Non è di certo una novità che il mondo ludico e quello audiovisivo comunichino, specialmente in questi ultimi tempi, visto che titoli importantissimi lato videogiochi (The Last of Us, Fallout, The Witcher) e lato giochi di ruolo (Dungeons & Dragons) hanno trovato spazio su piccolo e grande schermo con degli adattamenti degni di questo nome.
La chiave per una trasposizione di successo si è rivelata essere (e neanche questa è una novità) l'individuazione di una prospettiva sul materiale originale in grado di agevolare il salto mediale senza disconoscere il punto di partenza, sia essa una rilettura totale oppure una strada con cui "tagliare" l'immaginario con cui si lavora. Di solito quest'ultimo metodo nasce in seguito a riflessioni più produttive che artistiche. La serie Netflix tratta dal famoso gioco da tavola Exploding Kittens ne è una testimonianza.
Il famoso gioco di carte per grandi e piccini (ma soprattutto per grandi), in cui bisogna cercare di evitare di esplodere mentre si collezionano gatti, ha raggiunto un successo talmente importante da ingolosire il colosso dello streaming, che ha collaborato alla creazione dell'espansione Good vs. Evil per poi renderla la base dell'adattamento seriale. Tolto qualche altro riferimento, infatti, la più grande connessione tra il mondo del gioco da tavola e lo show sta lì, il resto è comprensibilmente molto libero. La bontà del lavoro di Matthew Inman e Shane Kosakowski si gioca tutto sull'equilibrio tra l'ironia dissacrante, che è lo spirito del gioco in sé, e una morale piuttosto telefonata, che permette di non uscire mai troppo dai limiti.
Punizioni divine in Exploding Kittens
Dio (in originale paradossalmente con la voce di Tom Ellis, il Lucifer per eccellenza), per incuria delle sue mansioni e per una totale indolenza nei confronti di coloro di cui si dovrebbe occupare, manda per aria mezzo paradiso e viene quindi spedito sulla Terra dal Consiglio di cherubini, nello specifico al capezzale della bisognosa famiglia Higgins, sotto forma di gatto.
Una vera e propria punizione che ha come scopo quello di riavvicinare l'Altissimo alla sua creazione per poi riportarlo, illuminato e motivato, al comando del Creato. Compito tutto sommato abbastanza semplice per un essere onnipotente, dato che tutto ciò che deve fare è aiutare una famiglia disfunzionale, dimostrando ai suoi collaboratori che ha ancora un cuore. Che ci vorrà mai? C'è chi lo fa senza essere una creatura divina.
Tutto si complica enormemente quando la stessa sorte, per motivi diversi, tocca anche a Belzebù (Sasheer Zamata), che viene mandata sulla Terra e dalla famiglia Higgins, sempre sotto forma di gatto, per rendere l'esistenza di Dio un inferno, impedendogli così di ottemperare al compito assegnatogli. Questo servirà alla CEO degli inferi per dimostrare ai demoni la sua capacità di essere malvagia come suo papà. Ciò che nessuno aveva calcolato (compresi i diretti interessati) è che i due mici potessero in qualche modo cominciare a provare delle simpatie l'uno per l'altra.
Creatività vs. Interessi commerciali
Iniziamo con il dire che ci sono le esplosioni in Exploding Kittens, visivamente uno dei mantra che si ripetono per tutte quante le puntate, e testimoniano, così come i character design e il tratto con cui vengono pensati i vari background, la volontà di mantenere una fedeltà grafica al materiale originale. Una scelta che ripaga perché permette fin da subito allo spettatore di calarsi in un contesto riconoscibile nel quale tutti gli eccessi verbali e situazionali difficilmente risultano fuori luogo.
L'idea di partire da un'espansione (e quindi adattando solo una versione del gioco) ha permesso agli autori di ideare una trama il più dritta e comprensibile possibile, nonostante delle difficoltà si avvertano in questo senso. Lo testimoniano gli elementi didascalici presenti nei vari finali dei 9 episodi così come l'idea di affidarsi ad una struttura praticamente identica per ognuno di loro. Ci sono infatti sempre due trame che vengono portate avanti parallelamente, una riguardante lo scontro tra Paradiso e Inferno e un'altra che invece si occupa prevalentemente della storia famigliare.
Al di là di queste modalità di messa in scena e di scrittura, che servono a ridurre la difficoltà di un adattamento altrimenti piuttosto complicato data l'anarchia del materiale di partenza, Exploding Kittens, come prodotto seriale in sé, gioca sull'umanizzazione delle realtà divine. Dio e il Diavolo sono più infantili e incasinati degli umani stessi e i loro regni sono burocratizzati in modo simile alle nostre istituzioni, siano esse grandi o piccole. Una bella trovata che serve ad ordinare tanta carne al fuoco, peccato che poi tutto venga limitato dalla morale di fondo e dalle conclusioni di trama, tutto piuttosto banale, il che fa mostra il fianco al fatto che il lato commerciale sia stato ovviamente più importante di quello creativo. Meglio uno show per grandi e in parte anche per piccini, che solo per grandi.
Conclusioni
Nella recensione di Exploding Kittens, la serie Netflix tratta dall'omonimo gioco di carte di successo, vi abbiamo parlato di un adattamento difficile data l'anarchia del materiale di partenza. La show cerca la fedeltà grafica e di riproporne lo spirito, esplorandone le potenzialità e allo stesso adottando una scrittura che costruisce un percorso individuabile. Purtroppo le conclusioni, soprattutto morali, banalizzano l'impianto, soffocandone l'originalità e mostrando come il lato commerciale sia quello per cui la serie è stata creata.
Perché ci piace
- La fedeltà grafica e la riproposizione dello spirito del gioco.
- Il tono dissacrante non è mai troppo fuori giri.
- L'idea delle due trame parallele funziona.
Cosa non va
- Si fatica ad individuare un'originalità centrale.
- Le conclusioni, soprattutto morali, sono piuttosto banali.
- La serie appare fatta per motivi commerciali più che creativi.