Era partito con discrete aspettative il drama di Christopher Cantwell e Christopher C. Rogers, con la AMC alla ricerca di un nuovo show sofisticato e di qualità dopo aver detto addio a Breaking Bad e a breve anche a Mad Men. Proprio allo show di Matthew Weiner era stato spesso accostato nelle prime settimane, sia per il protagonista talentuoso, tormentato e oscuro, che per la volontà, solo apparente, di raccontare gli anni '80 e il mondo dei Personal Computer così come era stato fatto per il mondo della pubblicità e gli anni '60 in Mad Men.
Ben presto si è capito che il paragone non era molto azzeccato, non solo per l'effettiva differenza qualitativa - per quanto abbiamo apprezzato questo Halt and Catch Fire lo straordinario show di Weiner è diverse spanne sopra - ma per una differenza ancora più oggettiva e sostanziale: il nuovo show AMC racconta sì di sognatori e innovatori, ma dalle ambizioni molto limitate e dalle spalle troppo strette.
Quello che il protagonista Joe McMillan vuole fare fin dal primo episodio, in fin dei conti, non è altro che inserirsi nel mercato con un prodotto non necessariamente migliore o più innovativo, ma più conveniente e quindi più appetibile anche per il semplice consumatore. Vuole portare i PC nelle case di tutti, questo sì, ma lo stesso PC che esisteva già nel 1983 ed era di marca IBM. Addirittura Gordon, suo partner in crime, si accontenta di molto meno: lui vuole semplicemente costruirlo un PC, non necessariamente più veloce, più potente o più bello. Semplicemente un computer funzionante e vendibile, un qualcosa di tangibile che gli permetta di dimostrare agli altri, alla moglie e soprattutto a sé stesso di non essere un fallito.
Quando alla fine riescono nella loro missione, quando il portatile Giant della Cardiff Electric, dopo mille disavventure e imprevisti, è finalmente venduto e pronto ad essere distribuito, cosa rimane? La soddisfazione di aver portato avanti un'idea ed aver creato qualcosa di tangibile? Certo, ma può bastare? Tanti mesi di fatica, tanti sacrifici (il povero Bosworth su tutti), per realizzare un prodotto che viene definito come "forte contendente nel mercato dei computer senza fronzoli". E ora?
Il vero futuro nel frattempo è altrove, ed ha le fattezze bionde e statuarie di Cameron, o di una che le somiglia tanto, come giustamente notano i due uomini guardando 1984, il celebre spot della Apple (diretto da Ridley Scott con stile orwelliano) che introdusse al mondo intero il Macintosh. "Parla" aveva detto del prodotto di Steve Jobs uno stupito Joe alla fine del penultimo episodio, stupito forse più di chiunque altro che quel futuro a cui spesso faceva riferimento fosse davvero lì. E che, soprattutto, fosse molto più vicino all'idea di Cameron di OS interattivo di quanto avrebbe mai potuto o voluto immaginare.
Individuata la strada per il futuro e con un successo ed una solidità economica alle spalle, questo sarebbe il momento giusto per andare avanti, puntare in alto e partire con un nuovo e più ambizioso progetto. Ma sia Joe che Gordon realizzano una triste ma decisiva verità su loro stessi: non hanno talento a sufficienza. E quando si rivolgono alle loro donne, le vere fautrici di quanto di buono era stato veramente fatto, è ormai troppo tardi, il futuro li ha già sorpassati. A loro non rimane altro che affrontare una volta per tutte gli spettri del passato. A differenza infatti di Don Draper di Mad Men o Walter White di Breaking Bad (giusto per citate due icone AMC) che sfruttano il doloroso passato come molla per conseguire qualcosa di grandioso (e, nel caso di Walt, orribile), Joe e Gordon ne sono invece schiavi e qualsiasi cosa facciano è sempre condizionato da quanto accaduto precedentemente.
Non potrebbe quindi esserci un finale migliore di quanto abbiamo visto: due uomini finalmente consapevoli dei propri limiti, che possono, adesso sì, mettere da parte l'orgoglio e arrendersi all'idea di non essere stati mai nè innovatori nè veramente geniali, ma che devono comunque essere fieri di aver regalato così un futuro a chi veramente lo sa scorgere (ricordate d'altronde il nostro primo incontro con Cameron all'università e la sua risposta alla domanda di Joe?) e di aver almeno scoperto e fatto risplendere il talento che avevano di fronte.
Viene da chiedersi quanto la AMC veramente credesse in Halt and Catch Fire o se fosse consapevole di quanto fossero poche le possibilità di successo di una serie così difficile da amare. Ma a maggior ragione questa serie è una prova di forza del canale che forse potrebbe permettersi perfino di ordinare uma seconda stagione a prescindere dagli insignificanti risultati ottenuti. Per quanto sia forte la curiosità di vedere come potrebbe andate avanti, la verità è che forse preferiremmo che lo show finisse con questo finale bellissimo e tanto emblematico.
Vorremmo che la storia di Joe e Gordon si chiudesse semplicemente qui, perché non tutti possono essere eroi o anche anti-eroi, alcune persone semplicemente sono un ingranaggio di un qualcosa più grande ed importante. Così come non tutte le serie possono essere dei capolavori o dei fenomeni culturali, ma questo non vuol dire che non possano essere comunque indimenticabili o parte di un qualcosa che sta comunque cambiando la nostra società, come il progetto seriale AMC, ancora giovanissimo ma già imprescindibile.