L'autobiografia di Tembi Locke è alla base della miniserie prodotta dalla Hello Sunshine di Reese Witherspoon intitolata From Scratch - La forza di un amore e non è sorprendente ritrovare il titolo nella lista dei più visti dell'ultima settimana su Netflix, considerando la ricetta alla base del progetto che ha come ingredienti amore, dramma, il fascino dell'Italia, buona cucina e il sentimento universale rappresentato dal desiderio di trovare il proprio posto nel mondo.
Il risultato, infarcito di stereotipi e interpretazioni non particolarmente convincenti, lascia il dubbio riguardante la reale necessità di suddividere il racconto in otto episodi, considerando i tanti passaggi sacrificabili.
La trama di From Scratch - La forza di un amore
Al centro della trama di From Scratch c'è Amy, una giovane del Texas interpretata da Zoe Saldana, che arriva in Italia, a Firenze, con la speranza di realizzare i suoi sogni di artista nonostante la sua famiglia, in particolare il padre Hershel (Keith David), esprima i propri dubbi per quello che appare come un futuro fin troppo incerto. In Toscana, oltre a innamorarsi delle bellezze artistiche e paesaggistiche, la ragazza si avvicina sentimentalmente allo chef Lino (Eugenio Mastrandrea), un ragazzo siciliano che si innamora di lei al punto tale da seguirla negli Stati Uniti a Los Angeles, dove le differenze culturali e le difficoltà nel farsi strada professionalmente lo segnano emotivamente.
Nonostante i tanti problemi che la vita pone sul loro cammino, Amy e Lino riescono a farsi forza a vicenda, vivendo il proprio amore con trasporto e convinzione, ma non potendo fare nulla contro il destino che gli spettatori scoprono nei primi minuti della miniserie.
Nel corso delle otto puntate si assiste così all'incontro tra due mondi apparentemente diversi, ma in realtà con più di un punto in comune, non esitando tuttavia a delineare a grandi linee le caratteristiche di due famiglie e di due nazioni.
Se da una parte c'è il determinato Hershel che, dopo il divorzio si è sposato con Maxine (Judith Scott), e non vede di buon occhio le scelte di Amy nonostante il grande amore che prova per la figlia, dall'altra c'è il padre di Lino, Giacomo (Paride Benassai), che ha tagliato i rapporti con il figlio dopo la sua scelta di allontanarsi dalla tradizione e non occuparsi della tenuta di famiglia inseguendo il sogno di diventare uno chef e di sposare un'americana, non ascoltando in nessun modo le disperate richieste della moglie Filomena (Roberta Rigano) di un riavvicinamento.
La malattia che Lino affronta cambia però l'intera situazione e le due famiglie dovranno imparare a conoscersi e rispettarsi.
Ad avere un ruolo quasi da punto di riferimento morale è Zora (Danielle Deadwyler), la sorella maggiore di Amy che si ritrova a dover gestire tensioni, incomprensioni e problemi professionali e di cuore mettendo fin troppo spesso in secondo piano le proprie esigenze.
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Un susseguirsi di emozioni intervellato da scene in stile promozione turistica
Il fatto che From Scratch - La forza di un amore sia tratto da una storia vera non impedisce alla miniserie di Netflix di proporre un insieme di cliché e scene in stile promozione turistica, con tanto di riprese del cibo che sembrano tratte da uno dei tanti show dedicati alla cucina disponibili sugli schermi televisivi.
La nascita dell'amore dei due protagonisti, tra cene da sogno e passeggiate tra le strade di Firenze, segue schemi visti più e più volte, senza dare particolare profondità ai motivi alla base della nascita del legame. La narrazione prosegue poi su binari già percorsi da film e serie tv con una coppia che deve trovare forza nel proprio amore per lottare contro i pregiudizi e i problemi. Dal matrimonio in Italia allo chef stellato che sminuisce le ambizioni di Lino, dalla passione "incomprensibile" per il calcio del giovane italiano alle tradizioni della Festa del Ringraziamento, From Scratch non risparmia nulla delle idee più prevedibili e scontate su quello che accadrà ai protagonisti.
