La scorsa estate avevamo accolto Halt and Catch Fire con curiosità e tante speranze, perché sembrava la candidata ideale a sostituire Mad Men in dirittura d'arrivo nei palinsesti della AMC. Invece la serie si è rivelata molto diversa dal gioiello della rete via cavo e soprattutto non ha saputo raccogliere intorno a sé un numero di spettatori tale da diventare un punto di riferimento per il futuro. Al punto che è stato con stupore che abbiamo accolto la notizia del rinnovo per una seconda stagione; stupore, ma di certo non dispiacere!
Perché noi siamo tra quelli che hanno apprezzato la serie sviluppata da Christopher Cantwell e Christopher C. Rogers e non solo per il modo interessante con cui ci ha condotto nel periodo della nascita della moderna era dei computer, ma per quello, ancora più convincente, con cui ha dipinto dei personaggi realistici e complessi, delineando con efficacia le relazioni tra loro sullo sfondo di un periodo storico in fermento. Ci sembrava però un'operazione autoconclusiva, efficace nella sua compiutezza a dispetto di alcuni spunti rimasti insoluti e sui quali, forse, la seconda stagione potrà concentrarsi.
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Un anno di cambiamenti
Ma non da subito, non nella premiere SETI che apre il nuovo ciclo di episodi. Perché molte cose sono cambiate nel corso dell'anno trascorso dal burrascoso finale della stagione 1, un anno in cui ognuno dei protagonisti ha compiuto passi avanti nel proprio cammino personale e professionale, ed è su questi percorsi che ci si immerge da subito con efficaci spaccati. A cominciare da Mutiny, la vivace e anarchica società che si è radunata intorno all'estro di Cameron e nella quale il primo episodi ci immerge fin da subito, con una cosiddetta, ed elaborata, tracking shot che ci dà un'idea precisa del fermento creativo, o forse sarebbe meglio dire chaos, che regna negli uffici dell'azienda. Le cose non vanno male per Mutiny, e non ci sarebbe da meravigliarsi perché i talenti messi insieme dalla ragazza sono notevoli, ma la situazione diventa sempre meno gestibile. Se ne rende conto soprattutto Donna che è costretta a tenere in piedi la situazione e fare quasi da mamma ai suoi colleghi di lavoro. É un ruolo che ha smesso di svolgere a casa, per una situazione invertita rispetto a gran parte della prima stagione, perché ora è Gordon ad essere diventato punto di riferimento per i figli, con la Cardiff Electric in liquidazione ed una grossa somma di denaro che gli permette di pensare ad un nuovo progetto personale da portare avanti nel garage di casa. Non tutto idilliaco, però, per lui: piccoli segnali ci fanno capire che c'è del malessere che cova. Dipendenza da droga? Piccole esche lanciate dagli autori per anticiparci quello che vedremo con la solita intelligente misura.
Non svegliate il cane che dorme
Discorso a parte merita Joe McMillan, il solito magnetico Lee Pace. Il Joe che ritroviamo ad inizio episodio, quello che ci conduce nel salto temporale di un anno, è un Joe cambiato, maturato, diverso. Lo troviamo controllato e in pace con sé stesso, accompagnato alla vecchia conoscenza del college Sara, una giornalista freelance con cui vive ad Austin. Un Joe molto diverso dall'esplosivo genio che ha dato il via al progetto Giant e che ora si ritrova con niente dopo il finale della stagione 1. E si tratta di un niente che resta tale anche dopo la vendita della Cardiff Electric, per un risarcimento e, soprattutto, per fargliela pagare per la deriva che ha chiuso il loro rapporto. Joe resterà la persona che sembra aver ritrovato sé stesso o l'affronto di Nathan Cardiff può essere la molla che fa scattare la sua voglia di rivalsa, portandolo ad uscire dall'esistenza placida che ha costruito? In una scena che è l'apoteosi del nuovo Joe, un falò con compagna ed amici, fa già riferimento ad una nuova azienda da lanciare a Silicon Valley: qualcosa ci dice che lo vedremo prestissimo di nuovo combattivo e carico di idee esplosive.
Chi ben comincia...
Halt and Catch Fire non riparte esattamente dove l'avevamo lasciata, ma lo fa con lo stesso spirito di un anno fa e con la stessa capacità di costruire storia e personaggi con piccoli riferimenti e dettagli, introducendo situazioni e temi con tocco discreto e intelligente: un solo episodio già offre tante idee e tanti spunti su cui lavorare, sia sui singoli personaggi che animano la serie che sul periodo storico che racconta con approccio originale. Joe, Gordon, Donna e Cameron sono pronti a guidarci nuovamente in questo viaggio negli anni '80, accompagnati dall'abituale lavoro efficace sulla selezione musicale che contribuisce a ricreare un'epoca. Cantwell e Rogers presentano la nuova stagione con un episodio che sa riprendere quanto lasciato in sospeso e già proiettarsi in avanti, che non riannoda i fili lasciati in sospeso, ma li sviluppa in nuove direzioni, riflettendo già su nuovi aspetti del boom informatico (gli utenti dei giochi online di Mutiny che restano a chattare anche a partita finita sembrano già fare un passo verso lo sviluppo molto futuro delle chat, prima, e dei social network, poi). Restiamo dell'idea che Halt and Catch Fire funzionasse bene come ciclo di episodi unico, ma siamo curiosi di vedere come gli autori hanno intenzione di espandere quell'universo e svilupparlo in direzioni nuove.
Movieplayer.it
4.0/5