Il 10 febbraio 1940 andò in onda il primo episodio di Tom & Jerry, uno dei cartoon più amati di sempre, forse il più longevo e quasi sicuramente il più famoso al mondo. A firmarlo erano William Hanna e Joseph Barbera, rispettivamente un fumettista e un soggettista animatore della Metro Goldwyn-Mayer. I due erano ancora dipendenti della major, e solo nel 1956 fondarono la loro casa di produzione, che in breve tempo divenne un colosso dell'animazione mondiale.
Le odierne generazioni non lo sanno, ma per lungo tempo, in tutto l'Occidente, i soli cartoni che si potevano guardare in TV (per chi l'aveva) erano quelli provenienti dagli Stati Uniti, dal Belgio e, nella nostra penisola, qualche piccola produzione tricolore. L'avvento nella seconda metà degli anni Settanta di una massiccia produzione animata seriale dal Giappone, finalmente esportata anche da noi, cambiò le cose in maniera radicale. Ma le generazioni di adulti sono cresciute con un immaginario molto più naif e allo stesso tempo maturo, con una comicità allusiva e intellegibile a più livelli, a seconda delle età, e con una artigianalità talmente caratteristica da rendere il tutto immediatamente riconoscibile.
Quest'anno ricorre il sessantesimo anniversario della fondazione della Hanna & Barbera, e al cinema arriva un lungometraggio che vede protagonisti Top Cat e i gatti combinaguai. Un esperimento gradevole e riuscito, ma a un primo sguardo risulta piuttosto straniante per chi è abituato alla tipica bidimensionalità di Hanna & Barbera, che divenne ancora più marcata negli anni Ottanta. In seguito all'avvento dei "robottoni", infatti, il mercato dell'animazione seriale occidentale subì un tracollo, e la necessità di ridurre le spese portò al riutilizzo continuo di schemi di movimento e fondali, alla semplificazione massima del disegno e, spessissimo, al solo movimento labiale nei dialoghi. Eppure quei volti spigolosi, quelle labbra inesistenti e la mani con le dita sempre rivolte all'indietro sono diventate un marchio di fabbrica per la casa di produzione.
Si potrebbero dire moltissime cose su Hanna & Barbera, ma lasciamo che a scandirne le tappe siano dieci serie animate storiche (premesso che sarebbe impossibile elencare tutta la sterminata produzione della casa) e le eventuali loro derivazioni. Non una vera classifica, ma un amarcord attraverso il quale ri troverete di certo qualche amico d'infanzia.
10. Braccobaldo (Huckleberry Hound, 1958)
In Italia arrivò con il nome di Braccobaldo Bau per poi divenire Braccobaldo Show nella seconda stagione. Con una paglietta e un papillon tipici dello spettacolo di rivista, Braccobaldo è un cane dal sangue blu. Anzi, è proprio tutto blu! Con gli occhi a mezz'asta, questo cane pacioccone non potrebbe mai attirare gli iperattivi bambini di oggi, non fosse altro che per la sua parlata lentissima (in Italia lo doppiava Renzo Palmer, lo stesso di Svicolone). Spesso cantava "O mia cara Clementina", il che rese la canzone un tormentone anche da noi. La prima serie fu tributata a lui, ma nel Braccobaldo Show (prima serie animata a vincere un Emmy nel 1960), in linea con il suo look, divenne una sorta di presentatore che introdusse altri personaggi di Hanna & Barbera, come Pixie & Dixie, Mr. Jinx e addirittura Yoghi.
9. Gli impossibili (The Impossibles, 1966)
La componente musicale è sempre stata importantissima per Hanna & Barbera, ma nel 1966, con una serie breve, ci fu un vero tributo ai Beatles e ai supereroi dei fumetti tanto amati da Hanna. Gli impossibili furono osteggiati dalle televisioni statunitensi, le quali temevamo l'impatto che avrebbe avuto la violenza insita in alcune loro storie. Tuttavia la serie edulcorava il tutto, grazie al look psichedelico dei protagonisti e alle loro avventure musicali. La serie venne trasmessa all'interno di Frankestein Jr. e gli Impossibili; anni dopo I gatti di Chattanooga (Chattanooga Cats, 1969) facevano irruzione all'interno di altre serie di Hanna & Barbera, rinnovati nel look, ma riprendendo il sound degli Impossibili.
8. La formica atomica (Atom Ant, 1965)
Non si può non amare La formica atomica. L'incredibile carica di questo minuscolo personaggio con il casco bianco è talmente coinvolgente da essere diventata un termine di paraone all'interno di moltissime gag di comici dialettali. Ovvio omaggio ai fumetti di supereroi, non è ispirata ad Ant-Man, come si potrebbe pensare. La fonte è Atom, protagonista di un fumetto americano creato da Bill O'Connor e Ben Flinton. Semmai si può supporre che la Marvel prese qualche spunto... In Italia arrivò solo nel 1978, all'interno dello show televisivo Banana Split.
7. La famiglia Addams (The Addams Family, 1973)
In pochi sanno che la prima serie animata sulla celeberrima famiglia nasce come spin off. Il successo dell'episodio "Scooby Doo incontra la Famiglia Addams" fu tale che spinse la casa di produzione a realizzare una serie specifica. E ancora oggi sono in molti a ricordarla e ad apprezzarla. Solo sedici episodi, solo sei personaggi principali, in cui Zio Fester diventa Zio Ulcera. Non c'è stato bisogno che fossero di più per entrare nella leggenda.
