Hangman - Il gioco dell'impiccato, la recensione: Al Pacino a caccia dell'assassino

La recensione di Hangman - Il gioco dell'impiccato, poliziesco dove Al Pacino e Karl Urban sono sulle tracce di un serial killer, stasera su RAI4.

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Hangman - Il gioco dell'impiccato: Al Pacino in un'immagine

La giornalista Christi Davies non sapeva a cosa sarebbe andata incontro quando, con il permesso del sindaco, si è offerta per seguire da vicino il lavoro dei detective della polizia cittadina, per poi pubblicare un articolo sul loro modo di approcciarsi alle indagini. La ragazza si trova infatti ad affiancare il detective Will Ruiney, il quale si sta occupando di un caso che sembra essere legato alla mano di un serial killer che uccide le proprie vittime seguendo un modus operandi ricordante il classico "gioco dell'impiccato".

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Hangman - Il gioco dell'impiccato: Brittany Snow durante una scena

Su una delle scene del delitto l'assassino ha lasciato due numeri relativi alle matricole di due agenti: uno è lo stesso Ruiney mentre l'altro è il suo ex partner, l'esperto e ormai anziano Ray Archer. Come vi raccontiamo nella recensione di Hangman - Il gioco dell'impiccato, risalire all'identità del colpevole non sarà per nulla semplice e nel frattempo la scia di omicidi continua ad aumentare giorno dopo giorno: Ruiney e Archer comprenderanno ben presto come il movente del criminale abbia dei collegamenti con il loro comune passato e due distinte tragedie che li hanno visti coinvolti in prima persona.

Un sadico gioco mortale

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Hangman - Il gioco dell'impiccato: Al Pacino, Brittany Snow, Karl Urban in una scena del thriller

Sin da subito il film ci trascina nel cuore dell'azione, con un furioso inseguimento automobilistico tra le strade cittadine nel quale Al Pacino è al volante della macchina che cerca di fermare il sospettato. Un prologo non certo casuale, come sarà poi svelato nel prosieguo, e che sembrerebbe far propendere per un titolo ad alta dose d'adrenalina. In realtà quell'inizio così Fast & Furious non viene poi rispettato dal resto della visione, che si adagia su un banale thriller/poliziesco che strizza qua e là l'occhio alle atmosfere post Seven (1995).
Ecco quindi spazio ad efferatezze più o meno assortite nella ricostruzione delle scene del delitto, con sangue sparso sui muri e cadaveri incisi con delle lettere, che dovrebbero essere una sorta di indizio evidente per quanto avvenuto nel passato dei due detective protagonisti, che sembrano collegare fin troppo tardi i nuovi avvenimenti a quelli vissuti in precedenza.

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Una storia paradossale

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Hangman - Il gioco dell'impiccato: Karl Urban in una sequenza

D'altronde Hangman - Il gioco dell'impiccato si perde tra personaggi secondari che compaiono e scompaiono senza colpo ferire e situazioni più o meno improbabili per mettere in pericolo qualcuno di loro, con la giornalista di Brittany Snow che ha delle motivazioni labili e gratuite, provocate da una brutale esperienza subita, per voler raccontare a tutti i costi da vicino la routine di un detective sul posto di lavoro.
Il trio di pedine principali risulta così involontariamente parodistico e i vari nessi logici che legano in particolare i due detective risultano poco verosimili, con scambi di battute che cercano di giustificare in maniera più o meno coerente certe decisioni da prendere. Ma il tutto appare approssimativo, come confermato anche dal fastidioso colpo di scena nell'epilogo che rimescola tutte le carte in tavola, apparendo come una sorta di presa in giro nei confronti dello spettatore.

Un enigma senza fine

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Hangman - Il gioco dell'impiccato: Al Pacino in una scena del film

Lo script confonde continuamente le idee senza uno schema preciso di dove voglia andare a parare, al punto che gli eventi accadono come per inerzia senza una reale progressione della storia e dei suoi protagonisti. Non che il cast in questo aiuti e se Pacino cerca almeno di cavarsela col suo solito mestiere, sia Karl Urban che Britanny Snow risultano figure anonime e incapaci di esprimere correttamente le relative emozioni dei loro alter-ego su schermo.
Ma il momento peggiore di Hangman - Il gioco dell'impiccato è quando viene finalmente rivelata l'identità dell'assassino e il suo movente dietro quel piano psicopatico: una spiegazione così arzigogolata e assurda che toglie qualsiasi briciolo di credibilità al racconto, che già in precedenza aveva perso pezzi per strada senza rammaricarsene troppo.

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Conclusioni

Una sorta di copia a basso costo e zero idee di Seven, con una coppia di detective - uno più giovane e l'altro più anziano - che indaga sugli efferati delitti di un serial killer. Come vi abbiamo raccontato nella recensione di Hangman - Il gioco dell'impiccato, il film vede per protagonisti Al Pacino e Karl Urban, affiancati dalla giornalista di Brittany Snow, alle prese con una sceneggiatura ricca di forzature e inverosimiglianze che si trascina su colpi di scena sempre più improbabili. Fino a quell'epilogo che riapre nuovamente un capitolo che sembrava già chiuso, insinuando nuove suggestioni in una storia che aveva smarrito la bussola narrativa già dopo la prima mezzora.

Movieplayer.it
1.5/5
Voto medio
2.1/5

Perché ci piace

  • Al Pacino emana carisma anche nei ruoli più infelici.

Cosa non va

  • La sceneggiatura è ricca di forzature e inverosimiglianze e l'epilogo rimescola ulteriormente il tutto.
  • Il film manca di atmosfera e la tensione emotiva è pressoché nulla.