In Esprimi un desiderio di Volfango De Biasi c'è la leggerezza e c'è pure una certa tenerezza. Il punto, però, è un altro. Di certo, lo spunto della sceneggiatura, probabilmente firmata da troppe mani (ben sei!), non sopperisce alle macroscopiche note dolenti, ormai tipiche di una commedia a metà tra sketch, gag e la solita "disavventura" che genera il solito "equivoco". Il tutto, come nella smaccata consuetudine, adattando il francese Il peggior lavoro della mia via di Thomas Gilou.
Esprimi un desiderio e la coppia Angioni - Abatantuono

Il protagonista di Esprimi un desiderio è Simone, interpretato da Max Angioni (all'esordio come attore in un lungometraggio), "costretto" a scontare un periodo di lavori socialmente utili in una RSA. Cresciuto in un orfanotrofio (nemmeno a dirlo, l'happy ending è dietro l'angolo), Simone conosce bene certe regole (ed essendo stato abbandonato dal nonno non ha un grande feeling con gli anziani), tuttavia si ritrova messo in mezzo dai terribili vecchietti, ospiti della struttura. Soprattutto, viene preso di mira da Ettore (Diego Abatantuono). Un incontro-scontro che, dopo le iniziali frizioni, porterà nella vita di Simone un inaspettato "senso di appartenenza", portando avanti un movimentato piano: far evadere Ettore così da permettergli di riunirsi con il suo grande amore.
L'ennesima commedia remake?

Volfango De Biasi ha ampiamente dimostrato di saperci fare come regista (basti pensare a Crazy for Football, sia il documentario che il film), avendo dalla sua la capacità di saper dirigere al meglio delle possibilità il cast proposto. Chiaro che il punto di forza (l'unico) di Esprimi un desiderio è il duetto tra Angioni e Abatantuono, che acquista un senso quasi meta-cinematografico secondo il discorso generazionale che lo script prova a portare avanti. Due età contrapposte, due comicità diverse che, tuttavia, non superano il varco di quelle gag che strappano poche e interdette risate (le molte mani della sceneggiatura comprendo Irene Girotti, Adriano Ricci e Gianluca Belardi, oltre agli stessi Volfango De Biasi, Max Angioni, Diego Abatantuono). Il materiale umano di supporto, tra l'altro, sarebbe pure ottimo: Giorgio Colangeli, Neva Leoni, Nini Salerno, Marco Messeri, Herbert Ballerina, Antonio Gerardi, Alessio Praticò e, in una comparsata finale, anche Maria Grazia Cucinotta.

Un ottimo assemblaggio che avrebbe meritato di più del solito remake all'italiana di un film francese (per di più, l'ennesimo remake di un film francese con Gerard Depardieu), capace di offrire uno script nemmeno così travolgente da poter meritare un adattamento. Per dovere di cronaca, ci sono alcuni cambiamenti nella trama rispetto all'originale, ma il canovaccio è pressoché lo stesso. In mezzo, a favore di tentata risata, il tema del "posto nel mondo", nonché del confronto tra generazioni.
Dall'altra parte, se fare oggi la commedia è materia complicata, e l'abuso del fattore-remake è predominante, alleghiamo una domanda conseguente che riguarda la scelta distributiva di certe opere, a cui il grande schermo - oggettivamente - sembra ormai stare fin troppo largo. Infatti, se la filiera distributiva non si limita più al solo rilascio cinematografico, Esprimi un desiderio sarebbe stato decisamente più indicato per un'uscita diretta in piattaforma. Il motivo? Non c'è nessuna differenza tra le centinaia di prodotti nati e pensati per il rilascio streaming con il remake - votato al siparietto di comodo, nulla più - diretto dal pur impegnato Volfango De Biasi.
Conclusioni
Esprimi un desiderio vive (e subisce) l'effetto remake (l'ennesimo), fermandosi sulla comicità superficiale per un effetto certamente leggero ma anche ben poco convincente. Il cast funziona, così come funzionano i nomi "a supporto", ma ciò che resta sembra più adatto ad un'uscita in piattaforma invece che cinematografica.
Perché ci piace
- Il cast, e il cast di contorno.
- L'idea c'è...
Cosa non va
- ... ma vive dell'effetto remake.
- Comicità formato gag.
- Dimensione streaming/tv.