Dispiace, tuttavia, che con tanto tempo a disposizione si approfondisca così poco il tema del tentativo di diventare genitori di Amy e Lino che diventano genitori fin troppo rapidamente nella finzione, rappresentando le fasi che portano all'espansione della famiglia in modo piuttosto superficiale e retorico. Risulta invece più apprezzabile il modo in cui la miniserie cerca di portare sugli schermi le incertezze di Amy alle prese con la maternità e il difficile equilibrio tra i tentativi di realizzarsi professionalmente ed essere una buona madre, nonostante la presenza di alcune sequenze che risultano (forse) involontariamente divertenti nel mostrare Amy mentre si confronta con le altre madri che conosce Lino occupandosi della figlia. La gelosia nei confronti del legame tra la bambina e il marito, inoltre, viene introdotta e poi lasciata in sospeso, senza mai assumere uno spessore significativo.
Una storia costruita sui contrasti
Le location scelte per le riprese sostengono bene i contrasti esistenti nella storia di Lino e Amy, anche se From Scratch attinge a piene mani a un'idealizzazione dell'Italia quando si tratta di mostrarne gli aspetti positivi e a un giudizio fin troppo affrettato nel rappresentarne i punti negativi, offrendone un ritratto che appare ancora fermo a un passato non troppo lontano.
La regia firmata da Nzingha Stewart e Dennie Gordon è efficace nel raggiungere l'effetto emotivo sperato, ma a penalizzare molto le puntate è la qualità poco elevata dei dialoghi e un montaggio che, in più passaggi, appare poco curato con i suoi tanti salti temporali e bruschi cambi di scena.
Due protagonisti convincenti
Non si può tuttavia dire bocciare totalmente le interpretazioni del cast, guidato da Zoe Saldana che passa dallo stupore di fronte alla bellezza dell'arte italiana al dolore più profondo del lutto, momento purtroppo ridotto ai minimi termini senza svilupparlo in modo adeguato, trovando anche in più scene il modo di risultare ironica e luminosa nell'aggrapparsi alla speranza e alla voglia di vivere, declinata in modi diversi tra espressione del proprio talento artistico all'amore per la figlia.
Eugenio Mastrandrea sostiene il confronto con l'esperienza dei ben più esperti membri del cast e riesce a gestire con convinzione il senso di spaesamento vissuto da Lino quando si trasferisce negli Stati Uniti, interpretando bene il mix di nostalgia per la propria patria e il tentativo di trovare il proprio posto nella nuova realtà. L'attore sa inoltre mostrare l'evoluzione e la maturazione del suo personaggio, senza però scivolare nell'eccesso di sentimentalismo dove potrebbero condurlo gli eventi rappresentati.
Conclusioni
La storia di Tembi Locke, che si è occupata dell'adattamento insieme alla sorella Attica Locke, purtroppo non si distanzia eccessivamente dai drammi prodotti da canali come Hallmark, soffrendo il peso di una narrazione fin troppo diluita che diminuisce l'impatto emotivo del racconto. Come visto nella recensione di From Scratch, la qualità della produzione e dei suoi interpreti tiene però a galla il progetto che trova i suoi punti di forza nella rappresentazione del percorso all'insegna di continui alti e bassi, gioie e dolori, che porta gli individui a trovare la propria "casa", che si tratti di un luogo o di uno stato mentale, e nella celebrazione del concetto di famiglia, andando oltre i legami di sangue.
Perché ci piace
- La storia riesce a emozionare senza scivolare in eccessi di sentimentalismo.
- La bravura del cast mette in secondo piano dei dialoghi approssimativi e il gran numero di cliché rappresentati nelle puntate.
- Le location sono suggestive e celebrate in tutta la loro bellezza.
- Le tematiche alla base del racconto sono ben sviluppate.
Cosa non va
- Otto episodi risultano forse troppi, diminuendo in più momenti l'impatto emotivo.
- La gestione degli attimi più vicini alla promozione turistica che a esigenze narrative non è delle migliori.
- Alcuni personaggi, come nel caso di Zora, sono delineati a grandi linee nonostante la loro importanza nella storia.
- La scelta di svelare il finale della storia fin dai primi minuti diminuisce in modo significativo la curiosità degli spettatori.