Ha appena vinto l'Orso d'Oro per il concorso del 66esimo Festival di Berlino Fuocoammare, nuovo documentario firmato da Gianfranco Rosi a tre anni di distanza da Sacro GRA, con cui vinse il Leone d'Oro alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2013. Accolto positivamente dalla critica presente al festival tedesco fin da subito, il film, che è nelle sale italiane dal 18 febbraio, è il resoconto dell'anno trascorso a Lampedusa dal regista, che ha cercato di raccontare il rapporto tra gli abitanti dell'isola e i migranti di diverse nazionalità che ogni giorno rischiano la vita cercando di raggiungere le sue coste.
Rientrato in Italia subito dopo l'esperienza berlinese, abbiamo incontrato il regista a Roma in occasione della presentazione del film alla stampa italiana. "La tragedia di cui è testimone la costa di Lampedusa è paragonabile a quella dell'Olocausto, un Olocausto del mare" ha detto il regista dopo la proiezione del film, continuando: "Inizialmente non volevo riprendere i corpi senza vita ancora intrappolati nelle barche, ma poi mi è stato fatto notare che non vedere quei morti sarebbe stato come andare in un campo di concentramento e non voler entrare nelle camere a gas".
Il film racconta l'isola attraverso gli occhi di personaggi reali, tra cui il piccolo Samuele Pucillo, bambino di 12 anni che non si trova a suoi agio in mare, il dottor Pietro Bartolo, direttore sanitario dell'Asl di Lampedusa e Pippo Fragapane, dj di Radio Delta, radio locale da cui trasmette le canzoni richieste dal pubblico, tra cui Fuocoammare, da lui realizzata, che dà il titolo al film.