Il cambiamento è spesso qualcosa di rischioso e spaventoso, ma molte volte è anche la chiave di un successo duraturo: non si può rimanere ancorati al passato quando il mondo cambia e lo fa velocemente esponendoci a nuovi modi di pensare, nuove esigenze e sensibilità. Sembra essere questo il principio base dietro la concezione di Final Fantasy XVI, nuovo titolo delle celebre saga della holding giapponese Square Enix, che pare procedere con quell'opera di rinnovamento che, gioco dopo gioco, ha permesso, con alti e bassi, di mantenere alta l'affezione dei giocatori, conquistandone anche di nuovi, fin dal 1987.
Come già successo in precedenza, però, anche questo nuovo titolo ha sollevato qualche polemica, dividendo gli appassionati, in primis su un sistema di combattimento che sembra volersi lasciare alle spalle definitivamente il vecchio retaggio delle fasi a turni. C'è chi grida al capolavoro, chi ad un titolo sopravvalutato ma di questo e di molto altro parleremo in questa recensione di Final Fantasy XVI, affrontando i vari aspetti di gioco da un punto di vista "cinematografico", ponendo l'attenzione specialmente sulla trama, i suoi intrecci, ma dandovi comunque qualche informazione su tutto il resto perché, lo affermiamo senza timori, questo nuovo capitolo è stato un viaggio assolutamente immersivo e quasi totalizzante, in cui abbiamo assistito a scene la cui costruzione strizza l'occhio al grande schermo per qualità e potenza visiva.
Nella trama intrighi politici e la storia di una famiglia
Ci troviamo nel mondo di Valisthea dove sei nazioni si contendono il dominio sui cristalli ma, mentre gli eserciti si scontrano, una terribile calamità denominata La piaga sta pian piano colpendo sempre più territori rendendoli inabitabili. La difficile situazione è ben nota anche nel Granducato di Rosaria, paese in mano alla dinastia Rosfield, dove il duca sta per rendere ufficiale la successione di suo figlio Joshua, un ragazzino cagionevole di salute ma che è il dominante della Fenice, uno degli Eikon (creature dal grande potere) più temuti. Ogni nazione, infatti cerca di avvalersi del potere di esseri umani in grado di racchiudere e utilizzare, a grande prezzo, queste manifestazioni, delle vere e proprie pedine da schierare nella grande lotta per l'egemonia.
Accanto a Joshua, però, c'è Clive, suo fratello e Scudo di Rosaria, un giovane forte e talvolta avventato, che ha il compito di dedicare la sua vita a proteggere quella del futuro reggente. La notte prima della cerimonia per la successione, la fortezza dove si trova la famiglia Rosfield viene assaltata, Joshua si manifesta come Fenice, ma ad un certo punto compare un Eikon mai visto, anch'esso detentore del potere del fuoco, Ifrit, che sconfiggerà il ragazzino. Tutto sembra perduto, Clive viene ritrovato privo di coscienza tra le macerie e ridotto in schiavitù, costretto a servire l'Impero di Sanbreque come soldato, ma dieci anni dopo un incontro fortuito potrebbe cambiare le sorti di un intero mondo.
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Una narrazione più matura e violenta
Tra intrighi, tradimenti e cruente battaglie il sangue in Final Fantasy XVI scorre a fiumi. Più che nei titoli precedenti, infatti, la violenza non è risparmiata e sono diverse le scene che si tingono di rosso dopo eventi drammatici e scontri. All'inizio è quasi spiazzante ma, non essendo affatto ridondante, permette un maggiore realismo e quindi una maggiore immersività; dopotutto stiamo pur sempre parlando di una storia dove le vicende geopolitiche hanno un'enorme rilevanza: eserciti si combattono, assassinii vengono compiuti in nome di un'ambizione senza freni e quindi ogni elemento di violenza è pienamente giustificato ai fini di una trama che procede principalmente per mezzo di accadimenti cruenti. Se ad un primo sguardo è impossibile non accostarlo ad una serie cult come Il trono si spade, man mano che il gioco prosegue ci si accorge però che tutto risulta più morigerato, mai eccessivo, aprendo poi verso una porzione di gioco in cui la strategia militare diventa ben più importante delle scene shock.
