L'effetto comico indotto dalla maschera, ma anche un gioco di "ossimori" e lo sguardo necessario di un tema, oggi, fondamentale. Un po' Tootsie e un po' Mrs. Doubtfire, generando quella commedia degli equivoci tanto amata dal pubblico. Da questo spunto - che si rivela in parte vero, per ammissione dello sceneggiatore Roberto Proia, che ha firmato lo script insieme a Giulio Carrieri - ecco arrivare al cinema Fatti vedere di Tiziano Russo. Visione leggera, certo, ma anche centrata rispetto agli elementi che porta in scena. Seguendo un doppio binario: verità e bugia. Tagliate di netto dalle prospettive di un'identità in evoluzione.
Fatti vedere: di cosa parla il film?
L'identità in questione è quella di Sandra, interpretata da Matilde Gioli. È stata appena assunta da un rinomato portare di psicoterapia on-line. L'occasione della vita, nonostante sia andata al colloquio con la bocca macchiata d'inchiostro. Sandra però ci sa fare, è tenace, è in gamba. Appena torna a casa, però, la sorpresa inaspettata: dopo dieci anni di relazione, il suo fidanzato Stefano (con il volto di Francesco Centorame), la molla senza darle spiegazioni. Apriti cielo, crisi, pianti e chili di gelato consumato. Nemmeno la sua migliore amica, Benedetta (Asia Argento), sembra poterla consolare. Caso vuole, però, che il primo giorno di lavoro il profilo lavorativo di Sandra è vittima di un bug. I suoi pazienti, prima di collegarsi, vedono un nome diverso e la foto di un'anziana psicoterapeuta.
Tra un paziente e l'altro, Sandra, vede collegarsi nientemeno che Stefano. Decide quindi di camuffare la voce, e tenere la webcam spenta con una scusa. Fregandosene della deontologia, inizia a parlare con Stefano, fingendosi un'altra dottoressa. È disposta a tutto pur di scoprire i motivi per cui è stata lasciata. Il piano si fa ancora più astuto quando, con l'aiuto di Marco (Pierpaolo Spollon), un'investigatore privato, si cimenta in un ardito trucco, camuffandosi nientemeno dall'attempata dottoressa a cui, involontariamente, ha rubato l'identità lavorativa.
La strada migliore da seguire
Fatti Vedere, come spiegato da Tiziano Russo, che vira sulla commedia dopo diversi teen-drama (è il regista di Skam Italia), parte da una domanda: "Perché mi ha lasciata?". Una sorta di MacGuffin che accompagnerà la narrazione, per "un viaggio pieno di cambi di registro e di genere". Alla ricerca delle risposte, quindi, con una Matilde Gioli meritevole del main role, sfruttando uno "stile fresco e dinamico, ma anche complesso e ben preciso", come dichiara il regista, presentando il film, tornando a lavorare con alcune ottime maestranze dopo Skam 6: citiamo Giorgia Currà al montaggio, Vito Frangione alla Fotografia, Giorgia Maggi ai costumi. Se i tempi comici della Gioli dimostrano un certo piglio, Fatti vedere è una variazione sul tema, la diagnosi di una generazione confusa e, se vogliamo, paradossale, ma anche un'analisi (guarda caso) sul tema del doppio, dell'identità e, sempre secondo Tiziano Russo, "sulla difficolta odierna di guardarsi in faccia, di parlare, di dirsi la verità".
Strano a dirsi ma lo spunto di Fatti vedere arriva da una storia vera, divenuta per Roberto Proia fonte di ispirazione. Lo sceneggiatore e produttore ha infatti confidato che "una mia amica psicoterapeuta che lavora anche online mi ha raccontato che le è arrivata la scheda di un nuovo paziente e pensava fosse il suo ex fidanzato". Tanto è bastato per accendere la fantasia: "Mi sono chiesto fino a che punto ci spingeremmo per scoprire il vero motivo per cui una persona che abbiamo amato ha deciso di lasciarci". Dietro la traccia comica, però, la crescita personale e la consapevolezza, che "passa attraverso una maschera". Nascondersi, del resto, aiuta a rivelare ciò che siamo davvero, per trovare la miglior strada da seguire. Solo così potremmo finalmente "farci vedere".