Gli ansiosi, la recensione: bislacche e deliziose risate svedesi su Netflix

La recensione de Gli ansiosi, miniserie di Netflix che segna il ritorno dietro la macchina da presa dell'acclamato regista svedese Felix Herngren.

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Gli ansiosi: una foto di scena

La recensione de Gli ansiosi, nuova miniserie Netflix che trae ispirazione da un libro di Fredrik Backman, apprezzato scrittore svedese, è soprattutto un'ottima scusa per tornare a parlare dell'universo creativo del regista Felix Herngren, da diversi anni uno dei volti più interessanti della comicità nordica, davanti e dietro la macchina da presa. In patria è noto principalmente come co-creatore e protagonista di una popolare sitcom, mentre a livello internazionale si è affermato nel 2014 con Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve, presentato fuori concorso alla Berlinale e poi distribuito in sala in diversi paesi (il sequel, uscito alcuni anni dopo, è finito direttamente in streaming per quanto riguarda il mercato italiano). Un percorso di tutto rispetto per uno che aveva le idee molto chiare già in tenera età: basti pensare che a sette anni aveva già deciso di dichiararsi ateo, il che lo portò a inventare Felix come nome di battesimo, dato che quello vero, Tobias, ora il suo secondo nome, aveva connotazioni bibliche.

Un crimine bizzarro

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Gli ansiosi: un'immagine di scena

Gli ansiosi ruota intorno a un cast corale, di cui fa parte un poliziotto dotato di un duplice complesso di inferiorità: non solo spera di essere all'altezza del padre, ma non si è mai del tutto ripreso da un trauma d'infanzia, quando ha assistito da vicino al suicidio di un uomo, gettatosi da un ponte dopo aver consegnato al piccolo una lettera da far recapitare al destinatario. Un giorno viene convocato, insieme al genitore, per indagare su un caso a dir poco strambo: un individuo non identificato ha preso in ostaggio le persone presenti alla visita di una casa in vendita, per poi sparire senza lasciare traccia. Nei giorni successivi le persone coinvolte vengono chiamate a rilasciare le loro dichiarazioni, che però poco fanno per chiarire la situazione, perché alcuni dei testimoni hanno a loro volta degli scheletri nell'armadio che potrebbero dare al puzzle tutt'altra composizione. Nel corso della miniserie, inoltre, alcuni eventi vengono mostrati più volte, da diversi punti di vista, per approfondire passaggi che potrebbero rivelarsi vitali per la soluzione dell'enigma.

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Ansia da ridere

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Gli ansiosi: una foto di scena della serie

È da trent'anni che Felix Herngren fa parte del panorama cinematografico e televisivo svedese, quasi esclusivamente in ambito comico (una delle poche deviazioni, come montatore, è stata per uno dei film polizieschi sul commissario Martin Beck, celebre personaggio letterario scandinavo e prototipo dello sbirro nordico tradizionale). In questa sede la sua sensibilità ha incontrato quella di Fredrik Backman, che il pubblico italiano conosce soprattutto come autore del romanzo L'uomo che metteva in ordine il mondo, dal quale è stato tratto l'apprezzato film Mr. Ove (di successo in patria anche l'adattamento di Britt-Marie è stata qui, per lo più inedito fuori dai paesi nordici). Entrambi sono affezionati a una comicità un po' stralunata, incentrata su personaggi fuori dal comune, ed è esattamente ciò che accade nella miniserie, con piccoli tocchi surreali che permeano l'atmosfera del racconto sin dalla scena inaugurale, che mostra il suicidio che è la causa delle nevrosi del poliziotto protagonista.

Mr. Ove: burberi dal cuore tenero

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Gli ansiosi: una scena della serie

È un mosaico le cui tessere aggiungono colore a quello che inizialmente sembra uno stereotipico mood grigio in salsa scandinava, arricchendo una struttura che fa del mistero strumento di suspense e humour in egual misura (in tal senso è accostabile, per l'efficacia come racconto di genere e messa alla berlina dello stesso, alla recente serie americana Only Murders in the Building, disponibile su Disney+). Forse non per i gusti di tutti, dato che il senso dell'umorismo di Herngren e Backman ha una certa specificità svedese (anche se qui, a differenza dei due film sul centenario, non ci sono battute particolarmente difficili da capire per i non nordici), ma è senz'altro una delle aggiunte più interessanti al catalogo recente di Netflix, un buon divertimento di circa tre ore (sei episodi che, tolti i credits, durano in media mezz'ora scarsa) con cui chiudere il 2021 all'insegna del sorriso condito da stranezze.

Conclusioni

Chiudiamo la recensione de Gli ansiosi sottolineando come si tratti di una spassosa miniserie svedese con cui Netflix espande il proprio catalogo nordico in modo fresco e intelligente, grazie alla sintonia tra il regista Felix Herngren e la materia letteraria di Fredrik Backman.

Movieplayer.it
4.0/5
Voto medio
4.8/5

Perché ci piace

  • L'equilibrio fra mistero serio e commedia è gestito molto bene.
  • I personaggi, anche quelli minori, hanno tutti dei momenti da antologia.
  • Lo humour svedese impreziosisce l'intera operazione...

Cosa non va

  • ... ma può anche essere un deterrente per chi non apprezza particolarmente la comicità nordica.