È bravo, è bello, "tiene il cuore italiano" come diceva Gerard Depardieu in uno spot: in questa intervista a Giacomo Gianniotti, facciamo la conoscenza dell'attore nato a Roma ma trasferitosi presto in Canada, che ha esordito a dieci anni in La bomba di Giulio Base, ma è oltreoceano che ha letteralmente trovato l'America. Dopo partecipazioni in serie come Copper e Reign, Gianniotti ha ottenuto, nel 2015, il ruolo di Andrew DeLuca nell'undicesima stagione di una delle serie medical più amate. Shonda Rhimes, che sul medical drama ha costruito il suo impero, ha avuto l'occhio lungo: entrato come guest star, Gianniotti ha dato tutto un nuovo sapore al fascino del camice bianco, conquistando il pubblico tanto da diventare non solo membro fisso del cast di Grey's Anatomy 15, ma anche il nuovo uomo di punta del Grey Sloan Memorial Hospital.
Arrivata alla quindicesima stagione, Grey's Anatomy torna il 25 febbraio su Fox Life (canale 114 di Sky) in prima serata, alle 21:05, con nuovi episodi: abbiamo incontrato il bell'interprete di Andrew DeLuca proprio nella sua natia Roma, dove ci ha detto, in un perfetto italiano, come i forti personaggi femminili della serie, compresa la sua co-star Ellen Pompeo, storica interprete di Meredith Grey, lo ispirino: "Le donne forti per me sono sempre state uno stimolo" ci ha detto Giacomo Gianniotti, proseguendo: "_Ricordo che al liceo, al primo anno, una ragazza, che era in classe con me, mi ha detto, dopo la scuola, che le piacevo molto. Ero sorpreso, perché in genere è l'uomo che fa la prima mossa: sono rimasto molto colpito dalla sua sicurezza e dal suo coraggio, è qualcosa che mi è rimasto sempre dentro. L'ho apprezzato. Le buone qualità non mi intimidiscono e vanno premiate: sia che siano maschili che femminili."
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Nel segno di Shonda Rhimes
Diversi attori che hanno avuto la fortuna di lavorare con Shonda Rhimes dicono di ammirarla molto, ma anche di avere un po' paura di lei: è così anche per Gianniotti? "Sì è un po' così: sul set noi siamo tutti in stanza, col testo, parliamo, saremo forse cinquanta persone, ma quando entra lei c'è immediatamente il silenzio. Lei lo sa: è consapevole del potere che ha. Però è una persona estremamente gentile e cara: mi ha appena mandato un regalo per il mio compleanno. Non è tenuta a fare queste cose, ma le fa lo stesso, ci tiene a ringraziare la sua famiglia. Apprezzo molto questi piccoli dettagli. E poi la ammiro per quello che ha fatto per le donne a Hollywood: ha fatto moltissimo."
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L'arte è sempre politica
In quindici anni Grey's Anatomy ha avuto la possibilità, grazie al suo vastissimo pubblico, di far arrivare a milioni di persone messaggi importanti: se Gianniotti potesse scegliere un argomento a cui dare rilevanza grazie alla serie tv, di cosa parlerebbe? "Buona domanda. Intanto devo dire di essere molto orgoglioso di far parte di Grey's Anatomy: quando le persone mi chiedono che cosa mi piace di più di questo lavoro, rispondo che sono orgoglioso di poter raccontare storie in grado di far arrivare al pubblico temi politici, che devono arrivare a più persone possibili. Qualsiasi forma d'arte, che sia la pittura, la scrittura, o la recitazione, prova sempre a dire qualcosa, a fare una riflessione sulla vita. L'arte è sempre politica. Da un paio di anni lavoro tanto con un'organizzazione che si chiama My Friend's Place, che aiuta i ragazzi senzatetto di Los Angeles: L.A. è la città con più senzatetto in America. Fanno un lavoro incredibile, perché hanno un sacco di programmi di arte: teatro, ballo, musica, per stimolare i ragazzi e ispirarli."
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Il futuro dell'Italia sono i giovani: parola di uno che è andato via
Da italiano andato all'estero come vede l'Italia? "Sono cresciuto in Italia e guardando la situazione politica attuale mi si stringe il cuore, veramente, soprattutto per i giovani italiani: sono il futuro di questo paese, eppure ho visto scappare dall'Italia quasi tutti i miei amici, perché qui non c'erano opportunità. Chi rimarrà a costruire l'Italia? Chi terrà viva la grandissima storia dell'Italia? Perché non stiamo dando soldi e stimoli ai nostri giovani? Perché stiamo aiutando altre nazioni ad arricchirsi dei nostri geni? Penso spesso a questa cosa e mi dispiace, ma purtroppo è così. Spero che col tempo ci saranno un paio di giovani che rimarranno in Italia e cambieranno le cose."
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