Eterno visionario, Michele Placido e Fabrizio Bentivoglio: "La vita di Pirandello per capire le sue opere"

Dopo Caravaggio, Michele Placido affronta un altro monumento della cultura italiana. Il nostro incontro con lui e con il cast, in occasione della presentazione alla Festa del Cinema di Roma.

Fabrizio Bentivoglio è Luigi Pirandello

"Il pubblico va preso a schiaffi" dice un deciso Luigi Pirandello, impersonato da Fabrizio Bentivoglio in una scena di Eterno visionario, il film di Michele Placido presentato alla Festa del Cinema di Roma e in uscita al cinema il 7 novembre. Sono i momenti precedenti alla prima di Sei personaggi in cerca d'autore, al Teatro Valle, a Roma. Uno spettacolo per cui il pubblico non è pronto, uno spettacolo tanto innovativo quanto duro, fatto di vita privata, di follia, di momenti scabrosi e dolorosi. Quella prima al Valle non sarebbe andata bene: lo spettacolo sarebbe stato fischiato e contestato dal pubblico. Accade quando un artista è troppo avanti ai tempi che sta vivendo.

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Eterno visionario: il film di Michele Placido ci porta nelle stanze di Luigi Pirandello.

Oggi i drammi Sei personaggi in cerca d'autore, Cosi è (se vi pare), Ciascuno a suo modo, Questa sera si recita a soggetto, e i romanzi Il fu Mattia Pascal e Uno, nessuno e centomila sono considerati pietre miliari dell'arte. Il teatro da Pirandello in poi è cambiato radicalmente. Le sue opere sono immortali. Ma la sua vita personale è forse rimasta troppo in secondo piano. Eterno visionario prova a raccontarla, con un viaggio avanti e indietro nel tempo. Che inizia ad Amburgo nel 1934, mentre sta andando a Stoccolma a ricevere il premio Nobel, per poi tornare indietro a Roma, nel 1918. E arrivare fino alla morte.

Fabrizio Bentivoglio: "Ci fanno leggere le opere di Pirandello, ma non ci parlano di lui"

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Eterno visionario: Fabrizio Bentivoglio veste i panni di Luigi Pirandello

La vita di Luigi Pirandello è stata tormentata. La malattia mentale della moglie, costretta poi in un manicomio. Da qui sono iniziati i fantasmi di Pirandello, diventati poi demoni. La vita reale, con i suoi drammi, ha cominciato a fare breccia nelle sue opere, trasfigurata poi dalla sua arte, e da quel modo unico di mettere in scena i personaggi. Ma di tutto questo si sa in fondo poco. "A scuola ci fanno leggere subito le opere di Pirandello, ma non ci parlano di lui" riflette Fabrizio Bentivoglio. "Le opere, senza conoscere la sua vita, ci arrivano difficili da capire. Pirandelliano in italiano significa qualcosa di difficile da capire. La sorpresa è che conoscendo lui e la sua vita ci rendiamo conto che questa è stata la prima fonte di ispirazione della sua scrittura. È impossibile capire quello che ha scritto senza conoscere la sua vita".

Valeria Bruni Tedeschi: "La follia è uno specchio di quello che siamo"

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Fabrizio Bentivoglio e Valeria Bruni Tedeschi sono Pirandello e la moglie Antonietta Portulano

Gli eredi di Pirandello, presenti in sala alla prima del film, hanno fatto ai creatori del film un grande complimento. "Eravate in casa con i nostri parenti" hanno detto. Ed è davvero così: si entra nella sala da pranzo e nella camera da letto di Pirandello. Valeria Bruni Tedeschi, che interpreta la moglie Maria Antonietta Portulano, ci era già stata. "Non era la prima volta che entravo nella camera da letto di Pirandello e sua moglie" ricorda. "Lo avevo fatto nel film di Bellocchio La balia e ho avuto l'impressione di tornare nella loro stanza 30 anni dopo. La follia della moglie, che era implosa quando era giovane, è completamente esplosa nell'età della vecchiaia. Riesce a dire tutto ed è proprio per questo che disturba e la mettono all'ospedale. Mi tocca molto il fatto di come la follia ci spaventi: in fondo è uno specchio, un po' deformante, di quello che siamo".

