In questi giorni è uscita in versione Blu-ray e DVD la terza stagione di Gomorra, la serie evento Sky acclamata a livello internazionale dal pubblico e dalla critica, nata da un'idea di Roberto Saviano. L'atto tre dello show ha ripreso la narrazione da dopo la scioccante morte di Don Pietro Savastano (Fortunato Cerlino) la cui dipartita ha aperto una nuova lotta in cui entreranno in gioco anche i "potenti" di Napoli Centro.
La terza stagione di Gomorra - La Serie, oltre ad essere stata ricchissima di colpi di scena, ha anche presentato al pubblico una serie di nuovi personaggi tra i quali spicca Valerio, ragazzotto della "Napoli bene" affascinato dal potere della camorra e pronto a fare di tutto pur di dimostrare di essere all'altezza di farne parte.
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Da fan a protagonista
Per interpretare il personaggio del "chiattillo" Valerio è stato scelto Loris De Luna, attore 26enne che - prima di diventare uno dei protagonisti - è un grande fan di Gomorra - La Serie. "Ho seguito Gomorra dalla prima stagione" ci ha raccontato Loris "e fin da subito ho apprezzato questo prodotto, sia per il genere sia per la maniera in cui è girato. La prima volta che visto un episodio mi è sembrato un prodotto americano, e quando ho scoperto che si trattava di uno show italiano a 360 gradi sono rimasto davvero stupito".
Dall'essere un appassionato di Gomorra a entrare del cast della serie può sembrare che per De Luna il passo sia stato beve, ma le cose non sono state così semplici: "Mi capitò un provino per questo personaggio che in origine si chiamava Federico. Era il mio secondo, forse terzo provino per un prodotto televisivo, fino allora avevo avuto solo una piccola parte ne I bastardi di Pizzofalcone perché io ho lavorato prettamente in teatro", ha ammesso De Luna. "Prima di ottenere la parte ho fatto sette provini perché Gomorra ha questa policy di scrutare bene gli attori che sceglie, motivo per il quale sono così caratteristici. Solo dopo il settimo provino mi hanno chiamato per dirmi che ero stato scelto e per me è stata un'emozione fortissima".
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L'altra faccia di Gomorra
Oltre ad essere stato scelto per essere tra i protagonisti di una delle serie italiane più riuscite di sempre, amatissima anche all'estero, Loris ha avuto l'onore e l'onere di interpretare un personaggio "nuovo", inedito per l'economia narrativa di Gomorra: "Valerio svela un'altra faccia dell'essere umano, permette di ragionare sul fatto che la tendenza verso il male può essere davvero sviluppata da chiunque, a prescindere dallo status sociale da cui si proviene, dal livello culturale di un soggetto", ha sottolineato l'attore. "Valerio è un ragazzo che ha studiato, figlio di due professionisti ma nella sua storia è stata raccontata la mente contorta di un giovane, legata anche a una grande difficoltà di relazionarsi con la famiglia. Per interpretarlo mi sono posto alcune domande sul suo vissuto immaginandomi il suo passato e la matrice delle sue problematiche. Essere Valerio è stata una grande possibilità e al contempo una responsabilità di inserire nella serie qualcosa di diverso".
"Per riuscire a capire la psicologia di Valerio" ha continuato un Loris De Luna fiero dell'obiettivamente splendido lavoro di immedesimazione fatto, "ho cercato qualcosa che ci accomunasse permettendogli di tirare fuori alcuni miei difetti, come l'essere spesso glaciale: io l'ho letto come un personaggio che ha innalzato un muro tra lui e il mondo, le cose, le persone. Un ragazzo che non vuole sentire emozioni per evitare che lo rendano vulnerabile e questo scudo lo rende tanto freddo da permettergli di fare cose terribili come uccidere".
"Inoltre", ha affermato Loris, "fondamentale per l'evoluzione della sua storia è il legame fraterno che instaura con con Sangue Blu (Arturo Muselli, n.d.r.) . Un legame che nasce dal bisogno di Valerio di avere un riconoscimento, di essere accettato per quello che è dopo che la famiglia non l'ha fatto. Un rapporto d'amore, certo non erotico, ma sicuramente mentale e anima(le)".
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"D'altronde", conclude Loris De Luna, che tornerà nelle vesti di Valerio nella quarta stagione di Gomorra, "la serie fondamentalmente parla di ciò di cui è capace l'essere umano. Il racconto del male è fondamentale: già nella tragedia greca si parlava di parricidi. Basti pensare alla Medea... sono le sensazioni umane, e spesso comuni, che poi portano a compiere gesti terribili, violentissimi e ingiustificabili. Invece di domandarci se è giusto o meno raccontare il male, domandiamoci cosa c'è dietro. Come fa Gomorra".