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6. Josie e le Pussycats (Josie and the Pussycats, 1970)
Hanna e Barbera si erano già aperti al mercato adolescenziale, avendo già da tempo capito che l'animazione non è certo solo roba per bambini. Al termine dei '70s arrivano Josie e le sue Pussycats, ammiccanti già nel nome, succintamente mascherate da leopardi e sempre pronte a infervorarsi per i ragazzi (in particolare Josie per Alan). Basato sui personaggi di un omonimo fumetto della Archie Comics, il cartoon differisce dal cartaceo per l'ingresso di altri personaggi, per la fortissima componente musicale, che fu uno dei punti cardine di una campagna promozionale massiccia, e per l'imbattersi del trio della girl band in continui misteri in stile Scooby Doo. Anche il tratto ricordava moltissimo quello della serie di Scooby. Sempre rivoluzionari, Hanna & Barbera con questo serial animato introdussero il primo personaggio di colore, Valerie, in uno show di bianchi che andava in onda il sabato mattina.
5. Le corse pazze (Wacky Races, 1968)
Fate attenzione perché stiamo entrando nel mito puro: potreste restare contagiati da elementi di genialità senza precedenti e, dopo la visione, restare scontenti di tutto ciò che vedrete in seguito perché non all'altezza. Tutti pronti al Pit Stop, quindi: Le corse pazze fu ispirato nientemeno che da La grande corsa di Blake Edwards. Lo scopo di ogni episodio era far scaturire la comicità dall'eterna sconfitta del cattivo, il mitico Dick Dastardly accompagnato dal suo Muttley (ammissione di chi scrive: mai personaggio di Hanna e Barbera amai di più!). Ogni personaggio di questa serie strepitosa è entrato nella leggenda: dai fratelli Slag all'Armata Speciale, dal Diabolico Coupé alla fascinosa Penelope Pitstop, che ebbe un suo spin off come Dastardly. Le corse pazze hanno ispirato moltissimo cinema e moltissime serie TV, tra le quali addirittura Lupin III - L'avventura italiana.
4. L'orso Yoghi (Yoghi Bear, 1958)
Uno dei personaggi più amati e caratteristici di Hanna & Barbera, l'orso Yoghi, accompagnato dal fedele e tontolone Booboo, fu scritto e modellato su Art Carney, una celebrità dell'epoca, protagonista dello show televisivo The Honeymooners. Nato all'interno del Braccobaldo Show, fu una delle serie più longeva e più citata. Ne scaturirono diversi film, speciali televisivi, lungometraggi televisivi e partecipazioni all'interno di altre serie animate. Resta sicuramente uno dei personaggi più amati dai bambini di tutto il mondo, dal momento che fu tradotto in ben 20 lingue!
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3. Scooby-Doo, dove sei tu? (Scooby-Doo! Where are you?, 1969)
Il cartoon horror-psichedelico più rivoluzionario degli anni Settanta, senza timore di smentita. Fred, Daphne, Velma e il "fattone" Shaggy, insieme al danese parlante Scooby-Doo, si avventurano per cimiteri, dimore abbandonate e altri luoghi sinistri, incontrando fantasmi e mostri assassini. Alla fine di ogni episodio, il mistero viene svelato: nessun mostro, nessun fantasma, ma solo uno dei loschi criminali di turno che viene smascherato e assicurato alla giustizia. Venticinque episodi di pura, indimenticabile, genialità.
2. Gli Antenati (The Flintstones, 1960)
Il vero, originale cartone ispirato agli Honeymooners Jackie Gleason e Art Carney. Gli antenati, che al cinema tornò a essere I Flintstones, è un'allegoria della società americana degli anni Cinquanta e Sessanta ambientata all'età della pietra. Le caratteristiche sono le innumerevoli trovate che vedono ogni comodità del consumismo basata su rocce (è la serie più "rock" per utilizzo del termine nel suo doppio senso) e utilizzo di animali preistorici al posto di elettrodomestici. Oltre ad aver dato origine a I Pronipoti (The Jetson, 1962) ambientato specularmente nel futuro, ci sono da segnalare gli episodi in cui compaiono Samantha e Darrin di Vita da strega e "I macabri vicini", in cui fa la sua comparsa una versione preistorica della Famiglia Addams.
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1. Tom & Jerry (Tom and Jerry, 1940)
Inutile anche solo provare a sintetizzare Tom & Jerry in poche righe. È semplicemente il cartoon più famoso al mondo, quello che ha dato origine a Grattachecca e Fichetto, quello verso il quale è stato puntato il dito più e più volte (non ultima l'imputazione di un capo di stato che ha incolpato la serie di aver ispirato il terrorismo) in seguito a incidenti domestici. Un prodotto seriale tanto caustico e geniale non è mai stato scalfito da tali assurde critiche, la risposta sono i sette premi Oscar che ha vinto. L'eterna lotta del gatto e del topo, la sconfitta e mai la resa di Tom, la fantasia di Jerry, l'amicizia indissolubile fra i due, la formula basilare che è pura alchimia, indissolubile e semplice come le molecole dell'acqua. L'acquisto nel 2002 da parte della Warner Bros non ha fatto che accrescere la popolarità delle due, prime e originarie, uniche, inimitabili creature di Hanna e Barbera.