Grande risonanza mediatica a questa seconda Festa del Cinema per l'atteso ritorno di uno dei più amati registi di genere di casa nostra, Dario Argento, che presenta al pubblico della sua Roma La terza madre, capito finale della trilogia delle Tre madri, i cui due predecessori sono Suspiria e Inferno. Con il maestro del bridido "de noantri" a presenziare alla conferenza stampa c'è la protagonista del film, nonché figlia del regista, Asia Argento.
La terza madre è un film fantastico, ricco di elmenti soprannaturali, ma allo stesso tempo è una riflessione sulla violenza del mondo che ci circonda. Come ha lavorato alla sceneggiatura?
Dario Argento: Io sinceramente non avevo neanche pensato alla portata sociologica del film, che è semplicemente la storia dell'esplosione del potere della Madre delle Lacrime, in seguito alla quale le streghe iniziano ad arrivare a Roma da ogni parte del mondo e la città è pesorsa dal delirio. Finito il film, qualcuno ha inziato a dirmi che avevo ritratto la violenza dei nostri tempi. Evidentemente si ha la memoria corta, la violenza non è una novità dei nostri tempi, negli anni '70 la gente aveva paura a uscire di casa. Il film nasce dal mio subconscio per il piacere di raccontare l'irreale, e la bellezza e la bruttezza degli esseri umani. I miei film nascono sempre per automatismo, per associazione di idee, come una sorta di bislacca seduta psicanalitica.
E' cambiato qualcosa nel rapporto sul set con sua figlia dopo dieci anni dall'ultima volta che l'ha diretta?
Dario Argento: Siamo cambiati, dieci anni si sentono per tutti. E poi Asia è passata attraverso esperienze importanti, è stata regista di due film. E' stato bello ritrovarla così consapevole, senza quel nacisismo tipico degli attori che normalmente pensano solo a se stessi e non al risultato del film.
Il suo modo di girare ricorda molto di più quello degli americani rispetto agli altri registi italiani Cosa fa di diverso dai suoi compatrioti?
Dario Argento: Gli americani girano diversamente perché spendono molti più soldi per fare i film. Noi invece spendiamo solo per realizzare quelle orribili fiction che invadono le nostre TV: il pubblico televisivo, evidentemente, è considerato bestiale, e la fiction è la rovina del cinema italiano. Quanto al mio stile, quando ero in USA per i Masters of Horror, vedevo gli altri registi che venivano sul mio set ad osservare. Alla fine l'aiuto regista mi disse che volevano studiare il mio sistema, che a quanto pare era particolare. Allora li ho cacciati tutti!
Rispetto ai suoi lavori di anni fa, si nota un progressivo disinteresse per le scenografie nei film più recenti. Come mai?
Dario Argento: In Suspiria era importante avere belle scenografie perché non esistevano gli effetti speciali. Le cose sono cambiate, ne La terza madre ci sono circa 180 effetti speciali e posso permettermi di non stare a grattare il fondo del barile per realizzare scenografie che distraggano lo spettatore.
Rispetto al passato, negli ultimi lavori sembra essersi liberato di ogni limitazione, nella rappresentazione di nudi o di scene estreme.
Dario Argento: E' vero, mi sono sentito liberato da quando ho fatto i Masters of Horror. Quando arrivai lì ero disorientato: mi convocarono i produttori, che erano di più dei membri del mio cast, e mi dissero di girare tutto quello che volevo, non mi avrebbero tagliato un fotogramma. Non hanno mantenuto la promessa, mi hanno tagliato due scene, una di sesso orale e una di cannibalismo, molto carine tra l'altro, ma è servito comunque a sbrigliarmi la fantasia senza l'incubo della censura. Tornato in Italia, mi sono detto che avrei fatto La terza madre liberamente, forte come lo volevo.
Asia, vedendo [FILM]Ingannevole è il cuore sopra ogni cosa, si nota come anche lei abbia assimilato la tecnica paterna.[/FILM]
Asia Argento: Mi piacerebbe avere un briciolo del talento di mio padre: io faccio quasi tutto a mano, non saprei fare un carrello se ne andasse della mia vita. Però è vero che qualcosa ho ereditato del suo gusto, ho dei buoni geni fortunatamente.
Asia, c'è un altro aspetto importante nel film, quello melodrammatico che la vede protagonista nel ruolo di una giovane donna in cerca di sua madre. Come si è trovata su questo ruolo complesso, che non è semplicemente quello dell'eroina che salva la situazione?
Asia Argento: Lei è innanzitutto una scienziata che crede solo in quello che tocca; la madre che l'ha abbandonata è un strega. Sono stata io a chiedere mio padre di prendere mia madre Daria Nicolodi per quel ruolo, mi commuoveva ritrovare insieme i miei genitori, che si sono separati quando avevo solo nove anni.