Un team di vigili del fuoco e soccorritori dell'agenzia russa per la protezione delle foreste si trova in missione nel tentativo di spegnere un gigantesco incendio, che sta devastando la foresta di Krasnoyarsk, in Siberia. Il fuoco ha ormai preso il sopravvento distruggendo centinaia e centinaia di ettari di vegetazione e anche le abitazioni e i piccoli villaggi sono in grave pericolo, soprattutto se si trovano nei pressi di zone boscose.
Come vi raccontiamo nella recensione di Fire - Nessuna via d'uscita, la squadra capitanata dall'esperto Andrey Pavlovich Sokolov si sta recando sul posto nella speranza di salvare più persone possibili; tra le nuove reclute vi è anche il giovane fidanzato della figlia del comandante e questo aprirà a dinamiche inedite tra i due. Ma vi sono molte altre storie che si intrecceranno nel corso dei sempre più tumultuosi eventi, con le fiamme che rischiano di spazzare via per sempre non solo case e ricordi, ma anche vite umane.
Le vie dello spettacolo
Grande successo di pubblico in patria, questa produzione battente bandiera russa segue una logica del blockbuster autoctono che nell'ultimo decennio ha intrapreso sempre più la scelta del copia/incolla, prendendo a punto di riferimento i kolossal hollywoodiani vecchio stampo e adattandoli al relativo contesto. Fire - Nessuna via d'uscita non fa eccezione e anzi lo dichiara apertamente in uno scambio di battute, dove il team di pompieri - rigorosamente vestiti in rosso con tute apposite poco prima di partire per la missione - viene paragonato, dalla giovane new-entry, alla squadra di trivellatori/astronauti guidata da Bruce Willis in Armageddon - Giudizio finale (1998). Questa volta la meta non è l'asteroide in rotta di collisione con la Terra, ma un'immensa zona boscosa dove la furia del fuoco sta consumando alberi su alberi ed è prossima a mettere in serio pericolo gli insediamenti umani che hanno la sfortuna di trovarsi sul suo passaggio.
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Una catastrofe prevedibile
Le dinamiche narrative sono altresì le medesime, a cominciare dal rapporto tra suocero - futuro genero in divenire - sulla scia di quello tra Willis e Ben Affleck, appunto - fino alle scontatissime gesta di coraggio e sacrificio a caratterizzare la seconda metà di visione, quando l'azione di genere entra effettivamente nel vivo per lasciar spazio a uno spettacolo tronfio e tonitruante, dove si carica tutto all'eccesso in cerca di una retorica emozionale a prova di grande pubblico. La donna incinta che si trova a partorire nel momento di maggior periglio, la festa di matrimonio quale momento di quiete che precede la tempesta, le telefonate nel tentativo di raggiungere i propri cari, per non parlare di una delle scene più scult che il filone recente dei disaster movie possa ricordare: il camioncino con i bambini a bordo che viene sollevato su un cavo dall'elicottero, con l'obiettivo di sovrastare la foresta in fiamme, supera i limiti del ridicolo involontario.
Senza mezze misure
Le due ore di visione nella reiterazione di stereotipi e luoghi comuni elevati all'ennesima potenza possono anche divertire un pubblico senza troppe pretese, ma il problema principale di Fire - Nessuna via d'uscita risulta paradossalmente nel suo prendersi troppo sul serio: un difetto certamente riscontrabile nella maggior parte di produzioni omologhe, ma che qui risolta ancora più marcato che altrove per via di personaggi caricaturali, sempre pronti a far la cosa giusta e a dare il tutto per tutto al fine della salvezza comune, tra richiami patriottici ed echi socialisti a far capolino qua e là. Il regista Alexey Nuzhny, che si era fatto notare nel 2012 per aver firmato il cortometraggio Envelope con protagonista Kevin Spacey, limita i danni di una sceneggiatura così oltranzista e sfrutta al meglio i buoni effetti speciali e le sequenze di repertorio - alcune riprese delle foreste in fiamme sono di un vero incendio di qualche anno fa - potendo fare affidamento su un cast che fortunatamente è più autoironico dei rispettivi personaggi.
Conclusioni
Un gruppo di coraggiosi vigili del fuoco è in missione in una foresta della Siberia con l'obiettivo di condurre in salvo più persone possibili prima che il fuoco devasti ogni cosa. Come vi abbiamo raccontato nella recensione di Fire - Nessuna via d'uscita, ci troviamo davanti ad un blockbuster in piena regola, una produzione russa che scimmiotta - dichiaratamente anche nei dialoghi - i kolossal a tema hollywoodiani, con tutti i pro e i contro del caso. Se lo spettacolo per quanto elementare è infatti potenzialmente divertente se approcciato senza troppe aspettative, la sceneggiatura è spesso esagerata e rischia di scadere in diverse occasioni nel ridicolo involontario, tra sequenze dal pathos gratuito e salvataggi dell'ultimo secondo via via più improbabili.
Perché ci piace
- Buoni effetti speciali e uno spettacolo a prova di grande pubblico.
- Un cast eterogeneo e simpatico...
Cosa non va
- ... vittima di personaggi caricaturali.
- La sceneggiatura e relativa messa in scena puntano tutto su un'esagerazione a tratti irritante e troppo derivativa.