Viale del Tramonto, il classico di Billy Wilder, celebra 75 anni. Pungente satira sullo star system hollywoodiano, il melodramma noir segue Joe Gillis (William Holden), uno sceneggiatore cinico e in crisi, che per sfuggire ai creditori si rifugia per caso nella fatiscente villa di Norma Desmond (Gloria Swanson), un'ex diva del muto ormai dimenticata che lo avvolge nel suo universo visionario e squilibrato, dove alimenta l'illusione di uno scintillante ritorno sotto i riflettori. Il titolo originale, Sunset Boulevard, prende il nome da una delle principali strade che attraversa la Mecca del Cinema.

Acclamato dalla critica, il film si aggiudicò tre Premi Oscar su 11 nomination vincendo per la scenografia, la colonna sonora e la migliore sceneggiatura originale co-scritta dallo stesso Wilder insieme a Charles Brackett e D.M. Marshman Jr. Epica la scena finale con Norma Desmond, ormai completamente alienata, che scende la scalinata convinta di essere tornata sul set per girare un nuovo film con Cecil B. DeMille, il leggendario regista che impersona sé stesso. Lasciando fuori le performance dei registi che appaiono nei loro lungometraggi, abbiamo raccolto i 10 più iconici che hanno recitato in film diretti da altri: da Sydney Pollack in Eyes Wide Shut di Kubrick fino a Fritz Lang ne Il Disprezzo di Godard.
Cecil B. DeMille in Viale del Tramonto (1960)
Nella celeberrima scena finale, Norma Desmond, ormai del tutto alienata, è convinta di essere tornata sul set per girare il film del suo grande ritorno. Circondata da poliziotti e reporter, scambia le cineprese della cronaca per quelle del cinema e si prepara a recitare ancora una volta. Mentre avanza lentamente verso l'obiettivo, immersa nel suo delirio, pronuncia la leggendaria battuta: "Mr. DeMille, I'm ready for my close-up." Il re dei kolossal ha accettato di comparire nel cameo per una parcella di 10.000 dollari e una Cadillac nuova di zecca. Quando Billy Wilder lo inquadrò in primo piano, DeMille gli presentò un conto extra di altri 10.000 dollari. La scena fu girata sul vero set del film a cui il regista stava lavorando in quel periodo: Sansone e Dalila.
François Truffaut in Incontri ravvicinati del terzo tipo (1977)

Per quello che diverrà il suo classico di fantascienza, Steven Spielberg volle fortemente un attore francese per interpretare un personaggio ispirato al vero esperto di UFO Jacques Vallée. Il maestro della Nouvelle Vague accettò con entusiasmo, regalando sguardi colmi di meraviglia.
David Cronenberg in Da morire (1995)
Dietro la macchina da presa, il maestro del body horror si era già affermato come il principe oscuro del genere, grazie a cult disturbanti come Videodrome e La Mosca. Il regista Gus Van Sant sfruttò quella reputazione a suo favore, scegliendo il tenebroso regista canadese per interpretare uno spietato sicario.
Dario Argento in Vortex (2021)

Gaspar Noé racconta gli ultimi giorni di una coppia innamorata, ormai segnata dall'età e dalla demenza. Per il controverso regista franco-argentino, il maestro del brivido interpreta un studioso di cinema alle prese con l'Alzheimer.
Fritz Lang ne Il Disprezzo (1963)
Aver realizzato capolavori dell'era del muto come M e Metropolis fa di te una leggenda vivente. In questa lettera d'amore alla settima Arte con la divina Brigitte Bardot, Jean-Luc Godard fece subire al maestro del cinema espressionista una serie di angherie da parte del testardo produttore Jack Palance.
Tim Burton in Singles - L'amore è un gioco (1992)
In una romantica Seattle della Gen X, Cameron Crowe assolda il gotico regista in ascesa nei panni di un aspirante filmaker che lavora per un'azienda di video-appuntamenti. Il film è cosi pieno di cameo (Eric Stoltz, Eddie Vedder, Chris Cornell) che l'interpretazione di Burton rischia di passare inosservato.
John Huston in Chinatown (1974)
Ha collezionato decine di apparizioni sullo schermo - ottenendo persino una candidatura all'Oscar come Miglior Attore Non Protagonista per Il Cardinale nel 1964 - ma uno dei maestri del cinema hollywoodiano degli anni d'oro ha trovato il suo più iconico ruolo nel classico neo-noir di Roman Polanski, interpretando il villain Noah Cross: magnate di Los Angeles e boss della malavita dagli oscuri segreti.
Sydney Pollack in Eyes Wide Shut (1999)
Il grande regista di Come eravamo e La mia Africa è apparso più volte davanti alla macchina da presa ma offre una delle sue prove più incisive nel film-testamento di Stanley Kubrick. Pollack interpreta un ricco paziente del Dr. Bill Harford (Tom Cruise) e, nella celebre scena della sala da biliardo, gli impartisce una lezione glaciale sulle dinamiche del potere.
Martin Scorsese in Quiz Show (1994)
Robert Redford racconta lo scandalo che, alla fine degli anni Cinquanta, rivelò al pubblico americano che il popolare quiz televisivo Twenty-One era truccato. Il regista italo-americano appare nel ruolo di Martin Rittenhome, dirigente della Geritol.
David Lynch in The Fabelmans (2022)
L'ultima apparizione del maestro del perturbante è nel film semi-autobiografico di Spielberg, dove il visionario autore di Twin Peaks interpreta un'altra leggenda del cinema: John Ford. L'iconico regista di Ombre rosse riceve la visita del giovane protagonista, aspirante filmaker a Hollywood. A convincerlo ad accettare il ruolo è stata l'amica e musa di lunga data, Laura Dern.