Fakes, la recensione: essere teen a volte è fake, bellezza

La recensione di Fakes, la teen comedy del creatore di Warrion Nun che torna su Netflix per raccontare la storia semi-vera e semi-seria di due adolescenti diventate regine del commercio illegale di documenti falsi.

I teen drama si possono ancora scrivere in modo nuovo e accattivante: lo spiegheremo nella recensione di Fakes, la nuova teen comedy approdata su Netflix il 2 settembre coi suoi 10 episodi che racconta in modo surreale una storia (quasi) vera.

Ridere a volte è quasi fake

Fakes Emilija Baranac Jennifer Tong
Fakes: una scena della serie

Fakes racconta la storia vera - forse, come da disclaimer auto-ironico iniziale - ovvero di come due adolescenti sono riuscite a mettere in piedi un mercato iper-redditizio di documenti falsi, venendo però alla fine beccate dall'FBI (non è uno spoiler, viene rivelato nei primissimi minuti del primo episodio). Scritta da David Turko - forte dell'esperienza di Warrior Nun per la piattaforma - la serie mette al centro una storia raccontata da due punti di vista diversi in ogni episodio, un po' come faceva The Affair. Da un lato abbiamo la versione di Zoe (Emilija Baranac, vista in PS I Love You e Tua per sempre), la giudiziosa studentessa che si era creata un documento falso per poter studiare in biblioteca e prendere quanti libri voleva, ma poi è stata intrigata dall'idea di scoprire se fosse difficile farne uno "professionale". L'altra campana da sentire è quella di Rebecca (Jennifer Tong, apparsa in Charmed, Grand Army e Legends of Tomorrow), la migliore amica ricca che si sente sola e si annoia facilmente, proponendo a Zoe di rendere più eccitanti le loro giornate. Entrambe con il fiuto (sghembo) per gli affari. La verità sta sempre nel mezzo e fino alla fine le due protagoniste giocheranno col pubblico, andando avanti e indietro con la narrazione a livello temporale per far valere la propria versione della storia raccontata.

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Immediatezza

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Fakes: una scena della serie

Immediatezza è la parola che viene subito in mente per la messa in scena di Fakes, per tanti motivi. Una scrittura sagace con dei personaggi che non si prendono mai troppo sul serio (è forse così che si sente la Generazione Z?). Una regia dinamica che strizza l'occhio ai video di TikTok, ai reel di Instagram e alla comunicazione attuale tra adolescenti, complice la durata breve degli episodi (tra i 20 e i 25 minuti, come una sitcom). L'alternanza continua di momenti reali e surreali al racconto vero e proprio (che però come abbiamo detto non è mai veramente tale). Un montaggio serrato e spiegazioni sopra le righe agli spettatori che ricordano lo stile da La grande scommessa. Due protagoniste che rompono continuamente la quarta parete - proprio come un'altra comedy arrivata di recente, la Jennifer Walters di She-Hulk: Attorney at Law - anche se in questo caso è per provare agli spettatori che è la propria versione della storia quella vera, a cui dobbiamo credere e da cui dobbiamo farci coinvolgere e convincere.

Fakes Emilija Baranac Jennifer Tong 3
Fakes: una scena della serie

Tra citazioni a Friends e altre serie e teen drama, Zoe e Rebecca sono pronte a mostrarci com'è essere delle giovanissime imprenditrici in erba... per caso, senza sapere cosa si sta effettivamente facendo e sul filo dell'illegalità. Servirebbe una "guida" adulta. A far nascere l'"impero" dei documenti falsi di Zoe e Becca è infatti anche - un nome, una garanzia - Tryst (Richard Harmon, The 100, Continuum, Bates Motel), commesso "amico" di Rebecca che diventerà parte della "società" e parte del problema, in un'escalation di eventi che servirà da schiaffo alle due ragazze per guardare in faccia la propria vita e la propria famiglia. Fakes non è solo un romanzo di formazione chiaramente sui generis ma anche una velata critica alla società odierna e a quanto sia facile in realtà produrre documenti falsi, venderli e acquistarli soprattutto a minorenni (un classico topos narrativo dei teen movie e delle teen series).

Conclusioni

Chiudiamo la recensione di Fakes confermando come si tratti di una teen comedy originale, che dà uno schiaffo al genere teen drama puntando soprattutto su dialoghi serrati e una messa in scena che strizza l’occhio alla comunicazione immediata adolescenziale.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
4.8/5

Perché ci piace

  • Due protagoniste che portano subito gli spettatori in medias res
  • La scrittura sagace e la messa in scena accattivante e dinamica, con la rottura della quarta parete
  • La breve durata degli episodi
  • La sottesa critica ai documenti falsi per adolescenti

Cosa non va

  • Le protagoniste a volte possono risultare anche un po’ respingenti, soprattutto Rebecca
  • Sovvertendoli la serie finisce inevitabilmente anche in alcuni cliché di genere