Excursion, la recensione: Diventare donna

La recensione di Excursion, un lucidissimo e potente coming of age, esordio della regista bosniaca Una Gunjak, candidato della Bosnia per la corsa agli Oscar.

Excursion, la recensione: Diventare donna

"Cosa significa diventare donne nell'era della post-verità"? E cosa vuol dire farlo in una società come quella odierna bosniaca che da trent'anni anni "ristagna nella speranza di un futuro migliore", sospesa "tra vecchio e nuovo, tra passato socialista e tradizionalista da un lato e la società moderna dall'altro"? Se lo chiede la regista Una Gunjak, nel suo esordio alla regia Excursion, il candidato della Bosnia per la corsa agli Oscar nella sezione Miglior Film Straniero. Presentato ad Alice nella Città, la sezione autonoma e parallela della Festa del cinema di Roma, il film prende in prestito le regole del coming of age (come analizzeremo meglio nella recensione del film) ma soltanto per spingersi oltre e raccontare con piglio quasi documentaristico le storture di una realtà profondamente ancorata a spinte conservatrici e regole patriarcali.

Una storia di formazione tra tabù e patriarcato

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Excursion: una scena del film

La storia di Excursion si ispira a un fatto di cronaca realmente accaduto, quando alcuni anni fa la Bosnia Erzegovina fu scossa da un evento che sarebbe diventato uno scandalo da copertina: sette ragazze di 13 anni rimaste incinte durante una gita scolastica. Le reazioni della società furono di indignazione e incredulità, fomentate da un'isteria mediatica collettiva che non solo giudicava le giovani donne, ma gli puntava il dito contro, facendo illazioni di ogni tipo. Lo stesso non fu fatto con i maschi coinvolti nella vicenda. Nel giro di poco "le precoci ragazze bosniache" furono date in pasto alla gogna dei media nazionali e dei social mentre il caso raggiungeva anche la stampa internazionale.

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Excursion: una scena del film

A nessuno, come ha più volte ribadito la regista, importava cosa fosse veramente accaduto: "la verità non aveva più importanza". Ne aveva però per Una Gunjak, che affida alla protagonista del suo film il compito di dare voce a quelle donne, alla loro verità personale e ai loro desideri. A Sarajevo Iman è un'adolescente come tutte le altre, alle prese con la scoperta della propria sessualità e in cerca di un posto nel mondo mentre sperimenta il desiderio e la voglia di essere desiderata. Ribelle, sensibile, ingenua e poco incline a seguire i dogmi morali della società in cui vive, quando si innamora di Damir, un ragazzo più grande, farà credere ai suoi compagni di classe durante il gioco di "obbligo o verità" di aver fatto sesso con lui e di essere rimasta incinta. Vittima della sua stessa bugia, diventa il centro di una controversia che va fuori controllo e dovrà fare i conti con le regole del buon costume e i codici morali di una società tradizionalista.

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Il realismo sociale di Una Gunjak

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Excursion: una scena del film

Iman sperimenta su se stessa l'onta dell'emarginazione, il giudizio feroce della piccola comunità in cui vive e la rottura di un'amicizia fraterna. La camera a spalla la segue nel suo peregrinare, in questo piccolo atto di ribellione che la porterà ad affermare la propria femminilità noncurante delle convenzioni sociali che la vorrebbero sottomessa, controllabile e pura. Ma Iman tira dritto: avvolta in giacche e pantaloni oversize, capelli colorati e una fisicità androgina sfida un mondo di dogmi che viola lo spazio intimo della sessualità facendola diventare una questione pubblica. La protagonista e gli altri adolescenti sono tutti interpretati da attori non professionisti che, a detta della stessa regista, sono stati invitati "a comportarsi nel loro modo più naturale e abituale", mentre la messa in scena è essenziale e rigorosa: dominano le tonalità fredde e i dialoghi spesso fanno spazio a gesti, sguardi, silenzi. Gli adulti sono confinati in un microcosmo giudicante, di infinite discussioni su cosa sia opportuno fare o non fare alla luce dello "scandalo" del momento. Sullo sfondo Sarajevo, i toni lividi del suo paesaggio urbano, le luci e i ritmi dell'hip hop che parla a una generazione di giovani spesso disorientati o silenti. Un esordio potente che fa del realismo il suo faro.

Conclusioni

Concludiamo la recensione di Excursion con la consapevolezza di aver trovato un nuovo talento. La regista bosniaca Una Gunjak riesce a costruire un’opera potente, non si accontenta di sposare i canoni del coming of age ma li ridefinisce con una straordinaria aderenza al reale. La storia di una bugia adolescenziale diventa occasione per denunciare la ferocia di una società profondamente patriarcale e tradizionalista, come quella della sua terra.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
N/D

Perché ci piace

  • Il racconto di formazione diventa l’occasione per spingersi oltre i tumulti adolescenziali e denunciare le storture di una società profondamente tradizionalista e patriarcale.
  • Il realismo della messa in scena.
  • Lo stile rigoroso e essenziale.
  • L’abilità di raccontare senza retorica le tensioni che attanagliano la protagonista Iman.

Cosa non va

  • Potrebbe non incontrare i gusti di chi si aspetterebbe un classico coming of age.