In Finalement - Storia di una tromba che si innamora di un pianoforte, ultima fatica del regista francese Claude Lelouch, il protagonista Lino afferma di essere affetto da una patologia chiamata "follia dei sentimenti". Nessun dolore fisico, ma solo mentale: nessuna medicina ad alleviare il dolore, ma solo l'eliminazione di ogni sprazzo di razionalità, di ogni elucubrazione mentale. Per stare meglio Lino intraprenderà, cioè, un viaggio tra le bellezze del nord della Francia sulla scorta di un'irrazionalità dettata dalla forza delle emozioni.
Abbandonata la professione di avvocato, e gettati via passaporto e cellulare, l'uomo si trasforma in vagabondo dei sentimenti, pellegrino di infinite possibilità, uomo senza identità pronto a rinascere ogni volta dalle ceneri di un'esistenza inventata. Ed è proprio la forza di un cuore pulsante a fare da benzina alla macchina cinematografica di Lelouch.
Claude Lelouch, e il "male come inventore del bene"
Come raccontatoci dallo stesso regista, e dall'attore Kad Merad, all'81.esima Mostra del cinema di Venezia, vive in Finalement una sorta di puro ottimismo. Una caratteristica nata sulla scia di ciò che Lelouch ha sperimentato nel corso di una vita sempre votata alla sperimentazione di ogni possibilità, perché "tutto ciò che ci fa male ci spinge a sentire il bene. Tutti i miei successi sono arrivati a seguito di fallimenti. Il male lo reputo l'inventore del bene. Se una persona non soffre significa che vi è qualcosa di sospetto in lei. Gli ostacoli li reputo necessari, a tal proposito paragonerei la vita a un viaggio in bicicletta. Quando fatichi in saliti sogni la discesa, ma quando ti ritrovi a pedalare in piano ti annoi. Ed è proprio grazie a questi presupposti che ho iniziato a fare cinema, instaurando con questa arte una storia d'amore lunga sessant'anni".
Finalement, recensione: la vita secondo Claude Lelouch? A ritmo di tromba
Kad Merad e il sogno di una vita normale
Ma Finalement non è soltanto il viaggio di un uomo alla riscoperta di se stesso, quanto dello spettatore stesso tra le bellezza di una Francia ricca di realtà così diverse e lontane da quelle che tendiamo a considerare "grandi città". E in effetti, per l'attore Kad Merad questa esperienza si è rivelata un itinerario profondo che lo ha portato ad affrontare certi aspetti di se stesso, nello stesso modo in cui il proprio sguardo incontrava quello di realtà così particolari e poco omologate al gusto comune.
"Come tutti mi piace cambiare, essere altro da me. Facendo l'attore questa possibilità la realizzo ogni giorno. Se potessi però cambiare qualcosa della mia vita sarebbe ritornare a essere un perfetto sconosciuto, un uomo dalla vita privata del tutto anonima, libero di camminare per strada, o fare la spesa al mercato, senza essere fermato costantemente. Per il resto, sono grato a un lavoro che di certo non mi annoia e che mi permette ogni giorno di essere una persona sempre diversa. Per quanto stancante, il set offre sempre una grande libertà, sebbene questa libertà non preveda più l'essere un signor nessuno".
E a proposito di libertà, i personaggi nei film di Lelouch sono uomini e donne estremamente liberi: liberi di amare, di pensare, anche di scappare, come capita a Lino in Finalement. Ma quanto possono considerarsi altrettanto liberi gli attori chiamati a dare vita a questi personaggi? "Realizzo film proprio come vivo" afferma Lelouch, aggiungendo: "quando scrivo un film sono solo, ma quando sono sul set questa solitudine sparisce. Anche per questo mi capita di riscrivere delle scene sulla base dei contributi datami dagli interpreti con cui collaboro. In Finalement, per esempio, ho tagliato un pezzo dell'arringa di Lino e l'ho riscritta basandomi sui suggerimenti di Kad. Sul set non è possibile barare: ci sono le cose che pensiamo, e quelle che diciamo. Le due devono combaciare e non collidere. E per farlo abbiamo bisogno di fedeli collaboratori".
Finalement e la musica come terapia dell'anima
La musica è una terapia dell'anima: esprime ciò che le parole non riescono a fare. È una verità ormai assodata e condivisa, questa, che Lelouch con il suo Finalement intende sottolineare. "La musica è la vera star dei miei film, tanto che la scelgo ancor prima di scrivere. C'è qualcosa di essenziale nella musica: è la nostra parte irrazionale, il contraltare della ragione che ci ricorda ogni giorno del fatto che siamo destinati a morire, mentre con la musica ci fa sentire immortali. La musica, poi, è sempre dolce, non ferisce mai, come invece fanno le parole".
Un rapporto tra vita e musica che si fa ancora più simbiotico per l'attore Kad Merad, il quale da musicista afferma di "vantare una certa musicalità nel sangue. Ma la tromba è uno strumento estremamente difficile da suonare; così difficile che non lo suonavo prima e non mi sono azzardato a suonarlo dopo; al massimo faccio credere di saperlo suonare, ma sono negato. Qualche anno fa ho partecipato a un altro film, presentato sempre qui a Venezia, in cui suonavo il violino, o meglio facevo finta, il compositore mi ha dato qualche dritta per rendere credibile la mia performance. Dopotutto sono un attore: costruisco, fabbrico personalità, anche quelle di uomini capaci di suonare violini, o trombe".
Il cinema è il paese più bello del mondo
Il razionale che si mescola all'irrazionale: è questo il segreto del cinema di Claude Lelouch. Un cinema che abbraccia l'immaginazione e il reale, lungo i sentieri di un viaggio, come quello intrapreso da Lino in Finalement. E quello con il cinema è davvero per il regista francese una straordinaria storia d'amore, soprattutto stando a quanto rivelatoci a conclusione di questo incontro. "Una sala cinematografica è il paese più bello del mondo. In due ore fai un viaggio completo lungo l'intera gamma dei sentimenti dell'essere umano. Ma il cinema è in un qualche modo anche una scorciatoia, un mezzo che ti fa scoprire senza tanti fronzoli il mondo che ti circonda. Ed è stato proprio il cinema quello che mi ha fatto amare le donne, il cibo, la pittura, la musica. Non è la settima arte, il cinema, bensì la prima, perché in lui vengono comprese tutte queste arti. E io non posso che amare questo mondo. Lo faccio da sessant'anni".