FlashForward - Stagione 1, episodi 11 e 12: Revelation Zero

Un doppio episodio segna il ritorno in onda di FlashForward, in USA come in Italia, con nuove rivelazioni e la volontà di risolvere i problemi della prima metà della stagione.

Una serie TV è un qualcosa di difficile da gestire, costantemente teso tra le idee di partenza, le esigenze pratiche e gli imprevisti, e soprattutto l'assecondare il gusto del pubblico, che ora più che mai, immersi nell'era della comunicazione globale, è possibile riscontrare in tempo reale. Un equilibrio difficile da gestire, che spesso influenza il risultato finale, portando molti show verso la deriva o semplicemente verso un qualcosa di diverso da quanto ipotizzato in partenza.
E' alla deriva che avevamo lasciato FlashForward alla fine dello scorso anno, una deriva che aveva portato gli autori a perdere il polso del loro show, causando un costante calo di ascolti, dagli olte 12 milioni della premiere agli scarsi 7 dell'episodio 10 che aveva salutato il pubblico prima di Natale.
I tre mesi trascorsi dal 3 dicembre scorso, data di programmazione di A561984, al 18 marzo, quella del doppio episodio Revelation Zero, sono serviti alla produzione ed agli autori per fare un punto della situazione, riprendere in mano le redini dello show e dimostrare di avere ancora qualcosa da dire e di sapere come rinvigorire quell'attenzione ormai perduta. Se saranno in grado di farlo, lo vedremo nelle prossime settimane, per ora il rientro è stato salutato da soli 6.50 milioni di spettatori, ma la possibilità che molti possano tornare a seguire la serie non mancano.

Revelation Zero è una piacevole sorpresa: Marc Guggenheim e Seth Hoffman, ai testi della prima parte, e Quinton Peeples, che ha scritto la seconda, cambiano le carte in tavola (o forse semplicemente le rimescolano) e prendono in pugno la situazione, fornendo subito dettagli e spiegazioni al pubblico, dimostrando di aver capito la lezione ed essere pronti ad andare avanti nella storia senza cedere a quella che potremmo definire la sindrome di Lost.

Rispetto a quanto letto ed ipotizzato nel corso della prima metà di stagione, molte cose sembrano essere cambiate rispetto alle intenzioni iniziali, ma gli sceneggiatori sono abili nel rendere il nuovo approccio coerente con quanto già visto, concentrandosi almeno per ora su alcuni personaggi chiave della storia, senza disperdere troppo l'attenzione in questi primi due episodi primaverili.
Fulcro della vicenda resta Mark, ma le modalità del suo essere protagonista della storia sembrano prendere una piega diversa. Sapevamo infatti che il suo flashforward era incompleto, ed ora gli autori approfittano dei vuoti per cambiare la prospettiva di quanto già visto: sospeso dall'FBI per i fatti di Hong Kong ed impegnato ad indagare per conto suo usando una replica della bacheca realizzata nella propria casa basandosi sulle foto effettuate a quella vera, Mark è obbligato a vedere una psicologa che dovrà giudicare quando sarà pronto per poter essere reintegrato in servizio. La dottoressa fornisce un punto di svolta per la storia, somministrando all'ex agente un farmaco per stimolare i ricordi soppressi dalla sua visione del futuro, per riempire i vuoti dovuti al suo stato di ebrezza.

La rivelazione è sorprendente e, dicendoci che il 29 aprile Mark sarà al telefono con Lloyd, contribuisce a rispondere anche ad un quesito riguardo la visione di quest'ultimo. Come se non bastasse, la conversazione tra loro ci mostra anche come i due si conoscessero e come Mark sospetti che si verificherà un altro blackout, a meno che loro non riescano ad impedirlo. Quanto basta perchè Wedeck acconsenta ad ulteriori indagini parallele da parte di Mark, indagini che lo portano a rinvenire il luogo in cui Lloyd viene tenuto prigioniero, come conseguenza del cliffhanger dello scorso inverno.

Gli uomini che lo tengono prigioniero sembrano essere le persone che hanno realmente causato il fenomeno, giovandosi dell'esperimento di Lloyd e Simon per amplificare l'effetto di quello che hanno messo in piedi. Lloyd deve avere a che fare con un uomo misterioso quanto spietato (Ricky Jay, introdotto in rapporto ai misteriosi anelli al termine di Partita a carte col destino), che non esita nel mutilare il povero Simon per ottenere dal suo prigioniero le informazioni di cui ha bisogno.
E' proprio riguardo a lui, Simon ed il misterioso Suspect Zero che ci sembra di scorgere le maggiori revisioni al piano iniziale fatte dagli autori: Simon continua ad essere il personaggio ambiguo che ci è stato presentato, ma vengono subito introdotte le sue motivazioni ampliando il background che l'ha portato ad essere accanto a Lloyd nell'esperimento che ha contribuito all'evento che ha causato 20 milioni di morti.

In Reveletion Zero: Part 2, un Simon liberato dagli aguzzini che tenevano prigionieri lui e Lloyd fugge in Canada dalla sua famiglia. E' proprio la famiglia uno degli elementi chiave del suo ruolo nel blackout: l'uomo che l'ha tenuto prigioniero insieme a Lloyd, e che ha permesso che gli venisse tagliato un dito, è in realtà suo zio Teddy, ed è stato lui a condizionare la sua vita da quando aveva 13 anni, permettendogli di sfruttare il suo incredibile QI e studiare al college, per poi usare le sue conoscenze per gli scopi del gruppo a cui fa capo, arrivando al punto di giustiziare il padre del ragazzo al solo scopo di fornirgli un alibi il giorno del blackout, ma allo stesso tempo portarlo con un volo privato quanto irrintracciabile nello stadio in cui è stato ripreso per essere poi noto come Suspect Zero, sveglio a differenza degli altri grazie ad uno degli anelli che abbiamo visto in passato.
Nel faccia a faccia tra i due, è lo zio Teddy ad avere la peggio e subire la vendetta del giovane, ma dubitiamo che questo atto di ribellione possa averlo tirato fuori dal complotto di cui, suo malgrado, sembra far parte.

Escludendo le risposte, Revelation Zero fa qualche passo avanti nel tratteggiare ulteriormente un paio di personaggi secondari, in particolare Nicole e Bryce, portandoli in contatto con un culto noto come Sanctuary, fondato da Timothy, un ex lavavetri interpretato da Gil Bellows che al momento del blackout ha avuto una visione che l'ha spinto a diventare un predicatore. La sua storia, il suo racconto fuori campo, scandisce l'episodio fornendo uno dei possibili approcci delle persone a quanto accaduto, ma al momento resta un contorno che poco aggiunge al plot principale, richiamando i difetti presenti nella prima metà della stagione.
Per fare un ulteriore passo in avanti, gli autori, ora guidati dal nuovo showrunner Jessika Borsiczky, dovranno cercare di integrare tutti i personaggi fin qui introdotti in un flusso narrativo più compatto, che eviti la dispersione e frammentazione della prima metà della stagione e tenga alto l'interessa per poter riconquistare il pubblico perduto gradualmente, in USA come in Italia, con il pubblico nostrano che potrà seguire i nuovi episodi quasi in tempo reale grazie a Fox, con una prima messa in onda il giorno dopo quella americana, in lingua originale con sottotitoli in italiano.