Gina Lollobrigida riceve il Marco Aurelio d'oro

La grande star del cinema italiano racconta della sua nostalgia per il cinema di una volta, del suo bizzarro incontro con Sean Connery, e della sua carriera da fotografa e scultrice

Dopo il tributo dedicato a Sophia Loren lo scorso anno, l'omaggio del Festival di Roma viene quest'anno tributato a Gina Lollobrigida, l'altra grande donna e attrice degli anni d'oro del cinema italiano, premiata con il Marco Aurelio d'oro alla carriera, permio per il quale la stessa Lollo nazionale si definisce "commossa e onorata".
Il suo incontro con il pubblico e con la stampa è preceduto da una proiezione a lei dedicata, quella del breve documentario Gina Lollobrigida, un simbolo italiano nel mondo, da lei stessa realizzato e presentato in anteprima mondiale nella sala Petrassi dell'Auditorim romano.
Un documentario che spazia per le tre carriere intraprese dall'attrice: quella, celebre, da attrice; quella altrettanto nota da fotografa, intrapresa già a partire degli anni '60; e quella, più sconosciuta, da scultrice, alla riscoperta della prima passione di una donna che, nella sua adolescenza, proprio a studi di arte si era dedicata. L'omaggio della direzione del Festival ha compreso, a questo proposito, l'esposizione di una "Madre con bambino", scultura bronzea di un certo valore artistico firmata proprio dalla stessa Gina Lollobrigida.

Lei ha iniziato a fare foto da ormai tanto tempo...

Gina Lollobrigida: Sono arrivata al cinema poco convinta infatti, volevo fare la scultrice nella vita, ma un bel giorno Vittorio De Sica mi convinse a provarci, come poter resistere ad un uomo così... Ma è stato grazie al cinema che ho potuto coltivare scultura e fotografia, le mie grandi passioni, perchè il cinema dei 50 e 60 era un cinema diverso, che raccontava la fantasia e la favola che faceva sognare gli spettatori, e faceva sognare chi ci lavorava. Spero proprio che oggi si riesca a conservare un pò di magia di quegli anni.

Come fa a conciliare arte e spettacolo così bene?

Gina Lollobrigida: Cinema, fotografia e scultura sono simili, perchè sono tutte arti visive, e in quanto tali comunicano dei sentimenti. Amo portarmi dietro quella favola che è l'arte e il cinema, e che fa sognare gli spettatori, chi guarda, ed è per questo che non faccio differenza e le amo tutte quante.

Ha mai pensato di tornare, dopo tanti anni a fare altro, al cinema?

Gina Lollobrigida: Io ho fatto ormai tre carriere! Mi pare che basti! Ritornare al cinema sarà molto difficile ma non si può mai dire, noi donne cambiamo idea molto di frequente. Se trovassi un regista intelligente, con un buon progetto, potrebbe convincermi, perchè il cinema mi ha lasciato qualcosa di molto importante e ne rimango sempre affascinata. Il cinema mi ha lasciato ricordi bellissimi, e anche qualche ricordo brutto che mi aiuta a crescere, andare avanti, cercando di fare il meglio con quello che mi capita, ogni giorno.

E che ruolo si aspetterebbe di ricoprire?

Gina Lollobrigida: Ma no, non mi aspetto ruoli, non ho nessuna pretesa. Vorrei solo continuare a esprimermi con le belle cose che amo, che ho avuto nella vita dopo la guerra, che mi ha privato dell'infanzia e di tutto quello che avevo da bambina.

Come vede il momento attuale del cinema italiano?

Gina Lollobrigida: Credo che il cinema di casa nostra stia rinascendo. Noi italiani abbiamo sempre dimostrato di avere artisti validi, che hanno saputo dare al cinema grandi cose. Il cinema è in un momento felice, oggi come oggi, e mi auguro che ritorni ai livelli di una volta per avere una consacrazione definitiva.

