Gli adolescenti delle scuole superiori devono sentirsi un po' come degli sbalestrati pesci fuor d'acqua, catapultati in un mondo che può essere al tempo stesso entusiasmante e minaccioso, capace di disorientare, ma anche di riservare affascinanti sorprese. Questo, forse, è ciò che devono avere pensato l'autore Noah Jones e il regista e produttore esecutivo Maxwell Atoms nello sviluppare l'idea alla base di Fish Hooks - Vita da pesci, nuovo vivace cartoon che segna il ritorno dell'animazione su Disney Channel. In questa serie, infatti, la verace "fauna" che da sempre popola i licei di tutto il mondo - composta da bulli, secchioni, fidanzatine appiccicose, buffoni della classe - viene trasposta con efficacia all'interno di un acquario, i cui abitanti marini sembrano condividere le stesse preoccupazioni e le medesime aspirazioni dei loro colleghi umani. Protagonisti di questa striscia animata sono un terzetto di amici pesciolini: l'esuberante e iperattivo Milo (modellato un po' sulle fattezze del doppiatore originale, la star Disney Kyle Massey), il suo introverso e impacciato fratello Oscar, e l'egocentrica ma affettuosa Bea (anch'essa doppiata in originale da una voce nota agli aficionados del Canale, quella di Chelsea Staub).
Cosa differenzia Fish Hooks dalle altre produzioni animate in circolazione?
Noah Jones: Penso si tratti di un cartoon con uno stile visivo molto particolare, ottenuto dall'integrazione tra il disegno a mano, con cui sono stati realizzati i personaggi, e la tecnica del collage, impiegata per i fondali. Per quanto riguarda i contenuti, invece, abbiamo cercato di concentrarci sul tema centrale dell'amicizia, attorno cui ruotano tutte le storie.
Com'è stato lavorare alla serie?
Noah Jones: Essendo questa la mia prima esperienza nella realizzazione di un cartone animato, è stata senza dubbio la migliore che mi potesse capitare. Ho avuto la fortuna di lavorare con amici e ci siamo divertiti molto; anche se al tempo stesso ce l'abbiamo messa tutta nel realizzare ogni volta il miglior risultato possibile.
Noah Jones: Direi che in primo luogo la serie si rivolge a una fascia di pubblico che va dai cinque ai dodici anni. Ma ci siamo sforzati anche di creare un prodotto che potesse coinvolgere tutti i membri della famiglia, puntando su una componente umoristica che potesse far presa anche sugli spettatori più grandi. Speriamo che anche gli adulti possano ridere di alcune gag, e che riescano a immedesimarsi nei personaggi rievocando le loro passate esperienze al liceo. L'ambientazione dell'high school, infatti, ci è parsa un buon serbatoio per ambientare delle storie che mescolassero avventura e umorismo, ma che avessero sempre come nucleo centrale il tema dell'amicizia.
Perché è stata scelta proprio la metafora dell'acquario per raccontare le avventure di tre adolescenti?
Maxwell Atoms: Non direi che si tratta proprio di una metafora. Piuttosto ci piaceva il fatto che quest'ambientazione fosse stata molto poco utilizzata in precedenza. La scelta dell'acquario offre numerosi spunti in cui sviluppare le storie dei protagonisti, anche perché molto spesso i tre pesciolini finiscono per interagire con il mondo che si trova al di fuori della loro vasca, finendo per imbattersi addirittura con gli altri personaggi che popolano il negozio d'animali, tra cui un criceto e un minaccioso gatto....
Noah Jones: L'idea del collage è stata sviluppata sin dalle prime fasi di lavorazione. L'obiettivo era quello di dare vita a un look unico e innovativo. Oggigiorno, con il proliferare dell'animazione su media diversi, e in particolare su Internet, è molto difficile riuscire a essere originali. Abbiamo pensato, dunque, che questa potesse essere una buona scelta, anche perché questo stile particolare contribuisce a veicolare una sensazione familiare, come di un prodotto "fatto in casa".
Come sono stati integrati gli strumenti di disegno tradizionale con la computer graphic?
Maxwell Atoms: Oggi i tempi di realizzazione di una serie sono sempre più serrati, ragion per cui è impossibile ricorrere integralmente alle tecniche d'animazione tradizionali come si faceva una volta. Tuttavia siamo riusciti a incorporare il processo di disegno a mano all'interno del supporto digitale, disegnando i personaggi direttamente sui tablet. In questo modo crediamo che i diversi apporti stilistici siano riusciti ad amalgamarsi in maniera omogenea.
Maxwell Atoms: Alla ricerca di Nemo è un'opera che ho molto amato ma, come ho cercato di dire prima, abbiamo provato in questo caso a sviluppare un nostro stile visivo personale.
Noah Jones: Siamo consapevoli che ci sono alcune somiglianze con SpongeBob SquarePants. Ma, al tempo stesso, credo che basti guardare un paio di episodi di Fish Hooks per capire che si tratta di qualcosa di molto diverso, sia dal punto di vista visivo che contenutistico. Come ho già detto, il nostro obiettivo era di realizzare un prodotto per famiglie, in cui si evidenziassero soprattutto alcuni valori come l'amicizia.
Secondo voi quanto sono diversi gli adolescenti di oggi rispetto al passato?
Maxwell Atoms: In realtà penso che alcuni aspetti dell'adolescenza siano universali, come dimostra anche il nostro cartone. La maggioranza delle esperienze che i ragazzi vivono una volta entrati al liceo (i primi appuntamenti, i problemi con i bulli della scuola, le difficoltà a integrarsi con i compagni) sono ricorrenti, ed è per questo che provocano l'identificazione dello spettatore di ogni età.
Noah Jones: L'unica differenza rilevante con cui abbiamo dovuto confrontarci è stata la maggiore reattività dei giovani con i nuovi mezzi di comunicazione, come Internet. I ragazzi oggi tendono a stabilire un feedback immediato con le loro serie preferite. Ad esempio, dopo la messa in onda degli episodi di Fish Hooks alcuni ragazzini hanno pubblicato su Youtube video in cui cantavano le canzoni della serie.
Noah Jones: Ebbene sì! Si tratta di un lavoro che ci prende molto. Persino in questo momento siamo in contatto con la produzione via sms! Nonostante sia impegnativo, tuttavia, è anche qualcosa che ci entusiasma molto e continua ancora a divertirci. Al momento stiamo lavorando alla seconda stagione, ma speriamo di andare avanti finché ci sarà l'apprezzamento del pubblico. Incrociamo le dita ma, per il momento, il futuro ci appare roseo...
Quali sono le serie che apprezzavate di più da ragazzi?
Maxwell Atoms: Ho sempre adorato tutto ciò che è animazione. Sono cresciuto guardando i grandi classici di Disney, Warner Bros., Hanna & Barbera e delle altre grandi produzioni americane.
Noah Jones: Da bambino divoravo i cartoni Disney, ma in particolare avevo un'adorazione sconfinata per Bugs Bunny. Potevo stare ore e ore sdraiato sul tappeto di fronte la tv a guardare cartoons...