Avvolta in un grazioso vestito rosa confetto, l'avvenente Eva Mendes è sbarcata a Roma per presentare Live! - Ascolti record al primo colpo, film che si interroga sulle frontiere dei reality show e sulla spettacolarizzazione della morte. Attrice e produttrice dell'opera, la Mendes interpreta una dirigente televisiva che per far recuperare audience al suo network in difficoltà s'inventa il reality estremo. Il suo obiettivo è infatti quello di portare in diretta tv la roulette russa, con sei concorrenti disposti a rischiare la propria vita pur di vincere il succulento premio da 5 milioni di dollari spettante ad ognuno dei sopravvissuti a una pistola caricata con un solo proiettile. Un suicidio assicurato quindi e la certezza di inchiodare allo schermo milioni di telespettatori. Live! non mancherà quindi di suscitare polemiche, ma è un prezzo che la bella Eva non ha paura di pagare, decisa a continuare con la produzione di film che stimolino la discussione. E proprio con lei abbiamo parlato di quest'opera così controversa che uscirà nel nostro paese venerdì 6 marzo, prima ancora che negli Stati Uniti.
Eva Mendes, perché ha scelto di impegnarsi in un duplice ruolo, come attrice e come produttrice, in questo film?
Eva Mendes: Sono stata orgogliosa di interpretare questo personaggio così scomodo, perché in origine era stato scritto per un uomo. A Hollywood c'è carenza di ruoli femminili importanti e quando capita di trovarsi di fronte opportunità simili è giusto coglierle. Ci ho tenuto poi a produrlo perché induce a diverse riflessioni che considero molto interessanti.
Qual è stato l'aspetto di Live! che l'ha interessata di più?
Eva Mendes: Volevo fare qualcosa di provocatorio, ma che nello stesso tempo si potesse guardare e dopo discuterne con gli amici sorseggiando un caffè. Live! suscita diverse domande. Per esempio, è moralmente giusto partecipare a un programma che gioca con la vita delle persone? Ci sono tanti blockbuster in America che non danno alcuno spunto di riflessione, creati per puro intrattenimento, e a me non dispiacciono, ma mi piace anche pensare che ci sia spazio per qualcosa che stimola la discussione.Cosa ne pensa lei del binomio reality/spettacolarizzazione della morte che è al centro del suo film?
Eva Mendes: La cosa più inquietante è che questo concetto non si discosta così tanto dalla realtà e probabilmente, da qualche parte nel mondo, c'è qualche dirigente che sta meditando sulla possibilità di farlo.
Da cosa deriva, secondo lei, l'attrazione dell'essere umano nei confronti dello spettacolo della morte?
Eva Mendes: E' una cosa umana, tutti noi condividiamo questa fascinazione per la morte. Anche il mio personaggio nel film parla di questo interesse che esiste da secoli, dall'epoca del Colosseo con la gente che voleva vedere i leoni divorare i cristiani e delle folle che assistevano mentre la ghigliottina tagliava le teste dei nobili in Francia. Oggi basta andare su internet e se ne possono vedere di tutti i colori.
I suoi ruoli sono sempre stati contraddistinti da una grande ironia. Come li sceglie?
Eva Mendes: Non scelgo un ruolo perché sexy o ironico, anche perché questo metterebbe un'etichetta al personaggio. Cerco invece di interpretare i ruoli che mi vengono dati nel modo più umano possibile, attingendo alla mia esperienza personale, per farli risultare reali. In questo film si tratta di un personaggio caratterizzato da una forte componente di satira anche nella sua follia, nell'ambizione sfrenata. Mi sono trovata a ridere in varie parti di questo film che prende in giro la società americana e il modo di fare tv in America. Pensavo che il deterioramento della qualità televisiva fosse circoscritto solo all'America, poi mi sono resa conto che interessava tutte le tv del mondo.
Nel film si fa riferimento alla televisione italiana che manda continuamente in tv seni e sederi. In America com'è invece la situazione?
Eva Mendes: Recentemente ho fatto una campagna pubblicitaria per Calvin Klein che è stata censurata in America perché mostravo un solo capezzolo. E' un paese dove vige un forte puritanesimo che riguarda anche il cinema.
Qual è secondo lei la cosa peggiore attualmente in onda sulle reti americane? Crede che negli ultimi anni ci sia stato un progressivo peggioramento della televisione?
Eva Mendes: Trovo disgustoso quando un film o uno show televisivo finge di interessarsi alle sorti dei suoi partecipanti, ma in realtà li sfrutta senza alcun ritegno. Per esempio, mi disgusta il Jerry Springer Show, dove invitano le persone dicendo loro che gli faranno una sorpresa per poi rivelargli, per esempio, del tradimento della moglie. E' un programma squallido, dove la gente litiga e strepita, e per me queste persone sono solo delle vittime. C'è una forma di spietata manipolazione in questo modo di far televisione, è un programma che va in onda da vent'anni e mi disturba perché mette in piazza l'angoscia emotiva dei suoi partecipanti. Bisogna anche dire però che tutti noi spettatori facciamo parte del problema se continuiamo a guardare questi programmi trash senza spegnere la tv.Le cose migliori della televisione sono invece rappresentate dalle serie tv. Quali sono le sue preferite?
Eva Mendes: Amo Mad Men, è fatto così bene che ogni suo episodio può essere considerato una sorta di mini-film. Mi piace molto anche Damages con Glenn Close. Anche nell'ambito dei reality però ci sono cose buone, come per esempio Project Runway che promuove la creatività.
Venendo a presentare il film in Italia, si è chiesta quale potrebbe essere la reazione della Chiesa di fronte al film e al tema del denaro che corrompe l'anima?
Eva Mendes: Lasciamo perdere il Vaticano, non sono qui sotto l'elgida del Papa. Quello che mi interessa è che ci sia apertura mentale da parte di chi va a vedere il film. Posso solo dire che l'Italia è uno dei miei paesi preferiti e quindi la prossima volta che verrò a visitarlo vorrei essere la benvenuta!
Qual è invece, secondo lei, la cosa peggiore di Hollywood in questo momento?
Eva Mendes: Non sono qui per lamentarmi di Hollywood. Io amo Hollywood! Certo, faccio parte di quella piccola percentuale di donne che lavorano, e ci sono attrici di grande successo come Penelope Cruz e Kate Winslet che sono felicissima abbiano vinto un Oscar, perché sono donne con una grande forza. Hollywood è un ambiente difficile, soprattutto per le donne, ma lamentarsi è noioso. QUello che mi interessa in questo momento è produrre film che hanno qualcosa da dire.Fare la produttrice è un modo buono per assicurarsi un ruolo in un film?
Eva Mendes: Beh, invece di restarmene seduta a lamentarmi della mancanza di ruoli a Hollywood per le attrici latine, mi do da fare. Leggo libri, in certi casi mi piacerebbe produrre le loro trasposizioni cinematografiche, e faccio la produttrice di film che hanno qualcosa da dire.
Cosa avrebbe fatto se non avesse fatto l'attrice?
Eva Mendes: Mi sarebbe piaciuto diventare architetto o designer d'interni. Non è un caso che mi piaccia così tanto Roma, ha un patrimonio architettonico davvero eccezionale.