Ghost Cat Anzu, la recensione: un film inaspettato su un gatto che tutti vorremmo avere come amico

La nostra recensione di Ghost Cat Anzu, anime presentato alla Quinzaine des Cinéastes; un film inaspettato, divertente e profondo.

I protagonisti Karin e Anzu in una scena

Raccontare una storia semplice non implica semplicità anche nella scrittura. Ghost Cat Anzu (Bakeneko Anzu-chan), produzione franco-giapponese, ne è la prova. Presentato alla Quinzaine des Cinéastes questo anime ci ha conquistati e coinvolti come non ci saremmo aspettati. Frutto del lavoro di Yôko Kuno e Nobuhiro Yamashita fa della narrazione a più livelli il mezzo per arrivare efficacemente sia agli adulti che ai bambini.

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I protagonisti in un'immagine del film

La Quinzaine è una sezione parallela e indipendende a quella del concorso e nel proporre lungometraggi e cortometraggi da tutto il mondo fa sua la spiccata vocazione nell'avere un occhio di riguardo per gli autori. Grazie a questo si possono scoprire titoli interessanti come gli artisti che li creano, occasioni inestimabili come quella che abbiamo avuto nello scoprire una pellicola estremamente comunicativa e dalla resa estetica estremamente interessante.

Il folklore giapponese

La vicenda si svolge in parte in una cittadina rurale del Giappone, in piena estate. Karin si reca insieme a suo padre, un uomo inaffidabile che dopo la morte della moglie ha accumulato diversi debiti, nel tempio di questo piccolo centro abitato che è gestito da un monaco che scopre essere suo nonno. La piccola dovrà rimanere lì per un po' di tempo in attesa che il genitore risolva in qualche modo i problemi finanziari che li attanagliano.

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Il gatto Anzu in una scena

Nella sua nuova casa però c'è qualcosa di strano: il gatto di famiglia, dopo 32 anni, è diventato uno spirito, ovvero un personaggio del folklore nipponico, e come tale è grande quanto un essere umano, ma sopratutto parla, guida il motorino, va in bicicletta e svolge piccoli lavoretti. Ha anche una spiccata furbizia e una certa dose di sarcasmo che gli permettono di tirarsi fuori da diverse situazioni. Sarà con lui che Karin entrerà in conflitto all'inizio: la bimba, infatti, dietro un atteggiamento scostante e opportunista, nasconde il dolore e la solitudine derivati dalla scomparsa di sua madre.

Una scrittura efficace

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Anzu e Karin in giro per Tokyo

Ghost Cat Anzu si è rivelata una piacevole sorpresa sotto molti punti di vista. La sceneggiatura, ad opera di Shinji Imaoka, propone una storia semplice ma allo stesso tempo sfaccettata nella quale, a seconda dell'età dello spettatore, è possibile cogliere elementi e situazioni in modo differente e con differente profondità. Questo è possibile proprio grazie ad una buona scrittura che permette anche l'introduzione di personaggi folli mantenendo una certa coerenza e compostezza. La narrazione, infatti, utilizza elementi del folklore giapponese e dello shintoismo per raccontare un viaggio fantastico tra questo e l'altro mondo dove il soprannaturale fa parte di un quotidiano che la maggior parte degli uomini ignora.

L'utilizzo del rotoscopio

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Un sorridente Anzu mentre va in moto

La leggerezza che caratterizza il modo di raccontare la storia, però, non va confusa con la superficialità perché in questo caso ci siamo ritrovati davanti un film che racconta situazioni difficili con delicatezza ma andando dritto al punto. Un altro punto di forza del lungometraggio sono poi sicuramente le immagini fatte di colori pastello e un character design dei personaggi accattivante e a tratti buffo. Anche le animazioni, seppure non sempre perfette, risultano nel complesso di buon livello anche a fronte del particolare tipo di realizzazione che ha unito una recitazione in live action di base con la tecnica del rotoscopio particolarmente cara alla regista Yôko Kuno. Un esperimento interessante e riuscito che speriamo di poter vedere ancora.

Conclusioni

Per riassumere la nostra recensione di Ghost Cat Anzu possiamo affermare che questo film presentato alla Quinzaine è stata una piccola e gradita sorpresa. Forte di una tecnica interessante, fusione di live action e rotoscopio, porta su schermo una storia profonda ma allo stesso tempo piacevole e leggera. Un viaggio nel folklore giapponese che conquista e coinvolge sia bambini che adulti.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
5.0/5

Perché ci piace

  • La storia coinvolgente.
  • La scrittura efficace e non banale.
  • La tecnica del rotoscopio, scelta interessante e coraggiosa…

Cosa non va

  • …anche se in alcuni (rari e poco influenti) momenti non perfetta.