Il mondo del fumetto visto dall'interno. E soprattutto osservato dal punto di vista privilegiato di una generazione cresciuta nell'era di internet, in quel contesto in cui le dinamiche di interconnessione e condivisione che oggi sono all'ordine del giorno iniziavano a consolidarsi. Generazione fumetto, il documentario di Omar Rashid di cui a Lucca Comics and Games è stata mostrata un'anteprima di mezz'ora in attesa della distribuzione in sala da parte di Valmyn, parte da qui, mettendo questi protagonisti dell'attuale panorama a fumetti italiano al centro del racconto.
Omar Rashid ha incontrato e seguito alcuni di questi autori, da Mirka Andolfo a Giacomo Bevilacqua, Rita Petruccioli, Sara Pichelli, Maicol & Mirco, Sio e Zerocalcare per molti mesi, dalla Lucca Comics scorsa, al Comicon, in sessioni di firmacopie e interviste mirate per trarre dalla loro esperienza le caratteristiche e peculiarità dell'arte a fumetti, in generale e nello specifico della declinazione che ognuno di loro ne dà. Perché una cosa che emerge da Generazione fumetto è proprio la libertà che questa forma d'arte permette, senza vincoli di alcun tipo... se non, a volte, quello della tavola su cui disegnare.
La forma di Generazione fumetto
All'evento toscano abbiamo visto mezz'ora di montato di Generazione fumetto, ma Omar Rashid ha una bozza del film completo che dovrebbe aggirarsi attorno all'ora e mezza. "Di materiale ne ho tantissimo" ci confessa e conoscendo da tempo la sua idea sul progetto non fatichiamo a crederlo, tanto che non ci sorprendiamo quando ci dice che al film "sul linguaggio del fumetto" c'è l'intenzione di realizzare anche "una serie monografica sui singoli autori".
Un progetto molto interessante che guarderemmo con avidità, perché già i primi accenni in quanto visto a Lucca ci fanno pensare a diversi spunti interessanti che possono emergere. E proprio a Lucca Omar Rashid sta girando altri piccoli contributi mirati per completare il quadro che ha in mente. "Se all'inizio erano chiacchierate molto lunghe, in cui si parlava più liberamente, ora le interviste sono molto brevi, concentrate sull'aspetto che ho bisogno di approfondire."
Una distribuzione alternativa
Il film, come dicevamo, andrà in sala per Valmyn e si sta pensando già a dei modelli distributivi alternativi alla classica uscita wide, che in molti casi stanno funzionando molto bene. È nella natura del progetto, che deve raggiungere i suoi appassionati e parlare loro. "Si può produrre direttamente pensando a qualcosa di diverso" e ha ragione Omar Rashid, perché il pubblico è ormai distratto e bisogna ragionare su come parlargli già quando si realizza l'opera.
D'altra parte è quello che hanno fatto i protagonisti di Generazione fumetto, trovando in quello la loro via e fortuna: Zerocalcare, Bevilacqua, Sio, Maicol e Mirko, sono tutti nomi che sono nati e cresciuti professionalmente nell'era di internet, parlando direttamente al loro pubblico senza il filtro di un editore, senza indicazioni su cosa funzionasse o meno. Rompendo degli schemi, creando di fatto il loro pubblico ed essendo protagonisti assoluti, anche materialmente del fumetto. Ne parliamo a lungo con Omar Rashid, perché è un nodo importante che dice molto del mondo del fumetto contemporaneo che leggiamo e apprezziamo.
Il fumetto come arte
Parliamo di stili che solo vent'anni fa non sarebbero stati accettati, di un linguaggio in evoluzione proprio grazie alla libertà di chi oggi lo usa con grande riscontro di pubblico. Ma anche di un'evoluzione dell'idea di fumetto per il pubblico italiano, da lettura usa e getta che si comprava in edicola a opera da conservare gelosamente. Rashid ricorda una foto vista online condivisa da qualcuno con un Tex gettato nella spazzatura e lo confrontiamo con l'abitudine che molti di noi hanno nell'imbustare i singoli albi per preservarli. Un cambio di prospettiva a cui Zerocalcare accenna nel documentario che ci avvicina un po' al florido mercato francese.
Ma si parla proprio di fumetto come linguaggio nel documentario e molte cose ci hanno fatto riflettere. Ci sono cose che lo stesso Omar Rashid si è sorpreso di ascoltare? "Sono un appassionato da sempre, ero già arrivato a molti concetti per curiosità personale. Mi hanno colpito più dettagli che considerazioni più generali." Tanti dettagli, tante intuizioni di ognuno degli intervistati, che al netto di ciò che conterrà la forma definitiva di Generazione fumetto e della possibile serie collegata possono essere veicolate anche singolarmente in un mondo che è fatto di contenuti social molto rapidi.
Non solo fumetto
Omar Rashid era a Napoli durante il Comicon del 2023, quello parallelo al possibile scudetto della squadra partenopea. Un'occasione che ha colto al volo per portare il suo pubblico nel cuore di quell'evento grazie ai contenuti a 360 gradi che realizza. Così come è stato a Tokyo per riprendere a 360 gradi gli studi di Yoshitaka Amano, ospite a Lucca e autore del poster di questa edizione. Le riprese dello studio realizzate da Omar Rashid faranno parte della mostra sull'autore in quel di Milano. "Il linguaggio del VR è quello giusto, perché ti immerge nel contesto."
Abbiamo parlato più volte con lui di VR e l'evoluzione di questo mezzo e della sua fatica a diffondersi. "Mi aspettavo una velocità maggiore nella diffusione, ma secondo me è perché si sta sottovalutando troppo la dimensione sociale. Si sta mettendo il contenitore davanti al contenuto. Io mi sono concentrato sui video a 360 gradi, che è un infinitesimo delle potenzialità del VR, ma per me è già tantissimo rispetto a ciò a cui siamo abituati. Ti fa vedere un film dall'interno ed è già tantissimo." Invece si punta a fare di più, a sperimentare con l'interazione, ma in molti casi il confine tra prodotto non lineare e videogioco diventa molto sottile. Ambiguo forse.
Si insiste però, giustamente, sulla dimensione sociale: "non avremmo mai comprato una console senza la sala giochi" ci dice, "non avremmo comprato un videoregistratore senza il cinema.
Il videogioco... perché dovrei comprare un visore se non c'è un contesto sociale? Noi la nostra proposta la stiamo facendo con il teatro: non vendiamo il VR, vendiamo il nuovo spettacolo di Elio Germano, che è appunto in VR. Oppure all'interno della mostra di Amano c'è una parte che è in VR" ma il cuore è l'opera dell'autore giapponese.
Solo quando queste occasioni diventeranno più frequenti, scatterà la molla per volerlo anche a casa.