Fuoco assassino 2, la recensione: un sequel che non infiamma

La recensione di Fuoco assassino 2, film che a quasi trent'anni di distanza si pone come seguito diretto del cult di Ron Howard, con alcuni eccellenti ritorni nel cast a dispetto di un budget limitato. Su Rete 4.

Fuoco assassino 2, la recensione: un sequel che non infiamma

Un piccolo grande cult dei primi anni Novanta, primo grande successo di pubblico del Ron Howard regista tanto da essere anche candidato a tre premi Oscar. Stiamo ovviamente parlando di Fuoco assassino (1991), anthemica pellicola incentrata su un team di coraggiosi pompieri che vedeva un cast delle grandi occasioni, capitanato da Kurt Russell e Robert De Niro, nel quale il ruolo principale era affidato ad un giovane e allora promettente William Baldwin, la cui carriera futura non ha poi rispettato le aspettative.

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Fuoco assassino 2: una scena del film

Proprio questi torna a vestire i panni del medesimo personaggio in Fuoco assassino 2, sequel uscito a quasi trent'anni di distanza - distribuito direttamente nel mercato home video nel 2019 - che pone come protagonista il figlio del comandante Stephen, che ha deciso di seguire le orme di famiglia e diventare anch'esso un vigile del fuoco.

Tale padre, tale figlio

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Fuoco assassino 2: Alec Baldwin in una scena del film

Sean McCaffrey, unico erede dello scomparso comandante Stephen "Bull" McCaffrey, lavora presso la sezione 17 dei vigili del fuoco di Chicago gestita dallo zio Brian, nella sezione investigativa relativa agli incendi dolosi. Il suo incarico prevede di rintracciare nelle esplosioni considerate sospette se vi sia la mano di qualche intervento umano che ha provocato il rogo e la conseguente dipartita delle vittime. Il ragazzo conduce un'esistenza riservata e ama lavorare da solo, ma per il nuovo caso al quale sta indagando gli viene affidata una collega, la giovane Maggie. Al team viene chiesto di scoprire cosa vi sia dietro un incendio che ha portato alla morte di cinque ragazzini nel giorno di Halloween. Sean comprende subito come vi sia la mano di qualcuno dietro la tragedia e finirà per ottenere preziosi indizi da una vecchia conoscenza della sua famiglia, ovvero il piromane omicida Ronald Bartel. In una vera e propria corsa contro il tempo, Sean avrà modo di fare finalmente pace con il proprio passato e con se stesso.

Chi non muore si rivede

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Fuoco assassino 2: Alec Baldwin in una foto

Non è certo un'operazione memorabile quella di Fuoco assassino 2, ma per tutti i fan dell'originale questo sequel ipoteticamente "fuori tempo massimo" è una gradevole operazione nostalgica in forma di b-movie a basso budget, volutamente priva di grandi ambizioni. Cento minuti di visione che scorrono senza grosse emozioni ma nemmeno senza momenti di eccessiva stanca, potendo contare su alcuni ritorni di lusso dal capostipite e su un paio di rivelazioni che lo citano ampiamente. Oltre a Kurt Russell che compare in una foto appesa alla parete, in carne e ossa ritroviamo per l'appunto il Brian di William Baldwin, che nel frattempo ha scalato le gerarchie fino a diventare vice capo distretto, e soprattutto il semi-redento Bartel di Donald Sutherland, pronto a dare una mano al Nostro quale sorta di guida/nemesi. Proprio nella gestione del rapporto tra i due si cela anche qualche inaspettata ambiguità, che rende il tutto meno banale del previsto.

Uno spettacolo povero

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Fuoco assassino 2: Joe Anderson, Alisha Bailey in una scena

Ciò che risente in maniera evidente della destinazione domestica dell'operazione è la messa in scena, a tratti più affine al mondo seriale del piccolo schermo, con le sequenze d'azione e relative agli incendi che non possono contare su un senso dello spettacolo adeguato, penalizzando in diverse occasioni il climax e scaricando di fatto la necessaria tensione a tema. Il cast di nuovi personaggi, a cominciare proprio da Joe Anderson nelle vesti di Sean, convince soltanto a metà, così come l'entrata forzata di diversi elementi secondari, a cominciare da quell'amico a quattro zampe che diventa compagno inseparabile sulla scia di tanti prototipi ben più riusciti. La mano in fase di scrittura dello sceneggiatore originale Gregory Widen, tornato anche per questo sequel, è meno incisiva e strizza l'occhio in più occasioni al precedente, dovendo fare i conti con le ambizioni ben più ridotte del progetto.

Conclusioni

Figlio dell'eroico pompiere Stephen "Bull" McCaffrey, il giovane Sean ha seguito le orme paterne e lavora alla divisione investigativa dei vigili del fuoco, con il compito di indagare se gli incendi siano o meno di natura dolosa. Una nuova missione lo porterà a scavare nel passato e a sistemare i conti con la propria famiglia. Come vi abbiamo raccontato nella recensione di Fuoco assassino 2, questo sequel del cult diretto nel 1991 da Ron Howard vanta alcuni eccellenti ritorni dal cast originale e un'atmosfera a tratti nostalgica, ma deve fare i conti con un budget ridotto e una regia scolastica, che rendono la visione consigliabile esclusivamente ai fan del prototipo, a patto di approcciarvisi senza eccessive aspettative.

Movieplayer.it
2.0/5
Voto medio
4.9/5

Perché ci piace

  • Il ritorno di William Baldwin e Donald Sutherland nei ruoli dell'originale impreziosisce un cast altrimenti anonimo.
  • Qualche gradevole citazione qua e là...

Cosa non va

  • ... in una sceneggiatura elementare e priva di effettivi colpi di scena.
  • La regia di Gonzalo López-Gallego è priva di guizzi e non può contare su un budget adeguato.