A rendere più maturo il gioco non è comunque solo la violenza, ma anche le diverse tematiche che fluidamente si fondono per creare i diversi livelli della storia. Amore, amicizia, rimorso per le vite spezzate, l'importanza di vivere e morire alle proprie condizioni, lo sfruttamento selvaggio delle risorse sono solo alcuni dei punti cardine di una storia lunga e piuttosto complessa che, anche passando per obiettivi ben chiari fin dall'inizio, non annoia rimanendo varia e interessante fino alla fine.
Le limitazioni nell'esplorazione
Le problematiche infatti, se così si possono definire, arrivano quando si parla di giocabilità. Negli ultimi anni gli open world hanno conquistato una fetta sempre più considerevole del mercato videoludico: Red Dead Redemption II, Horizon, così come The Last of Us, o soprattutto l'ultimo The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom, hanno abituato i videogiocatori alla possibilità di fare qualsiasi cosa dello spazio circostante il loro personaggio. Quasi nulla precludeva movimenti o scelte di percorso, in una libertà totale ma sapientemente controllata, cosa che manca in questo Final Fantasy XVI. È qui, forse, che il titolo fa un passo indietro, limitando di molto il giocatore che spesso avrà dei binari ben precisi da seguire: se vi ritroverete davanti due rocce identiche solo una sarà raggiungibile, sul ciglio di un burrone né voi né i vostri nemici rischierete di cadere e questo vale anche per fiumi, laghi o ostacoli naturali di ogni sorta, in modo tale che per raggiungere la vostra meta, anche se vicinissima, dovrete seguire la strada stabilita.
Più spettacolo meno strategia
Un'altra critica mossa al gioco riguarda diversi aspetti della modalità di combattimento. Abbandonato definitivamente lo scontro a turni, non è più possibile nemmeno attribuire ruoli prioritari ai membri del nostro party che combatteranno insieme a noi in quasi totale autonomia ad eccezione di Torgal, il nostro fido segugio, a cui possiamo impartire un minimo di comandi. Se in Final Fantasy XV era possibile modificare anche durante gli scontri l'assetto del gruppo, qui anche questa possibilità è stata di molto limitata, la strategia fa quindi posto alla spettacolarità di scontri cinematici di grande effetto, combattimenti di mischia a volte un po' caotici ma ricchi di azione, nei quali le combinazioni di tasti sono molto ridotte e semplici (potete fare praticamente tutto con quadrato, triangolo ed R1) una volta selezionati i poteri degli Eikon che desiderate sfruttare.
Final Fantasy XVI punta quindi molto sull'estetica e sulla cura di immagini che di sicuro rimangono impresse. La regia di alcune cutscene è magistrale e nulla ha da invidiare a quella di un prodotto di intrattenimento specifico come un film o una serie tv. La composizione delle immagini, i movimenti dei personaggi in scena vengono curati nei minimi dettagli per conferire una potenza visiva e narrativa che poche altre volte si è riscontrata in un videogioco. Vale quindi la pena passare tante ore a Valisthea? Assolutamente sì, perché al netto dei difetti riscontrati o delle limitazioni di gioco, questo titolo si è rivelato un'esperienza tanto piacevole quanto appassionante, un viaggio intenso di cui è impossibile non sentire la mancanza una volta finiti i titoli di coda.
Conclusioni
Per riassumere la nostra recensione di Final Fantasy XVI non possiamo fare altro che ribadire quanto questo titolo sia accorto su regia e maturità narrativa. La storia, appassionante e profonda, più volte apre ad immagini tanto potenti quanto curatissime nei minimi dettagli per garantire un’esperienza spettacolare ed immersiva. Qualche rimostranza sul sistema di combattimento, di buon livello ma forse un po’ troppo semplice e poco strategico.
Perché ci piace
- La storia molto matura per racconto e tematiche.
- Le immagini di grande potenza visiva.
- La regia di molte delle cutscene presenti, ispirata ed estremamente curata.
- Il sistema di combattimento di buon livello…
Cosa non va
- … che però risulta troppo semplice e poco sfidante.
- La limitata possibilità di vivere l’ambiente di gioco.