La settima stagione di Grey's Anatomy ci aveva lasciati piuttosto interdetti: lontana anni luce per qualità e intensità da quelle degli anni precedenti e, nonostante il cliffhanger dell'ultimo episodio, in cui si scopre l'alterazione dei test sull'alzheimer da parte di Meredith, eravamo rimasti con l'amaro in bocca.
Se già la sesta si era rivelata infatti sottotono, con la settima stagione l'impressione generale era che si cercasse di scavare il fondo del barile per trarne qualcosa di buono, e Shonda Rhimes non era riuscita, neanche con l'episodio musicale (decisamente mal riuscito), a risollevare le sorti di una serie che molti cominciarono a chiedersi se non fosse meglio chiudere.
Nonostante ciò, però, il medical più amato degli ultimi anni non si arrende, anzi si rimbocca le maniche e tenta il tutto per tutto con la stagione 8, in onda dal 9 gennaio ogni lunedì alle 21 su Fox Life (canale 114 di Sky).
Per chiarire qualsiasi dubbio sul futuro della serie, risale a questa estate la notizia che Grey's Anatomy proseguirà per il nono anno; se sarà con o senza Ellen Pompeo (Meredith) e Patrick Dempsey (Derek), che da mesi ormai hanno annunciato il loro addio al Seattle Grace, non ci è però concesso sapere.
E le dichiarazione della Rhimes in merito all'ottava stagione la dicono lunga sui dubbi he da mesi ormai affliggono i fan, incerti su chi ritroveranno al termine di quest'anno tra i corridoi dell'ospedale e su quali attori del cast quindi, saranno confermati: "Non so cosa farò al termine di questa stagione, stiamo sperimentando strade diverse. Di solito organizzo le stagioni, ma questa volta non so come andrà a finire, faremo tutto in maniera un po' diversa. Ho pianificato otto diversi scenari come finale, ma non so quale sarà quello che sceglieremo".
Una cosa è certa per ora: i primi episodi che andranno in onda a partire da lunedì alle 21.00 su Fox Life, si concentreranno in buona parte su Meredith Grey, protagonista indiscussa della serie, e sulle conseguenze delle decisioni prese in passato riguardo la manomissione dei risultati di test medici che hanno fortemente compromesso il duro lavoro di Derek nel campo della sperimentazione. Un gesto estremo quello di Meredith, messo in atto per curare Adele Webber (Loretta Devine), la moglie dell'ex primario dell'ospedale (James Pickens Jr.), una sorta di padre acquisito per la giovane Grey in virtù del forte legame che in passato lo unì a sua madre.
Meredith si ritroverà a vacillare come non mai: licenziata in tronco, abbandonata dal marito con una bambina da crescere, la piccola Zola, e in crisi con la migliore amica Cristina (Sandra Oh), la sua unica ancora di salvezza nei momenti critici. Le difficoltà e gli imprevisti, però, non la fermeranno, e ci verrà mostrata ancora una volta, sotto una luce diversa da quella in cui negli ultimi anni ci aveva abituati: fragile, vulnerabile, irascibile. Una donna nuova, disposta a tutto pur di proteggere una figlia, che seppur conosce da poco sente già sua, e a cui si sente unita da un vincolo profondo, viscerale, che la spinge a trascurare qualsiasi relazione, e a mettere in secondo piano la ragione, tanto da permettere all'istinto di prevalere sulla lucidità.
Un personaggio dalle mille sfaccettature, in continua evoluzione, capace di far emozionare, irritare, commuovere lo spettatore: non ci sono mezze misure con Meredith Grey, la si ama o la si odia, ma solo lei è capace di toccare le corde giuste per scatenare una reazione nel pubblico, seppur controversa, seppur a volte ripetitiva.
Lei è il punto focale intorno a cui gira tutto il micro-cosmo del Seattle Grace, e come dice la stessa Shonda: "Penso che Meredith Grey sia la Grey di Grey's Anatomy, e così sarà sempre". Intorno a lei, si muovono tutti gli altri protagonisti della serie, e ognuno di loro, nel corso di quest'anno, sarà ulteriormente approfondito dal punto di vista psicologico, a partire da Alex Karev (Justin Chambers), che tornerà sui suoi passi, simile a come lo avevamo conosciuto agli inizi del medical, collezionando una scelta sbagliata dopo l'altra, per tornare poi, lentamente e con fatica, sulla retta via, riconquistando amicizie e affetti.
E mentre Cristina dovrà fare i conti con una gravidanza indesiderata, compiendo una scelta politicamente scorretta ma prevedibile e in linea con il suo carattere e le sue aspirazioni, la bella dottoressa Teddy (Kim Raver) dovrà separarsi da suo marito Henry (Scott Foley), che a metà stagione, nell'intenso episodio Dark Was the Night, il migliore fino a ora, dirà addio alla serie.
E se per ora siamo certi del futuro del trio composto da Callie (Sara Ramirez), Arizona (Jessica Capshaw) e Mark (Eric Dane) impegnato a crescere la loro bambina, non senza qualche piccola difficoltà o incomprensione, non sappiamo invece quale destino sarà riservato a April, interpretata dall'attrice Sarah Drew a oggi in dolce attesa, incerti su quale soluzione sarà adottata per lei, come la stessa Rhimes afferma: "April è vergine e dovremmo lavorare velocemente per fare in modo che non lo sia più e resti incinta. Mi sembra folle, e non vogliamo velocizzare la storia. Siamo bravi a nascondere le gravidanze delle attrici del cast (è successo con la Pompeo e con Jessica Capshaw, i cui personaggi non hanno risentito del fatto che le due attrici sono rimaste incinte durante le riprese), e quindi lo faremo ancora". L'ottava stagione non parte sicuramente in sordina, anzi nel corso dei primi episodi dà l'impressione di scorrere fin troppo lentamente e di aver poco da raccontare: andando avanti con la storyline principale e con quelle secondarie però, già dopo una manciata di puntata, risulta chiara ed evidente l'impronta che si vuol dare all'intera stagione, incentrata sul concetto di nostalgia. A dimostrarlo il ritorno della signora O'Malley, la madre del compianto George (T.R. Knight) in Heart-Shaped Box, una puntata commovente e malinconica, vecchio stampo, che terrà saldamente legati gli spettatori alla serie.
Non mancheranno inoltre casi clinici complicati e ai limiti del possibile come nei primi anni del drama, né episodi più scanzonati, girati con il semplice intento di divertire, come nel caso di Put Me In, Coach!.
Dopo un inizio statico e poco convincente, tutti i tasselli torneranno al loro posto, coronati da un episodio meraviglioso, il Dark Was the Night già citato precedentemente, che racchiude in sé tutti i punti di forza di Grey's Anatomy, e che metterà i nostri dottori di fronte a più di un bivio, spingendoli a compiere scelte azzardate, istintive, a volte sbagliate.
Pazienti, medici e spettatori saranno nuovamente uniti nel dolore, nelle lacrime e nella gioia, soffriranno insieme, legati da un'empatia difficile forse da comprendere per i profani, ma che i fan della serie conoscono bene e che ancora non si sentono pronti ad abbandonare. Almeno non per quest'anno.