Dieci film in diciassette anni di carriera cinematografica per Leonardo Pieraccioni, che per questo Natale ci regala il suo nuovo Finalmente la felicità, una nuova commedia sentimentale incentrata sulla sorpresa, quella che il protagonista Benedetto scopre quando alla sua porta bussa la postina di Maria De Filippi che gli consegna un invito per andare in tv nel suo show. Ad aspettare in studio l'insegnante di musica di Lucca non c'è però il suo amico arrotino o una ex-fidanzata, bensì una specie di sorella, una splendida ragazza brasiliana che è riuscita a studiare e a crescere grazie all'adozione a distanza della defunta mamma di Benedetto. Divenuta una modella di grande successo e una gran bella donna, Luna vuole a tutti i costi conoscere Benedetto e andare a visitare la tomba di mamma Giustina per ballare con lei una samba di ringraziamento. Due mondi a confronto quelli di Luna e di Benedetto, due modi diversi di vedere la vita ed un unico obiettivo: capire perchè il destino li ha fatti incontrare.
Presenti alla conferenza stampa del film il regista e sceneggiatore Leonardo Pieraccioni, il co-sceneggiatore Giovanni Veronesi, Ariadna Romero, Thyago Alves, Rocco Papaleo, Michela Andreozzi e Andrea Buscemi.
Prodotto dalla Levante S.r.l., in collaborazione con Medusa Film, Sky Cinema e Mediaset Premium, Finalmente la felicità vede nel cast anche la presenza di Maurizio Battista e Shel Shapiro, protagonisti con piccoli cammeo, e sarà nelle sale a partire da venerdì 16 dicembre in oltre seicento copie.
Come ti è venuto in mente di fare un film sulla felicità in tempi come questi? Leonardo Pieraccioni: Guardo spesso la trasmissione di Maria De Filippi C'è posta per te e una sera la stavo guardando con un mio amico e collaboratore sin dai tempi del cabaret, Domenico Costanzo. Mentre la guardavamo è venuto fuori che aveva da poco scoperto che sua madre aveva adottato a distanza una ragazzina brasiliana che lui sperava prima o poi si mettesse in contatto con lui fantasticando su di lei.
Cosa ti piace della trasmissione di Canale 5? Leonardo Pieraccioni: Diciamo che è venuto tutto da lì, alla base del plot del film c'è la trasmissione tv di cui io sono un grande fan, mi piace moltissimo che sia la televisione a far rincontrare persone che non si vedono da tanto tempo, che si possa conoscere il proprio attore o cantante preferito, o magari il calciatore. La trovo una trasmissione esilarante specialmente quando ci sono i vecchietti che non si ricordano nulla della persona che hanno di fronte perché magari sono passati tanti anni e poi ci sono storie che commuovono molto, è tutto molto umano. E' un meccanismo che mi diverte molto per questo l'ho voluto nel film ed è bastato un solo ciak per realizzare la scena in studio. Insomma, buona la prima.
Musica e felicità contro la crisi quindi... Leonardo Pieraccioni: Con Giovanni Veronesi ci siamo divertiti a buttarci in questa storia costruendo attorno al plot principale una storia d'amore incidentale, di quelle che non ti aspetti, e lo abbiamo fatto spingendo maggiormente rispetto al passato sul pedale della comicità. Da quando ho iniziato a fare questo lavoro quasi vent'anni fa ancora riesco a divertirtmi da spettatore quando vedo questo tipo di film, leggeri, incentrati sulla felicità che possiamo trovare nei rapporti umani e nelle piccole cose, anche nei piccoli imprevisti della vita quotidiana. E poi la musica, un altro mio grande amore cui stavolta mi sono sentito di dare maggior spazio.Nel film sei un insegnante di musica di Lucca cui un famoso direttore d'orchestra ha rubato una sinfonia della felicità costruendo un'intera carriera su una menzogna. Perché hai deciso di ambientare la storia a in questa città? Leonardo Pieraccioni: Insieme alla felicità in questo film c'è un'altra protagonista che è la musica e la storia non poteva non ambientarsi a Lucca, sede di un importante conservatorio e città musicalmente meravigliosa. Il mio personaggio insegna fagotto e controfagotto al conservatorio Luigi Boccherini ed è anche un grande appassionato di filosofia che ha il sogno di dar vita ad una scuola di musica d'istinto in cui gli allievi possano dirigersi naturalmente verso lo strumento che più li attira. La musica, come la felicità, non si può rubare, nella vita se fai del bene alla fine ti torna sempre indietro, come una sorta di boomerang. I nodi vengono tutti al pettine. Penso altresì che i cantautori di oggi siano i nuovi poeti, mi riferisco per esempio a De André, Vecchioni e Guccini, sono cresciuto con la loro musica nel cuore e sono un loro grande ammiratore.
