Garm Wars: L'ultimo druido – Mamoru Oshii sfida lo spettatore a entrare nel suo oscuro universo bellico

Gli appassionati degli anime di Mamormu Oshii avranno maggior facilità a cogliere immediatamente il cuore della narrazione e a comprendere i motivi di interesse che spingono il regista a scandagliare il mondo di Annwn e i suoi cloni.

Il regista di culto Mamoru Oshii torna ad accostarsi al live action e crea un universo oscuro, ricco di riferimenti impliciti, un mondo per iniziati in cui non è semplice entrare. Nonostante la scelta di porre a inizio e fine film una voce narrante che riassuma i fatti salienti, Garm Wars: L'ultimo druido è un lavoro che si apre in medias res catapultando il pubblico nel bel mezzo dell'azione. Una dura prova per gli spettatori meno avvezzi al mondo di Oshii che si ritrovano nel ben mezzo di un'accesa battaglia in cui faranno la conoscenza di Khara 22 (Mélanie St-Pierre), clone della tribù dei Columba addestrato al combattimento aereo. Delle otto tribù del remoto pianeta Annwn note come Garm, dopo la scomparsa del Dio creatore, ne sono rimaste solo tre: i Columba, appunto, che controllano il cielo, i Briga, che controllano la terra, e i Kumtak, schiavi dei Briga. Poche rispetto al numero iniziale, ma sufficienti per dar vita a un conflitto senza fine.

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Garm Wars: L'ultimo druido, Mélanie St-Pierre e Lance Henriksen in una scena del film
Garm Wars: L'ultimo druido, Mélanie St-Pierre e Lance Henriksen in una scena del film

Garm Wars: L'ultimo druido è diviso in tre atti: L'esilio dei tre magi, Passaggio verso l'altro mondo e Il bosco sacro. Il primo atto funge da intro, presentando al pubblico la guerra che logora Annwn e narrando eventi preliminari al corpo centrale del film. In questo atto, oltre a incontrare Khara, facciamo la conoscenza di Wydd (Lance Henriksen), anziano Kumtak che possiede un Gula, mistico che ha le sembianze di un bassett hound, e conduce con sé l'ultimo Druido vivente. Dopo aver convinto i Columba di voler passare dalla loro parte, Wydd, che funge da cavallo di Troia della compagine Briga, favorisce l'attacco di questi ultimi nei confronti dei Columba. A Guidare i Briga è Skellig (Kevin Durand, altro volto noto). Khara si lancia al loro inseguimento, ma la sua navicella viene abbattuta. Poco dopo il clone ritrova Wydd, Skellig e Gula, dopo un iniziale conflitto, si unisce a loro per raggiungere la Terra dei Druidi e trovare risposta alle domande che la tormentano. Perché i Garm sono stati creati? Ma soprattutto, perché il loro creatore li ha abbandonati?

Un pianeta lontano lontano lontano

Garm Wars: L'ultimo druido, un primo piano di Mélanie St-Pierre
Garm Wars: L'ultimo druido, un primo piano di Mélanie St-Pierre

Garm Wars: L'ultimo druido è un progetto che ha avuto un'incubazione lunghissima. Mamoru Oshii ha iniziato a pensare l'opera quindici anni fa, muovendo i primi passi del mondo del live action con creazioni incerte come Avalon per testare la tecnica. Se la sua produzione anime è acclamata in tutto il mondo, le sue incursioni nel live action hanno diviso nei giudizi. Scommettiamo che Garm Wars subirà la stessa sorte. Il film è concettualmente troppo complesso (i riferimenti alla filosofia che sottende l'intera opera di Oshii si sprecano) per permetterci di empatizzare con i personaggi, ma al tempo stesso il loro approfondimento è troppo abbozzato per comprendere appieno il senso delle loro azioni. Garm Wars è un'opera tanto maestosa a livello visivo quanto inefficace sul piano narrativo. Malgrado il ritmo elevato e gli spettacolari duelli tra astronavi, l'universo che ci viene mostrato risulta troppo astratto e distante per esserne pienamente coinvolti. Ne consegue che gli appassionati degli anime di Mamormu Oshii avranno maggior facilità a cogliere immediatamente il cuore della narrazione e a comprendere i motivi di interesse che spingono il regista a scandagliare il mondo di Annwn e i suoi cloni. La maggior parte del pubblico rischia, però, di percepire il film come un bell'esperimento visivo algido e distante. Non aiuta la recitazione ieratica degli interpreti - modalità da cui rifugge in parte solo Kevin Durand - e la sensazione di freddezza che trapela dall'insieme.

Domande senza risposta

Garm Wars: L'ultimo druido, Lance Henriksen in una scena del film
Garm Wars: L'ultimo druido, Lance Henriksen in una scena del film

L'impressione generale è che Garm Wars: L'ultimo druido nasca più dall'esigenza di testare limiti e potenzialità di una tecnica che da un'urgenza narrativa. A corroborare questa ipotesi interverrebbero anche le dichiarazioni rilasciate dallo stesso Mamoru Oshii, il quale ha messo a corrente il pubblico delle enormi difficoltà incontrate per portare a termine il progetto. Per riuscirci, il regista è volato in Canada realizzando la sua prima pellicola in lingua inglese e ha dovuto adattare la sua visione del mondo di Annwn e dei suoi abitanti alla realtà corporea. Sono numerosi i momenti in cui la massiccia post-produzione e la resa ottenuta dalla tecnica mista avvicinano le scene di Garm Wars a quelle degli anime firmati da Oshii. Si pensi alla splendida sequenza dei titoli di testa in cui il clone Khara si rigenera, sequenza accompagnata dalle musiche del fedele Kenji Kawai, e alle somiglianze con Ghost in the Shell. Cinema per spettatori attenti e persistenti dunque? Non solo. La sensazione di incompiutezza che ci lascia il finale di Garm Wars non è imputabile solo alla volontà del suo autore, intenzionato a costringere lo spettatore a colmare le lacune con il suo intervento attivo. Di fatto, il film sembra far parte di un progetto più ampio e si presenta come un singolo capitolo di un saga che, però, non sappiamo se verrà mai realizzata e con quale medium. Visto che le questioni irrisolte sono tante, troppe, non ci resta che augurarci di non veder passare altri quindici anni prima di scoprire cosa nasconde la terra dei Druidi e quale è il senso dell'esistenza dei Garm.

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2.5/5