Five Nights at Freddy's 2, recensione: un sequel atrofizzato e impassibile

Animatronics aggiornati, una trama arzigogolata e una forza cinetica assente: il leggendario Freddy's riapre le porte per un secondo capitolo che sfocia nella noia. In sala.

Un artwork del film

Un incipit audace, che si disperde però frettolosamente. Dietro, la voglia di essere più "maturi", facendo però perdere la giusta aderenza, e quindi l'interesse generale. Forte dell'incasso del primo film - un successo inaspettato, per certi versi - gli animatronics targati Scott Cawthon (ri)prendono vita in un un sequel che, lo scriviamo subito, delude sotto innumerevoli punti di vista.

Five Nights At Freddys 2 Immagine
Five nights at Freddy's 2: un'immagine del film

Considerando il tono, considerando il contesto (è pur sempre un franchise tratto da un videogioco), considerando lo scopo finale, Five Nights at Freddy's 2, ancora diretto da Emma Tammi, tende ad assumere una postura inspiegabilmente impassibile e molto poco coinvolgente, orientata verso una seriosità orrorifica che non incide. Anzi, la struttura narrativa dissipa la tensione, spesso inespressa, quasi accessoria, certamente inconcludente.

Five Nights at Freddy's 2: un buon incipit, e nulla più

Il punto debole, nemmeno a dirlo, è la trama assurdamente arzigogolata: dopo un flashback che ci porta indietro al 1982 - nel quale capiamo che gli animatronics del Freddy Fazbear sono mosse da una specie di marionetta simile alle Kabuki Twins di Batman, con ammicco alla No Face de La Città incantata - rieccoci ad un anno dagli eventi che hanno segnato la comunità. Una storia divenuta già leggenda, ispirando il primo Fazfest.

Five Nights At Freddys 2 Piper Rubio Josh Hutcherson Foto
I tre protagonisti

Fin qui tutto semplice, se non fosse che poi entrano in scena i personaggi "in carne ed ossa", forzatamente legati tra loro: ritroviamo l'undicenne Abby (Piper Rubio), orfana dei suoi "amici immaginari", e ritroviamo suo fratello Mike (Josh Hutcherson), interessato al benessere della sua sorellina. Tra i due c'è Vanessa (Elizabeth Lail) - ricorderete essere la figlia dell'assassino William Afton - ancora sotto shock. E poi? Poi Five Nights at Freddy's 2 decide di rompere le regole facendo "sconfinare" i robot controllati in wireless (vabbè) oltre il perimetro del Freddy's, portando avanti il piano (vabbè) della Marionetta malefica, impossessatasi dello spirito di Charlotte - uccisa nel 1982 - davanti gli occhi di una piccola Vanessa.

Se l'horror retrò sfocia nella noia

Five Nights At Freddys 2 Momento Del Film
Five nights at Freddy's 2: un momento inquietante del film

Strano ma vero, il sequel di Five Nights at Freddy's punta ad un'assurda introspezione che poco c'azzecca con lo spirito di uno show che dovrebbe inquietare e sicuramente divertire (come avvenuto con il primo film, un guilty pleasure che ricordiamo con affetto). Condizionale è d'obbligo, perché nelle due ore scarse di montaggio manca una vera e propria struttura capace di essere contestualmente plausibile, andando avanti nel racconto senza una vera cognizione di causa. L'introspezione, seriosa più che seria, è portata avanti soprattutto da Mike e Vanessa, personaggi dalla personalità sotto lo zero che tolgono spazio agli animatronics, rivisti nelle versione aggiornate di Freddy Fazbear, di Bonnie il Coniglio e ovviamente di Chica la Gallina.

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Gli animatronics escono dal Freddy's

Non ha molto senso fare il raffronto con il videogioco, se non fosse che lo schema cinematografico da una parte potrebbe colpire i fan (dietro l'adattamento prodotto da Blumhouse c'è un target ben preciso), mentre dall'altra potrebbe risultare alquanto respingente, non essendoci mai un guizzo né un sussulto, distruggendo pure quel fascino retrò che ha fatto la fortuna del marchio. E se gli animatronics altro non sono che la rappresentazione di una certa (e pericolosa) nostalgia (tutto didascalico, ma non è questo il problema), le continue spiegazioni si accalcano nei lunghissimi e pretenziosi dialoghi, rendendo il film più cervellotico e atrofizzato di quanto dovrebbe essere, sfociando in un verbo che il cinema non dovrebbe mai contemplare: annoiare.

Conclusioni

Un sequel atrofizzato e impassibile, che si incastra in una trama assurdamente seriosa, mancano il tono generale di un film che dovrebbe puntare al divertimento e all'intrattenimento. Se il target di riferimento è chiaro, la forza cinematografica di Five Nights at Freddy's non è mai incisiva finendo per annoiare. Un mezzo disastro: si salvi chi può (e no, non da Chica la Gallina).

Movieplayer.it
2.0/5
Voto medio
4.2/5

Perché ci piace

  • L'incipit.
  • Il fascino retrò...

Cosa non va

  • ... che si disperde presto.
  • Forza cinetica assente.
  • Trama assurdamente arzigogolata e inconcludente.
  • Gli animatronics passano in secondo piano.