Noi siamo Francesco: tra disabilità e amore

Guendalina Zampagni ha presentato, insieme al ricco cast, il suo secondo lungometraggio incentrato sul legame tra disabilità e sesso, tema di partenza per raccontare e descrivere sentimenti universali come l'amore e l'amicizia, ma anche le paure e le ansie genitoriali e il bisogno di ribellione, come strumento di indipendenza, dei figli. In sala in 20 copie grazie a Microcinema.

Francesco ha vent'anni, frequenta l'Università, ha un'intelligenza vivace e al tempo stesso riflessiva. Vive nel cuore della Puglia con sua madre, un architetto di talento che garantisce alla famiglia uno stile di vita agiato e privo di preoccupazioni economiche. Francesco però deve convivere con la mancanza di entrambe le braccia, un handicap fisico che si porta dietro dalla nascita e che ha allontanato il padre, incapace di gestire una situazione così delicata. Circondato dall'affetto sincero del suo migliore amico, l'esuberante Stefano, il ragazzo cerca di confrontarsi con una madre ansiosa, quasi annullatasi per seguire i bisogni del figlio, arrivando però a scegliere per lui, e con l'altro sesso, inteso prima di tutto come bisogno di un'intimità sentimentale piuttosto che sessuale.

Diverso da chi?

Guendalina Zampagni, qui al secondo lungometraggio dopo Quell'estate, presentato nella sezione Alice nella Città al Festival Internazionale del Cinema di Roma del 2008, parte dalla storia di Francesco (Mauro Racanati) per toccare un tema, quello del legame tra disabilità e sesso, al lungo rimasto tabù e che solo in questi ultimi anni, grazie anche ad altre pellicole come The Special Need di Carlo Zoratti e The Sessions - Gli incontri di Ben Lewin, trova maggiore spazio per dibatti e confronto o anche solo per una semplice attestazione o rivendicazione.

Noi siamo Francesco: Mauro Racanati parla con Elena Sofia Ricci in una scena del film
Noi siamo Francesco: Mauro Racanati parla con Elena Sofia Ricci in una scena del film

Nella pellicola ci viene presentato quasi come un problema, una pratica dolorosa da risolvere dalla madre del protagonista, interpretata da una sempre misurata e precisa Elena Sofia Ricci, che vive la (non) sessualità del figlio con angoscia, come una questione da risolvere, tanto da mettersi in contatto con una prostituta per far perdere la verginità al ragazzo che, in cuor suo, invece, sogna sì l'intimità, ma prima di tutto affettiva, proietta in Sofia (Gelsomina Pascucci), compagna universitaria della quale s'innamora e dalla quale teme un rifiuto. É qui, invece, che entra in gioco l'amore, uno dei temi universali trattati da Noi siamo Francesco. "Siamo tutti timidi davanti all'amore. Un personaggio come quello di Francesco fa da lente d'ingrandimento per mostrare questo sentimento." afferma la cineasta fiorentina.

Noi siamo Francesco: Elena Sofia Ricci insieme al protagonista Mauro Racanati in un'immagine del film
Noi siamo Francesco: Elena Sofia Ricci insieme al protagonista Mauro Racanati in un'immagine del film
Noi siamo Francesco: Elena Sofia Ricci con Mauro Racanati in una tenera immagine del film
Noi siamo Francesco: Elena Sofia Ricci con Mauro Racanati in una tenera immagine del film

Francesco, infatti, vive le stesse paure di un qualsiasi suo coetaneo che estremizza da sé con il suo handicap, forse addirittura nascondendocisi dietro per non affrontare un possibile rifiuto. La Zampagni è brava nel fotografare queste emozioni vissute così similmente da ognuno di noi, riallacciandole al tema della disabilità per mostrare uno spaccato di vita e di quotidianità molto più autonome e naturali rispetto a come vengono solitamente ipotizzate. "Mentre eravamo nella masseria utilizzata come base per le riprese e la troupe il proprietario mi ha presentato Eleonora, la figlia di un suo amico che viveva la medesima condizione di Francesco, una ragazza totalmente autonoma, tanto da guidare da sola per venire tutti i giorni sul set. E' diventata un elemento fondamentale per la realizzazione del film, aiutando Mauro a costruire il suo personaggio in modo più realistico possibile, mostrando come siamo noi a limitare nella nostra mente le possibilità di queste persone." ha poi aggiunto la regista, proprio per cercare di "giustificare" le tante sequenze che mostrano il personaggio principale svolgere azioni che non immagineremo possibili (mettere le lenti a contatto o scrivere con con il solo aiuto dei piedi).

