Government Cheese, la recensione: una serie tragicomica che manca di mordente

La comedy interpretata e prodotta da David Oyelowo è la storia di un inventore che prova ad inseguire il sogno americano negli anni '60. In streaming su Apple TV+.

Un'immagine promozionale di Government Cheese.

Fare commedia oggi non è semplice perché si tratta di un genere che, per sopravvivere, ha dovuto necessariamente mescolarsi ad altro. Eppure il glorioso passato delle sitcom non si può dimenticare e continua ad influenzare ancora prodotti odierni. Lo sa bene Government Cheese l'ennesimo titolo targato Apple TV+ interpretato e prodotto da un attore, in questo caso David Oyelowo, che prova a raccontare in modo surreale e sopra le righe l'emancipazione di una famiglia afroamericana negli anni '60.

Government Cheese: tutto in famiglia

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Migliori amici

Hampton Chambers (un tanto adorabile quanto fastidioso David Oyelowo) è un inventore nella San Fernando Valley del 1969, ambizioso quanto distaccato dalla realtà che lo circonda. Esce di prigione dopo un furto, pronto a ricominciare e riabbracciare la propria famiglia: la moglie Astoria (Missick), segretaria col sogno di diventare arredatrice d'interni, e i figli adolescenti Einstein (Ellison), il cervellone della famiglia e Harrison (Di'Allo Winston), il ribelle. In assenza dell'uomo, rimasto in carcere per anni, gli altri sono andati avanti formando un nucleo non convenzionale per l'epoca e il suo ritorno rischia di sbilanciare il delicato status quo faticosamente ritrovato. Ma la domanda è soprattutto una: saprà farsi perdonare per i propri errori e sarà veramente disposto a cambiare?

Personaggi anticonformisti nella serie Apple TV+

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Una famiglia fuori dal comune

Sono apparentemente irrealizzabili i sogni di tutti i protagonisti di Government Cheese, compresi il migliore amico truffaldino di Hampton, Bootsy (Bokeem Woodbine) e il minore dei fratelli Prevost (Louis Cancelmi), un nucleo familiare numeroso franco-canadese trasferitosi negli Stati Uniti per fare fortuna. Il sogno americano sembra essere l'obiettivo dei personaggi, che rimangono surreali e fortemente sopra le righe dipingendo quindi un'America storica diversa rispetto a quella a cui siamo abituati. Il dramma c'è ma è nascosto dalla commedia (come nella miglior tradizione), casa Chambers sembra il set di una sitcom di quegli anni; eppure tutte le regole del gioco vengono scardinate per lasciare spazio alla crescita dei personaggi, determinati ad emanciparsi e fare carriera.

Una comedy diversa da tutte le altre, eppure senza identità

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Government Cheese. Simone Missick in una scena della serie.

Il difetto della serie Apple TV+ è di cercare disperatamente di non assomigliare a nessun titolo ibrido precedente, finendo però per mancare di mordente. La scrittura di Paul Hunter e Aeysha Carr non riesce a cogliere pienamente nel segno, proponendo una storia che è facile dimenticare una volta finito un episodio, e uno stuolo di personaggi simpatici ma anche fastidiosi, in primis il protagonista a tratti respingente.

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Una folle sequenza

Due le tematiche inseguite dallo show: perpetrare il concetto che nessuno cambia mai davvero fino in fondo, e allo stesso tempo non smettere di credere nei propri sogni, per quanto impossibili essi siano. L'attenzione ai colori pastello degli ambienti, la ricerca della perfezione apparente nei sobborghi americani, la fotografia pulita e la regia in parte composta in parte dinamica non riescono a far distinguere il titolo tra i tanti proposti ogni settimana sul servizio streaming, nonostante la qualità che da sempre lo contraddistingue. Peccato.

Conclusioni

Difficile ricordarsi di Government Cheese una volta finita dato che, in fondo, non aggiunge nulla di nuovo al genere. L’attenzione all’estetica, il cast in parte ma anche un po’ troppo sopra le righe, il filo sottile tra dramma e commedia, le tematiche affrontate: tutto è al proprio posto ma allo stesso tempo tutto già visto. Nulla rimane davvero impresso nella memoria degli spettatori, nulla incide per davvero distinguendosi nell’offerta streaming sempre più capillare.

Movieplayer.it
2.5/5
Voto medio
N/D

Perché ci piace

  • Il sogno americano da inseguire negli anni ’60 in modo differente.
  • La cura di fotografia, regia, costumi, scenografie.
  • Il cast…

Cosa non va

  • …anche se profondamente sopra le righe (forse troppo?).
  • L’essere talmente surreale da sembrare distaccata dalla realtà storica.
  • Propone argomenti e tematiche già visti.