una composizione che mette in rilievo Gabimaru e altri personaggi centrali immersi in un ambiente che sembra vivo e ostile. La resa dei dettagli, soprattutto dei personaggi e delle creature, è già di per sé un elemento di fascino visivo: la qualità dell'animazione nei momenti chiave - combattimenti ravvicinati, esplorazioni notturne, apparizioni di entità enigmatiche - promette di bilanciare le sequenze più riflessive con quelle di puro impatto estetico.
Al centro della narrazione resta Gabimaru, ninja condannato a morte e protagonista il cui desiderio di ritornare dalla moglie rappresenta il motore emotivo dell'intero arco narrativo. Nella prima stagione, Gabimaru ha mostrato una progressiva discesa nella sua stessa psiche, affrontando la lotta contro creature e la propria incapacità di morire: tutto ciò ha offerto non solo momenti di azione brutale, ma anche profonde metafore sulla natura del desiderio e della redenzione. La continuità narrativa della seconda stagione sembra pronta ad approfondire ancora queste tensioni interiori, mettendo Gabimaru di fronte a sfide che non sono soltanto fisiche, ma anche morali.
Accanto a lui, Yamada Asaemon Sagiri continua a incarnare il contrappeso emotivo e filosofico: boia addestrata, donna di disciplina rigorosa e di sensibilità complessa, la sua relazione con Gabimaru ha già dimostrato di essere uno dei motivi più avvincenti dell'anime. I nuovi archi narrativi introdurranno altri membri della famiglia Asaemon - come Shugen, Jikka, Kiyomaru e Isuzu - ampliando la prospettiva sulle motivazioni che spingono ciascun boia a confrontarsi con l'isola e con il proprio ruolo.
Questa ricchezza di caratteri, unita alle sfumature psicologiche che il manga ha saputo costruire, rappresenta una delle maggiori promesse della stagione 2: offrire non solo scene di combattimento avvincenti ma anche un'introspezione che rende ogni colpo di spada anche un colpo di coscienza.
Temi e atmosfera: dalla sopravvivenza alla moralità
Uno degli aspetti più affascinanti di Hell's Paradise è il suo modo di usare l'azione come metafora. La caccia all'Elisir di vita - che rappresenta la possibilità di sfuggire alla morte - è strettamente intrecciata con domande sul valore dell'esistenza stessa e sulla natura della violenza. Nel primo episodio della stagione 2, si arricchisce l'esplorazione dei contrasti tra umanità, mostruosità, legge e libertà, dove ogni lotta corpo a corpo si specchia in un conflitto etico.
La presenza di mostri, figure mitiche e creature enigmatiche non è mai gratuita: è sempre un enigma narrativo che sfida il lettore/spettatore a rivedere i confini tra ciò che è considerato "umano" e ciò che è oltre la comprensione. Questo uso simbolico dell'ambiente, delle creature e delle relazioni è già emerso nella prima stagione e sembra destinato a intensificarsi nella seconda.
La profondità tematica e la costruzione dei personaggi sono infatti alcuni dei punti di forza della serie: Gabimaru, Sagiri e gli altri Asaemon continuano a incarnare tensioni morali profonde che trascendono il semplice shōnen battle anime, spingendo lo spettatore a riflettere sulle motivazioni interiori di ciascun personaggio.
Quanto ai limiti, alcune criticità della prima stagione potrebbero confermarsi nella seconda se non affrontate: commenti di fan online dopo la prima serie lamentavano una discrepanza tra animazione statica in alcune scene e la ricchezza grafica del manga originale, con alcuni spettatori che notavano una perdita dell'aura artistica della versione cartacea.
Inoltre, la necessità di bilanciare ritmo narrativo e azione può portare la puntata d'apertura a privilegiare la costruzione di tensione su elaborazioni spettacolari immediate, il che può risultare più lento per chi si aspetta un'esplosione d'azione sin da subito.
Se la prima stagione ha dimostrato che Hell's Paradise: Jigokuraku non è semplicemente un action fantasy, ma un'esperienza narrativa che unisce bellezza e orrori degli archetipi umani, la prima puntata della seconda stagione sembra essere una premessa per consolidare e approfondire queste qualità. Con una narrazione che non esplode, ma riprende il ritmo con (molta) calma, si alternano battaglie viscerali, rivelazioni emozionali e dilemmi morali, in una cornice visiva di grande impatto.
Con il debutto fissato per l'11 gennaio 2026 - e Crunchyroll come platea globale per la distribuzione fuori dall'Asia - il primo episodio si presenta non solo come un ponte con il passato, ma come un invito a riscoprire la tensione tra vita, morte e desiderio attraverso il prisma di un'animazione che continua a cercare il suo equilibrio tra spettacolo e introspezione.
Conclusioni
Il ritorno di Hell's Paradise riprende lì dove eravamo rimasti: dentro l'Isola, il Paradiso è ancora un Inferno e Gabimaru e gli altri sono costretti a fare i conti con nuovi avversari. Un primo episodio che ripercorre gli ultimi istanti della stagione precedente, senza dilungarsi ma senza anticipare molto di questa nuova stagione. Tutto tranquillo, forse troppo tranquillo per lo Shinsenkyo.
Perché ci piace
- L'animazione di MAPPA continua a mantenere i livelli (alti) della stagione precedente
- Né troppo veloce né troppo lento, un primo episodio ben ritmato ma...
Cosa non va
- Serve necessariamente un ripasso, prima di guardarlo, altrimenti i fan che hanno fatto passare troppo tempo dall'ultima stagione, si perdono senz'altro