Noi siamo Francesco: Mauro Racanati insieme a Gelsomina Pascucci in una scena del film
Noi siamo Francesco: Mauro Racanati insieme a Gelsomina Pascucci in una scena del film

Con delle imperfezioni sceneggiative e di messa in scena, la regista ha però il pregio di aver descritto una gioventù, anche linguisticamente, aderente alla realtà, senza caricature od eccessi per enfatizzare le singole psicologie dei personaggi. Un altra freccia al suo arco è senza dubbio quella di non aver sfruttato né l'handicap del protagonista per accattivarsi sentimentalmente il pubblico, né tantomeno abusare delle ambientazioni pugliesi per descrivere una terra da cartolina. Il territorio, gli scorci e i paesaggi tipici della Puglia ci sono, ma rimangono sullo sfondo, accenati, senza essere abusati per cercare un riempitivo fotografico da inserire per arricchire visivamente una storia semplice ma sicuramente non banale.

"With a little help from my friends"

Noi siamo Francesco: Elena Sofia Ricci con Mauro Racanati in una scena
Noi siamo Francesco: Elena Sofia Ricci con Mauro Racanati in una scena

Tra gli altri temi universali rappresentati nel film, un posto di primo piano lo riveste senza dubbio il tema dell'amicizia. E' anche grazie a Stefano (Gabriele Granito), ragazzo vivace, generoso ed estroverso, che Francesco riesce a trovare una dimensione quotidiana più "normale", nella quale la disabilità lascia spazio ad un rapporto spontaneo e sincero. La loro amicizia fraterna non contempla l'handicap, anzi, il personaggio di Stefano è scritto dalla Zampagni ed Aurelio Grimaldi proprio per spingere il protagonista oltre le colonne d'Ercole dei suoi limiti, perchè continuamente stimolato e messo alla prova dall'amico, consapevole della non reale diversità di Francesco che ogni tanto sembra dimenticarsene. Quel "Noi siamo Francesco" del titolo acquista una duplice valenza. Si riferisce al suo gruppo di amici che lo sostiene in ogni passaggio della sua vita ad un "noi" più universale, diretto agli spettatori stessi, alle nostre paure e timori ed agli ostacoli fisici ed emotivi con i quali ci confrontiamo o scontriamo e che spesso riusciamo a superare grazie a chi ci è accanto, proprio come il protagonista del film che riesce ad annullare il concetto di disabilità per farsi diversamente abile e dove il suo handicap si tramuta in capacità diverse e non in limiti.

Noi siamo Francesco: Elena Sofia Ricci in un momento del film
Noi siamo Francesco: Elena Sofia Ricci in un momento del film

Quest'amicizia è anche la forza che riesce a spezzare l'ansia materna nei confronti di Francesco, visto dal genitore come un qualcosa di fragile, da maneggiare con cura e per il quale scegliere quello che si ritiene migliore. Grazie al confronto con l'amico, Francesco, riesce a far uscire lentamente la sua voce anche nei confronti della madre che ha sempre cercato di mettere il ragazzo sotto una campana di vetro accogliente nella quale ha involontariamente alimentato in lui la percezione della diversità. Proprio la testardaggine di Stefano fa da epifania per madre e figlio e permette una liberazione emotiva e fisica per entrambi, racchiusi per troppo tempo in una bolla accuratamente organizzata ma soffocante. "Il film richiedeva una delicatezza estrema e mi è piaciuto raccontare un qualcosa di così frequente. Spesso infatti, pur di non guardare il proprio buco nero, ci concentriamo su quello degli altri" ha concluso Elena Sofia Ricci, durante la conferenza stampa, parlando proprio del suo personaggio in relazione al figlio e al loro rapporto.

Movieplayer.it

2.5/5