Hausen, la recensione: un misterioso e terrificante edificio nella serie horror Sky

La recensione di Hausen, la prima serie horror targata Sky Original ambientata in un terrificante edificio che si nutre della sofferenza dei suoi inquilini.

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Hausen: un'immagine della serie Sky

Cominciamo questa recensione di Hausen, la prima serie horror targata Sky Original, con la constatazione di quanto sia ancora possibile, nel mondo dei prodotti di questo genere, rielaborare un tema forse fin troppo abusato e stantio come quello della casa infestata e farne qualcosa di particolare ed inaspettato. La serie tedesca diretta da Thomas Stuber fa - come i più famosi rappresentati di questo tipo di racconti - dell'atmosfera plumbea e della location quasi claustrofobica i suoi più grandi punti di forza, lavorando su come spaventare lo spettatore con un terrore sottile, che si appiccica lentamente addosso, più che con jump scares e colpi di scena urlati. La paura qui è di tipo diverso, trasuda dalle pareti come una sostanza oscura, e ci segue sempre, un corridoio dopo l'altro, una stanza polverosa dopo l'altra.

In Hausen, di cui abbiamo potuto vedere i primi episodi in anteprima, ci troviamo in un enorme complesso residenziale, buio e fatiscente, isolato nel mezzo di una natura brulla e boscosa. Non sappiamo esattamente dove siamo né in che anno ci troviamo (non vediamo telefoni cellulari né tantomeno televisori), le giornate vissute dai nostri personaggi sono illuminate da una luce gelida e malata e non li seguiamo mai al di fuori delle enormi palazzine in cui vivono. L'atmosfera si fa opprimente ed estremamente tesa fin da subito, e noi spettatori veniamo trascinati in una realtà parallela in cui è l'edificio il vero cardine della vicenda, un edificio che parla, respira, e sa tutto di chi lo abita. Una specie di Overlook Hotel kinghiano che da qualcosa di inanimato si trasforma in un essere vivo e senziente che nasconde terribili segreti.

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Hausen: un momento della serie Sky

Un edificio vivo e senziente

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Hausen: un'immagine tratta dalla serie Sky

Al centro della trama di Hausen troviamo Juri e Jasheck (Tristan Göbel e Charly Hübner), padre e figlio appena trasferitasi nel complesso di palazzine residenziali che dà il titolo alla serie. Jashek è appena stato assunto come nuovo custode e responsabile della manutenzione e ha portato con sé suo figlio in questa nuova avventura. Della madre di Juri non sappiamo nulla, intuiamo solo che non c'è più e che la sua assenza è legata a ricordi dolorosi per entrambi i personaggi. La vita nello strano edificio si fa subito particolarmente movimentata per il nuovo custode: una sostanza nera e appiccicosa si è insinuata nelle tubature, lasciando gli inquilini con poca a acqua e senza riscaldamento, e Jasheck - cercando il modo più efficace di debellarla - scoprirà che tra le pareti della struttura si nasconde qualcosa di oscuro e decisamente spaventoso. Tra cani feroci che scorrazzano a piede libero per i corridoi (e che sembrano entrare ed uscire dai muri), neonati che improvvisamente scompaiono e voci misteriose che provengono dai condotti di areazione e che condizionano il comportamento degli abitanti, le cose si fanno sempre più strane ed inspiegabili (e sopratutto terrificanti).

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Hausen: una scena della serie Sky

Il grande edificio, che inizialmente pare semplicemente una struttura decadente abitata da persone non particolarmente abbienti, con il tempo si trasforma, come dicevamo, in una creatura viva e senziente. Le tubature e i condotti di areazione diventano le sue arterie, ma anche gli occhi con cui spia la vita dei suoi inquilini, nutrendosi della tristezza e del dolore che provano. Sembra addirittura che fornisca loro anche una strana sostanza oscura (che derivi dal liquido vischioso che infesta le tubature?) con cui drogarsi, rendendo alcuni di loro quasi degli zombie, completamente assuefatti e dipendenti, ma chiedendo qualcosa in cambio. I corridoi si spostano, pareti e cancelli misteriosi compaiono dove non erano mai stati, la planimetria muta per seguire la volontà misteriosa del palazzo. Juri e Jasheck, che sono i nuovi arrivati, sembrano gli unici a stupirsi per quel che accade, cercando di risolvere i problemi in maniera razionale senza farsi completamente trascinare dalla follia di ciò che li circonda. Tanto Tristan Göbel che Charly Hübner riescono ad esprimere molto bene, e a rendere credibile, il senso di confusione e smarrimento che provano i loro personaggi, lasciando trasparire, però, come anche loro vengano lentamente invischiati e assorbiti dalle stranezze che caratterizzano la loro nuova casa.

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Terrificanti segreti nascosti

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Hausen: Tristan Göbel e Andrea Guo in una scena della serie Sky

Hausen non è forse una serie per tutti i palati, probabilmente in molti la troveranno fin troppo enigmatica, toppo carica di significati nascosti, ma a nostro parere è capace di catturare chi guarda creando un immaginario unico e particolare, affascinante e respingente allo tempo stesso. Chi ama il genere horror si butterà in questa avventura sicuro di ripercorre una strada ben conosciuta, di ritrovare topoi e cliché a cui il genere ci ha abituati, ma forse scoprirà qualcosa di nuovo, a modo suo originale. Ci chiediamo, però, quanto un'atmosfera così oscura e tenebrosa, quanto una trama così volutamente ermetica e misteriosa, dai ritmi a tratti particolarmente dilatati, possa funzionare sul lungo periodo mantenendo alto l'interesse dello spettatore. Detto questo, gli episodi che abbiamo potuto vedere, come vi dicevamo solo i primi due, hanno certamente infiammato la nostra curiosità, e siamo sicuri che resteremo fino alla fine per scoprire quali indicibili segreti si nascondo tra le pareti di questo terrificante edificio.

Conclusioni

Concludiamo questa recensione di Hausen sottolineando quanto questa serie horror sia stata capace di catturarci con le sue atmosfere plumbee e fin da subito molto tese. Siamo estremamente curiosi di scoprire come si evolverà la trama e se il taglio estremamente oscuro ed enigmatico dato alla narrazione possa funzionare sul lungo periodo.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
3.0/5

Perché ci piace

  • L’ottimo utilizzo delle location: un’enorme palazzina che sembra vivere di vita propria e che si nutre del dolore dei suoi inquilini.
  • L’atmosfera fin da subito opprimente e molto tesa.

Cosa non va

  • I ritmi particolarmente dilatati in certi punti e l’atmosfera fin troppo oscura ed enigmatica non sono per tutti.