A proposito dei grandi artisti, in questi giorni al Festival è passato un documentario su De Andrè, nel quale il grande cantautore diceva che ognuno dentro di se è un pò un artista. Si sente di condividere questo punto di vista?

Gina Lollobrigida: Io nella mia carriera sono andata avanti sempre da sola, senza l'aiuto di nessuno , con la grinta giusta che serve a difendersi nella vita. Ho avuto questa volontà di esprimermi, di tirare fuori il lato artistico che c'era in me, e ne sono fiera. Questo premio mi commuove e mi onora, perchè è un apprezzamento di quello che ho fatto in tutta la mia vita.
Oggi è diverso però, fare un film oggi richiede molti soldi, non solo talento artistico. Una volta autori come Bergman non avevano bisogno di tanti soldi; per raccontare una storia avevano bisogno di una telecamera e poco più,quelli erano veri artisti.

Lei ha lavorato con tantissimi attori, tra i più famosi. Sta per uscire nelle sale il nuovo James Bond, e lei ha anche lavorato con Sean Connery...

Gina Lollobrigida: A quel tempo quando girai con Connery ero viziata, perchè i miei contratti mi davano la libertà di scegliere tutto: regista, produttore, attori, proprio tutto quanto. Quando mi proposero questo ragazzo mi ricordo che dissi: 'Connery chi??', non sapevo proprio chi fosse. Mi colpì il commento dei tre produttori, che non fu 'E' un attore', ma 'E' un uomo'. Io immediatamente dissi "Se è un uomo accetto!". Feci la scelta giusta, e lo dimostra che il fatto, che, oggi, invecchiato è addirittura meglio di ieri.

Come la convinsero a lasciare l'arte per fare del cinema?

Gina Lollobrigida: A quei tempi studiavo all'accademia, la mia carriera era indirizzata lì, in quel mondo. Semplicemente poi fermarono all'uscita dell'accademia, per ben due volte, proponendomi di recitare. All'inizio ho fatto cinema per vivere, per mangiare, perchè dopo la guerra avevo perso tutto, anche la casa e non avevo un soldo. Prima particine, poi, alla fine, mi hanno convinto a fare la protagonista di un film. Io non volevo, e ho pensato: 'gli chiedo un milione così mi lasciano in pace'. Mi dissero incredibilmente di si. Ma quando incontrai De Sica fui affascinata, era un signore, un uomo vero, mi disse che sicuramente sarei riuscita a fare qualcosa in quel mondo, e questa sua profezia si è avverata. Se ho avuto così tanto successo lo devo anche a lui.

Quando lei ha visitato l'Argentina ha indossato un vestito che, da alcune foto, sembrava mostrarla nuda...

Gina Lollobrigida: Eh, purtroppo ricordo quell'episodio. In Argentina mi hanno accolto 60 mila spettatori, una cosa incredibile, la gente saliva sopra le macchine per vedermi! Ma la politica voleva parlar male di Peron, e così presero una fotografia in cui c'ero io insieme a lui, e la ritoccarono per dire che Peron aveva fatto foto sconvenienti con me, ma non era assolutamente vero!

Che ricordi ha della sua esperienza americana?

Quando sono andata in America per Pane amore e fantasia i fotografi scovarono un asinello, come quello del film, e fu una gara per potermi fotografare con lui! In seguito mi ricevette Eisenhower, il Presidente, ed ero impressionata da lui, ma probabilmente lui era più incuriosito di me da quell'incontro. Ho incontrato molti Presidenti in seguito, e ho avuto sempre la stessa sensazione: erano molto più curiosi loro di conoscere me che io di conoscere loro. Mi ha fatto piacere essere popolare tra i potenti, ma gli incontri più belli sono stati con le persone del terzo mondo, con il mio lavoro da ambasciatrice speciale dell'Unicef, perchè mi hanno lasciato di più a livello umano.