The Smashing Machine, intervista a Emily Blunt: "La vera forza? Stringere i denti e andare avanti"

Il nostro incontro - virtuale - con l'attrice, protagonista del film targato Benny Safdie. E dice: "È fondamentale uscire dalla zona di zona di comfort, altrimenti si resta neutrali". Al cinema dal 19 novembre con I Wonder Pictures.

Emily Blunt nella nostra video intervista

Sullo sfondo, tra le mensole, intravediamo una clessidra, diversi scatti in bianco e nero, uno dei due SAG vinti - il primo nel 2019 per A Quiet Place, l'altro nel 2024 per il cast di Oppenheimer - e un imponente libro behind-the-scenes sul film di Christopher Nolan. Davanti a noi, nella sua finestra Zoom, ecco una radiosa Emily Blunt. Ci chiama per nome, salutandoci con gentilezza. Intervistiamo l'attrice in occasione dell'arrivo di The Smashing Machine, nel quale affronta un ruolo che la costringe a misurarsi con l'idea stessa di forza. Che sia fisica, emotiva o morale.

The Smashing Machine: intervista video a Emily Blunt

The Smashing Machine Emily Blunt
Emily Blunt al photocalli di Venzia 82

Diretto da Benny Safdie, il film racconta la storia vera di Mark Kerr, lottatore di arti marziali miste consumato dalle dipendenze. A dargli corpo e anima un "gigantesco" e "irriconoscibile" Dwayne Johnson. Emily Blunt interpreta invece Dawn Staples, compagna do Kerr ritrovatasi al centro di una relazione decisamente conflittuale.

Quando chiediamo ad Emily Blunt cosa significhi per lei oggi "essere forti", l'attrice riflette: "A volte penso che la forza sia sentirsi completamente sopraffatti e riuscire comunque a sopravvivere e a superare un determinato momento. La forza non è avere tutte le risposte. È stringere i denti, attraversare una situazione e uscirne dall'altra parte rendendoti conto che sei cresciuto e stai meglio. Un po' di sofferenza e un po' di fatica vanno bene: ci ricordano di cosa siamo capaci".

The Smashing Machine, recensione: l'occasione di Dwayne Johnson di cimentarsi con il dramma The Smashing Machine, recensione: l'occasione di Dwayne Johnson di cimentarsi con il dramma

Fin dalla presentazione alla Mostra del Cinema di Venezia, una delle sequenze più commentate del film riguarda uno scontro drammatico e intenso tra lei e l'amico Dwayne Johnson - i due si conoscono da anni, tant'è che è stata proprio Blunt a suggerire il ruolo a The Rock. L'attrice sorride quando ripensa alla preparazione: "Sapevamo che la scena del bagno sarebbe stata una tempesta, e lo è stata davvero. Anche prima di girare, mi incoraggiavo da sola. Sul set l'energia era diversa, come se l'aria fosse cambiata. L'intera troupe era in uno stato di solidarietà silenziosa, sapeva cosa stavo per affrontare".

The Smashing Machine Dwayne Johnson Emily Blunt
The Smashing Machine: Dwayne Johnson con Emily Blunt in una foto

Per entrare nel tono e nell'umore della scena, Blunt confida di essersi distaccata: "Ascoltavo musica, non parlavo con nessuno". Poi il suggerimento di Benny Safdie: "Disse semplicemente a DJ (Dwayne Johnson ndr.): "Se riesci a farla finire sdraiata sul pavimento, sarebbe fantastico". È tutto quello che ha detto. Abbiamo girato la sequenza in una sola ripresa. È stato così intenso che Benny non voleva rifarlo".

L'epica americana, tra cinema e sport

Parlando di epica narrativa americana - tra sport e cinema, un binomio perfetto - Blunt riconosce quanto questi linguaggi plasmino l'immaginario collettivo: "È vero, le grandi storie americane vivono nello sport e nel cinema. Vale anche per l'Inghilterra, anche se non è un paese famoso per la propria sensibilità emotiva. Quando vedo mio padre o mio fratello a una partita di calcio, c'è un senso selvaggio di abbandono, di passione ed eredità. Una libertà che dà voce alle persone in modo meraviglioso. È lo stesso nell'epica americana: un modo straordinario di raccontare un Paese".

The Smashing Machine, tanto per Dwayne Johnson - abituato ad altri tipi di produzioni -, quanto per Emily Blunt, è stata una vera e propria sfida sentimentale e personale. The Rock, fin dalla conferenza stampa a Venezia, non ha mai nascosto di essersi voluto liberare da certe etichette accettando il ruolo di Mark Kerr, spingendosi ben oltre i suoi stessi limiti. Mentre i minuti a disposizione si esauriscono, l'attrice riflette così: "Credo fermamente che uscire dalla propria zona di comfort sia essenziale. Altrimenti si resta in una zona neutrale. È difficile, può sembrare scoraggiante, ma si cresce solo quando ci si mette davvero alla prova".