Considerando le aspettative e la fiducia riposta in FlashForward, ora che i giochi sono fatti e l'agognato rinnovo non è arrivato, possiamo considerare la serie creata da Brannon Braga e David S. Goyer come la vera delusione della stagione televisiva 2009/2010. Un fallimento segnato per gran parte dalla prima sequenza di episodi, che dopo un discreto inizio hanno iniziato a rallentare il ritmo e perdersi nei meandri della storia da raccontare e dei suoi misteri, ma senza lo stesso solido approccio ai personaggi che sei anni or sono hanno fatto la fortuna di Lost.
Sarebbe ingiusto nei confronti degli autori della serie non riconoscere il bagno d'umiltà e lo sforzo fatto nel corso della lunga pausa invernale per tornare in onda a Marzo con un prodotto molto più intrigante ed una costruzione dell'intreccio molto più coinvolgente per lo spettatore. L'avevamo detto lo scorso marzo, lo ribadiamo ora dopo aver visto i tre episodi conclusivi dell'unica stagione prodotta, episodi che lasciano aperta la storia, forse perchè all'annuncio della cancellazione la produzione era già conclusa, o forse perchè la produzione nutre ancora la segreta speranza che la serie possa essere rilevata da un canale minore.
Come lo stesso Gabriel rivela, la vita, il destino, tendono a riportare le storie sulla strada originale, nonostante le deviazioni subite. Un concetto che anche Hellinger sottolinea nel suo colloquio con Benford che cerca di strappargli informazioni sul successivo blackout, un colloquio che ha vissuto innumerevoli volte e che, indipendentemente dalla diverse strade intraprese da lì in avanti, portava sempre alla stessa identica conclusione: la morte di Mark a fine giornata.
L'attenzione principale è ovviamente sugli elementi chiave dell'indagine: da una parte Benford alla disperata ricerca di indizi per individuare la data del nuovo blackout, un percorso che lo porterà, come da sua visione, faccia a faccia con la propria bacheca, davanti alla quale avrà la rivelazione su come risalire alla data corretta prima di un finale tutto azione che lo vede affrontare da solo gli uomini mascherati e cercare di sfuggire all'esplosione programmata dell'edificio; dall'altra Olivia, che suo malgrado dovrà acconsentire a portare Lloyd a casa sua per far sì che la sua visione si potesse concretizzare, permettendogli di risolvere la sua parte di rompicapo; infine Simon e Demetri, intenti a bloccare il nuovo blackout dall'interno, usando direttamente il computer dell'NLAP, con l'aiuto di Janis per introdursi nella struttura.
Ma spazio anche per le storie minori. Aaron e la sua missione afghana sulle tracce del gruppo paramilitare Jericho, ma soprattutto della figlia Tracy; pochi minuti sparsi qua e là tra gli ultimi episodi che hanno il pregio di andare dritti al punto e spiegarci il motivo della persecuzione subita dalla ragazza: a differenza di quanto si pensasse, la figlia di Aaron non aveva assistito all'esecuzione degli abitanti di un villaggio da parte di Jericho, ma di un test di blackout. Il motivo dell'interesse nei suoi confronti è la sua apparente immunità all'accaduto, che avrebbe dovuto coprire un raggio di un chilometro, quindi lei compresa.
L'immagine dei due amanti, la cui storia ha tratteggiato tutta la stagione, è tra quelle che si susseguono quando il nuovo blackout si verifica, immagini che mostrano luoghi di tutto il mondo, rimandando nelle visioni ad un momento del futuro più lontano rispetto all'evento di inizio stagione: il 2015.
Sarebbe stata probabilmente la storyline che avrebbe portato avanti la serie, ma che gli autori non avranno modo di sviluppare, a meno di un improbabile recupero da parte di altri canali americani.