Finalmente la felicità è il decimo film e la domanda nasce spontanea, dove sta andando il cinema di Pieraccioni? Più verso la commedia romantica o verso la commedia brillante? Leonardo Pieraccioni: Il mio cinema va dove mi porta l'istinto, allo stesso modo di come intendo io la musica nel film. Non so esattamente dove stia andando so soltanto che non perderà mai questa sua matrice fortemente comica e allegra. La mia vena da cabarettista non mi abbandonerà mai, di questo sono certo, ed è per questo che non ho mai accettato le proposte di altri registi che mi volevano nei loro film, io sono nato cabarettista e morirò cabarettista, sono soltanto stato 'prestato' al cinema per qualche tempo (ride_). _Le mie storie andranno dove vorranno loro, il mio cinema sarà sempre all'insegna del divertimento, sono un saltinbanco che ha unicamente l'obiettivo di far ridere la gente.
Si apre con la De Filippi, si parla di una bella donna, di una mamma scomparsa e si chiude con il sorriso di tua figlia Martina, a suo modo è un film dedicato alle donne? Leonardo Pieraccioni: Da quando è nata mia figlia sono molto cambiato, vedo la vita più positivamente e forse si vede, per questo mi sento di consigliare a tutti di fare più figli, i bambini fanno bene. Sicuramente anche questo film come tutti i miei precedenti è una carezza sul volto dell'universo femminile, tant'è vero che Benedetto, il mio personaggio, durante il film paragona le donne a delle partiture musicali difficilissime con cui è complesso rapportarsi, molto più complicate rispetto ad alcuni lavori di Mozart e Chopin...Forse questo tuo ultimo film va in una direzione maggiormente buonista rispetto al passato, agli inizi eri forse un po' più cattivello sia nella forma che nei rapporti interpersonali. A cosa dobbiamo questo tuo progressivo 'ammorbidimento'? Leonardo Pieraccioni: Un film che si intitola Finalmente la felicità era difficile concluderlo con una lite o con una nota negativa, no?(ride). Ricordo che quando uscì Il Ciclone questo sentimento che voi chiamate buonismo fu la mia salvezza, anzi il mio successo, il famoso happy end mi ha accompagnato per tutta la mia carriera e non volevo di certo che finisse qui, anzi forse il mio obiettivo era quello di regalare una sorta di apoteosi del lieto fine. Ovviamente sarà il pubblico a decretare se questa scelta è stata la migliore oppure no, non sono mai stato uno che si è fatto prendere dalla sindrome del finale diverso o a sorpresa. E' questo a mio avviso il grande fascino del cinema rispetto al teatro, in quest'ultimo ti puoi dosare all'occorrenza, puoi smorzare qualche tono e accenderlo se serve, al cinema invece il film è lì, tu lo fai e aspetti il giudizio del pubblico, non sai mai quello che può succedere.
Sembra quasi che tu creda veramente nel kharma delle buone azioni, secondo te si raccoglie sempre quel che semina? Leonardo Pieraccioni: Io credo che la parola 'buonismo' riferita a me sia stata tirata fuori all'epoca del Il ciclone. Non posso farci nulla se ho questa visione della vita, ho scritto anche tre libri, uno più triste e pessimista dell'altro ma quando scrivo i film è diverso. Sono un uomo di provincia, vivo vicino a Firenze da sempre, in campagna, ho due gatti, una compagna meravigliosa e ora anche una figlia bellissima, facevo il magazziniere avevo il sogno nel cassetto di fare un film in pellicola dopo tanti cortometraggi realizzati insieme al mio amico Domenico Costanzo che mi ha dato l'idea per questo film. Da quando sono riuscito a realizzare il mio sogno e ad avere molto di più di quel che ho mai sognato di avere, mi porto dietro uno spudorato senso di gioia e di positività. Lo so che di questi tempi può essere considerata una scelleratezza, ma tutto è iniziato in tempi non sospetti e ne ho fatto un codice naturale tutto mio.Cosa pensi della concomitanza con il cinepanettone e altre importanti uscite natalizie? Leonardo Pieraccioni: Una volta che finisci di girare un film è lì che inizia l'avventura, spero solo che il pubblico si diverta a vedere il mio film, è quello il mio unico obiettivo. Sono sempre usciti tanti film a Natale e se me la sono cavata contro King Kong allora posso farcela contro tutti...