Uno, nessuno e centomila: gli universi collegati al romanzo di Roberto Saviano non si esauriscono con l'adattamento cinematografico e vengono esplorati da un nuovo progetto per il piccolo schermo, Gomorra - La serie. Già si preannuncia come il caso del 2014 e non solo nel palinsesto di Sky Cinema. Bastano pochi minuti di trailer per rendersi conto del tono del racconto, sviluppato in 12 puntate dirette da Stefano Sollima (Romanzo Criminale - La serie) con Francesca Comencini e Claudio Cupellini.
Ad anticipare contenuti e linguaggi di questa nuova scommessa seriale nel cuore delle riprese (il piano di produzione prevede 30 settimane di set iniziate a marzo tra Napoli, Barcellona, Milano e Ferrara) ci pensano i protagonisti del progetto in un incontro stampa: Andrea Scrosati (Vice President Cinema, Intrattenimento e canali partner Sky), Nils Hartmann (Direttore Produzioni Originali Sky), Riccardo Tozzi (Presidente di Cattleya) e Domenico Procacci (Titolare Fandango) affiancati da registi e cast, capitanato da Marco D'Amore, interprete di Ciro Di Marzio. Nella realizzazione di Gomorra - La serie, Sky è infatti affiancata da Cattleya e Fandango, con la collaborazione di La7 e la distribuzione internazionale di Beta Film.
Che provenienza hanno gli attori? Stefano Sollima: Per essere più aderenti possibile alla realtà, abbiamo scelto tutti attori napoletani, anche se il nostro intento non è certo quello di fare un documentario. Per capire questo mondo ci abbiamo messo quasi un anno.
Come mai Sky si è imbarcato in un progetto tanto ambizioso?
Andrea Scrosati: Come brodcaster l'obiettivo era quello di creare un prodotto che marcasse il salto nella nostra industria: è questa la promessa che Sky cerca di mantenere. A partire dal tipo di produzione, questa si rivela un'operazione interessante, anche se il processo di scrittura è durato quasi tre anni, molto di più rispetto ai tempi medi della fiction italiana.
Nil Hartmann: E non è ancora finito: mentre giriamo continuiamo a fare dei cambiamenti aggiustando il tiro.
La figura della donna nella camorra subisce una rivoluzione, ce lo dimostra il personaggio di Imma. Maria Pia Calzone: Gestire il potere è affascinante e le donne riescono a farlo poco. Diventare capo della camorra per fiction è stato eccitante ed essere diretta da Francesca Comencini negli episodi della mia scalata è stato doppiamente edificante in una sfida al femminile. Imma fa quello che deve per salvare famiglia e soldi e anche se non ne condivido i metodi devo ammettere che abbiamo bisogno di personaggi così, che non siano più soltanto spalle degli uomini.
C'è stato modo di chiedere un consiglio a Roberto Saviano? Marco D'Amore: Io lo conosco da tempo: frequentavamo le superiori insieme, lui al quinto anno e io al primo, ma sul set non l'ho incontrato. L'ultima volta in cui l'ho visto è stato durante la presentazione del suo film in un teatro di Napoli per dieci minuti, il tempo che gli concedeva la scorta.