Federica Luna Vincenti: "L'incontro tra Marta e Pirandello mi ha ricordato quello tra me e Michele"

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Federica Vincenti, produttrice e attrice: in Eterno visionario è Marta Abba, musa di Pirandello

Eterno visionario è un film a tinte forti. Il nero avvolge spesso i personaggi. Il nero del dietro le quinte, e degli sfondi del palco teatrale, ma anche quello della camera da letto dove l'artista scrive le sue opere. È il nero della guerra, o quello del buio della mente. E c'è la luce, quella fioca delle lampade ad olio di un tempo. O quello di una donna, un'attrice, Marta Abba, che di colpo appare e illumina la scena, diventando la sua musa. A interpretarla è Federica Luna Vincenti, che è produttrice (e compagna di Placido nella vita) che è entrata nel ruolo per caso. "Avevo lasciato il teatro, non riuscivo a conciliare la recitazione e la produzione" ci svela. "Due settimane prima di girare il film l'attrice è rimasta incinta. E così ho interpretato questo personaggio. Che mi ha ricordato il mio incontro con Michele: Pirandello incontra Marta Abba quando lei ha 25 anni e rimane folgorato questa donna. Uno attinge dall'altro energie vitali: per loro sono stati 9-10 anni importantissimi".

Michele Placido: "Per un film del genere era fondamentale una scenografia importante"

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Federica Luna Vincenti: l'attrice ha spiegato che l'incontro tra Marta e Pirandello le ha ricordato il suo con Michele Placido

Federica Luna Vincenti è quindi attrice e produttrice. È lei a svelare quella che è stata una produzione davvero imponente per il cinema italiano. "È un momento complesso, immaginare storie e metterle in pratica è complicatissimo" spiega. "Cercare 11-12 milioni nel cinema italiano è complicatissimo. È stato un progetto molto complesso sotto il profilo tecnico, non solo per gli effetti speciali, come ad esempio quelli del treno, e il fatto di girare in Belgio. Ci sono stati tanti teatri, tante scenografie, tanti costumi noleggiati in tutto il mondo". "Per un film del genere era fondamentale avere una scenografia importante" aggiunge Michele Placido. "Non pensavo che grazie a Tonino Zera avremmo trovato in Belgio una materia scenografica talmente ricca e straordinaria, qualcosa che in Italia non si trova più. Abbiamo trovato la stazione di Stoccolma in Belgio, e anche la sala del Premio Nobel, identica a quella di Stoccolma. Nei film italiani sono sempre più rari gli investimenti in questo senso. Dopo Caravaggio non potevamo fare un passo indietro, ma uno scalino avanti".

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Un film partito da lontano

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Fabrizio Bentivoglio e Federica Luna Vincenti in una scena ambientata in Sicilia

Quello di Michele Placido è un cinema didattico. Come il suo L'ombra di Caravaggio ci faceva venire voglia di andare ad ammirare da vicino le opere del pittore, così Eterno visionario ci fa venire voglia di andare a teatro, a vedere le opere di Pirandello, o di leggere i suoi libri. Eterno visionario riesce a farci capire il senso della sua opera. Una delle chiavi è l'età. "Ci ho messo anni per fare questo film" ci rivela Placido. "Ho aspettato di avere una certa età. Se non avessi l'età che ho non avrei potuto farlo". "A Michele Placido è accaduto quello che accadeva a me quando scrivevo il libro" spiega Matteo Collura, sceneggiatore e autore del libro da cui è tratto il film. "Mi sono identificato in Pirandello e ho visto abissi di miserie umane. Pirandello aveva come motore propulsore l'infelicità. Era un'infelicità che cercava perché gli serviva. Come si fa a scrivere un dramma come Sei personaggi in cerca d'autore senza l'infelicità?"